Ciancimino e il voto del Csm: | ecco il testo stralciato - Live Sicilia

Ciancimino e il voto del Csm: | ecco il testo stralciato

La polemica
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“Il procuratore nazionale antimafia può richiedere a qualsiasi ufficio del pubblico ministero la trasmissione di atti di indagini che ritenga collegate ad altre indagini in corso presso una direzione distrettuale antimafia ed impartisce direttive sullo scambio di atti tra le diverse procure distrettuali antimafia”. In queste poche righe è contenuta la decisione del plenum del Csm dello scorso 27 giugno. Livesicilia aveva infatti raccontato quale fosse la vera questione sulla quale era chiamato a pronunciarsi il Csm su impulso del Presidente della Repubblica. Una notizia che, invece, sui giornali è passata semplicemente come “l’archiviazione del caso Ciancimino”. E vi riportiamo il testo stralciato dalla delibera.

La questione, come detto, non riguardava il singolo caso, ma il principio dell’obbligatorietà da parte delle direzioni distrettuali antimafia a trasmettere gli atti delle inchieste in corso alla direzione nazionale antimafia. Secondo il procuratore nazionale Antimafia, Piero Grasso, infatti, il principio sarebbe implicito in quanto necessario a svolgere le funzioni di coordinamento a cui la Dna è chiamata a rispondere. Di contro la procura di Palermo si opponeva (pur avendo, infine, trasmesso il fascicolo sulla ‘trattativa’) sostenendo che non vi fosse un obbligo di legge e che il principio non sarebbe mai potuto valere sulle indagini ancora in nuce.

Quindi dal Csm arriva una soluzione di compromesso che non scioglie il nodo, così come avrebbe voluto il Presidente della Repubblica, investito della questione dallo stesso superprocuratore. Dalla delibera votata da Palazzo dei Marescialli è saltato il seguente testo: “Non v’è dubbio che la mancata ottemperanza ai citati doveri d’Ufficio ostacola il corretto esercizio dei poteri del procuratore nazionale antimafia e può costituire violazione di disposizioni sul servizio giudiziario”. Il problema – che come ricordato vide pareri discorsi anche tra due amici come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino – dunque resta e continua a essere terreno di scontro.


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