Ciancio, requisitoria dei Pm |Pastore: "Emerso quadro inquietante" - Live Sicilia

Ciancio, requisitoria dei Pm |Pastore: “Emerso quadro inquietante”

Così il legale Dario Pastore, che assiste l'Ordine dei giornalisti, che si è costituito parte civile. La replica di Peluso, difensore di Ciancio: “Certo dell'insussistenza delle accuse".

UDIENZA PRELIMINARE
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CATANIA- Una requisitoria durata tre ore ha rimesso in fila gli elementi contenuti nei 40 faldoni raccolti dai pubblici ministeri Antonino Fanara e Agata Santonocito a carico di Mario Ciancio, accusato di concorso esterno all’associazione mafiosa. Un’inchiesta imponente, condotta da Guardia di Finanza e Carabinieri, che ripercorre il ruolo e le presunte relazioni pericolose di Mario Ciancio. Occhi puntati sul ruolo dell’informazione, sugli affari e i rapporti con i piani altissimi della politica e quelli -ipotizzati dalla magistratura- con la mafia. Un lavoro poderoso che adesso è nelle mani del Gup Bernabò Distefano che deve valutare l’idoneità degli elementi raccolti dai Pm a sostenere l’accusa in giudizio.

In aula i legali delle parti civili e Carmelo Peluso, difensore di fiducia di Mario Ciancio. Dario Pastore assiste l’Ordine dei giornalisti che si è costituito parte civile, al termine dell’udienza ha commentato: “E’ emerso un quadro assolutamente inquietante di quello che è stato il ruolo dell’informazione in questa città e di quelle che sono le iniziative economiche e imprenditoriali che riguardano questa città e le commissioni con la politica. Sono rimasto colpito dal lavoro imponente in questa vicenda processuale”.

Presente anche Dario Montana, fratello del commissario Beppe Montana, ucciso dalla mafia, il cui necrologio è stato rifiutato da La Sicilia. Ad assistere i Montana è Goffredo D’Antona, noto esponente della società civile da sempre impegnato in battaglie civiche e sociali: “E’ stata una requisitoria assolutamente puntuale, precisa e appassionata, i Pm hanno discusso di qualcosa in cui credevano fortemente”.

Carmelo Peluso, legale di Ciancio, si è detto “certo dell’insussistenza di elementi” a carico dell’assistito. “Qui – dice – non si deciderà, ed è bene che lì’opinione pubblica lo sappia, l’innocenza o la colpevolezza di Mari Ciancio. Qui si stabilirà soltanto se ci sono gli estremi o meno per celebrare un processo. Non ci aspettiamo da un’udienza preliminare un giudizio di colpevolezza. Così non è e non sarà mai – continua. Noi siamo certi – conclude Peluso incalzato dalle domande dei cronisti – dell’infondatezza dell’accusa, anche perché non abbiamo mai sentito parlare di fatti concreti che abbiano creato vantaggi alla mafia”. 

Prossima udienza il 27 novembre, parleranno i difensori delle parti civili.


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