Chiesa e Comitato per la legalità:| è esplosa la pace - Live Sicilia

Chiesa e Comitato per la legalità:| è esplosa la pace

Oggi è l'anniversario del decesso di Andrea Capuano, morto nel 2010 dopo esser scivolato con lo scooter sui residui della cera festiva in via Etnea.

Festa di sant'Agata
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CATANIA – Ci sono addirittura i pasticcini sulla cattedra. Un simbolo tutto da digerire che ci dice come una stagione se non è finita, è quantomeno agli sgoccioli. La conferenza stampa del Comitato per la Legalità nella Festa di sant’Agata (un sostanziale report dell’edizione 2017), tenuta stamane nelle aule universitarie dell’ex Monastero dei benedettini, è un dentro tutti. Per la prima volta, infatti, tra gli ospiti ci sono anche Francesco Marano, presidente del Comitato per i Festeggiamenti, il maestro del Fercolo Claudio Consoli, e il parroco della Basilica Cattedrale, nonché vicario episcopale per la stessa Festa, monsignor Barbaro Scionti. Non che in questi anni le tre entità non abbiano parlato tra di loro, ma le “reciproche diffidenze” pare siano roba del passato e nessuno ha voglia di rievocarle, almeno pubblicamente.

Hanno portato la loro testimonianza anche Milena Verzì, madre di quell’Andrea Capuano che nel ha perso la vita nel 2010, dopo essere scivolato in via Etnea con lo scooter a causa di residui di cera festiva sul manto stradale, e il fratello Damiano. Oggi è appunto l’anniversario di quel decesso. E una delle proposte del Comitato è di affiggere una targa commemorativa dedicata al giovane Capuano. Ma anche in ricordo di Roberto Calì, rimasto ucciso a seguito del calpestamento accidentale subito a margine della cosiddetta salita di Sangiuliano il 6 febbraio 2004. “Le vittime della Festa”, ricorda Renato Camarda, portavoce del Comitato. Negli anni passati si era parlato addirittura di “martiri”. Di fatto c’è dalle loro vicende è partito un processo di autoregolamentazione  che, stando alle valutazioni delle entità coinvolte nella macchina delle celebrazioni agatine, è da stimare  “positivamente”.

“Vorrei che i portatori di torcioni capissero che un certo loro modo di procedere può non fare il bene delle persone”, lancia il monito mamma Milena. Ma è appunto sulla duplice questione dei torcioni e dell’abusivismo commerciale che il Comitato continua a rilanciare le ragioni della propria esistenza in vita:  “Ambulanti abusivi e portatori di torcioni – si legge nel documento diffuso oggi – sono ancora oggi i responsabili per una immagine della festa deturpata dalla illegalità di massa, che al proprio interno può nascondere pericolose infiltrazioni”. L’appello di Resi Ciancio della Fondazione Fava è: “Chi ha più fantasia di noi, faccia proposte per regolamentare la cosa”.

Ma è la “positività” dei risultati raggiunti – dei “cambiamenti avvenuti” – a predominare oggi nell’aula A3 dell’ex Monastero. Sono bene 13 i punti di rilievo elencati nel documento diffuso oggi e sostanzialmente condivisi dai tre soggetti coinvolti nel dibattito: Chiesa, Comune e Comitato per la legalità. La scelta di sanzionare pecuniariamente i portatori delle candelore che non avrebbero rispettato gli orari prefissi, rientra tra questi. “Quei soldi serviranno per sostenere la lotta contro la violenza alle donne”, fa sapere Francesco Marano. Ed è proprio su questo tema che si muoveranno parte delle proposte del Comitato per gli anni a venire: “La tradizione ci narra come Agata sia stata donna forte e convinta delle proprie idee, per questo vorremmo organizzare una settimana di sensibilizzazione nelle scuole e – spiegano – l’istituzione di un premio all’associazione che di più si sia spesa contro la violenza sulle donne”.


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