CATANIA – C’è una svolta nel processo sulla morte di Chiara Adorno. La studentessa diciottenne di Solarino, nel Siracusano, fu investita sulla Circonvallazione di Catania mentre attraversava sulle strisce. Vicino alla sua facoltà dell’università catanese. Chiara era una matricola della facoltà di Scienze biologiche e quella maledetta sera, alle 21.08 del 7 novembre 2023, in viale Andrea Doria, stava tornando a casa dopo una lezione.
Ieri, dinanzi al Gup Stefano Montoneri, ha avanzato istanza di patteggiamento Carmelo Ingarao, il 28enne catanese che era alla guida della moto coinvolta nell’incidente. Un’istanza su cui c’è il disco verde della Procura. Si procederà invece con rito abbreviato dinanzi al gup per Salvatore Di Mauro, a sua volta 28enne, alla guida dell’auto che travolse Chiara.
Quest’ultimo, stando alla ricostruzione della Procura, sarebbe stato distratto dall’uso del telefonino. Ieri sono state separate dal gup le posizioni dei due imputati. Sono difesi dagli avvocati Pierluigi Papalia e Domenico Maravigna.
Il patteggiamento
Sul patteggiamento dovrà esprimersi il gup Marina Rizza, mentre il giudizio abbreviato si aprirà a novembre. La famiglia di Chiara – che sin da subito ha depositato la nomina dei difensori, per avere giustizia per la loro ragazza – è assistita dal professore Giovanni Grasso e dall’avvocato Sandro Del Popolo.
Per l’accusa, Ingarao, alla guida di una Honda SH800, andava a 72 km all’ora. Non vide Chiara e il ragazzo che l’accompagnava, e li fece cadere per terra. In quel momento giunse l’auto di Di Mauro, alla guida di una Punto a 85 km all’ora, “senza alcun tentativo di rallentamento, distratto dall’utilizzo del proprio dispositivo cellulare e in particolare dall’utilizzo del dispositivo whatsapp”. Stando sempre alla tesi dell’accusa.
L’imputazione
L’accusa è omicidio stradale. I due imputati adesso, fino a 3 giorni prima dell’udienza, possono chiedere il giudizio immediato. L’inchiesta è stata coordinata dal pubblico ministero Fabio Salvatore Platania, con il procuratore aggiunto Fabio Scavone.
Nel corso dell’inchiesta è stata realizzata una consulenza degli ingegneri. Gli indagati all’epoca avevano entrambi 26 anni. La scomparsa di Chiara, una brava ragazza piena di vita che amava studiare, amava la famiglia ed era legatissima alla sorella, gettò nello sconforto la comunità universitaria e la gente di Solarino.

