Udienza Sis, stralciata la posizione dell’assessore Marco Falcone - Live Sicilia

Udienza Sis, stralciata la posizione dell’assessore Marco Falcone

La decisione della Gip Marina Rizza dopo la seconda richiesta di rinvio per legittimo impedimento dell’esponente del governo regionale.
IERI MATTINA
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2 min di lettura

CATANIA. Il Gip di Catania dice no alla costituzione di parte civile della Cgil, che assiste alcuni lavoratori. E ammette, invece, la Società Interporti di Sicilia. La Sis sarà parte civile all’udienza preliminare sulle presunte induzioni indebite e corruzioni al suo interno che vede imputati, tra gli altri, il suo ex amministratore unico, l’avvocato Rosario Torrisi Rigano.

È ripresa stamattina l’udienza preliminare a carico di sette persone, per cui la Procura di Catania ha chiesto il rinvio a giudizio. Ma stamani è stata stralciata, perché è arrivato un legittimo impedimento – per impegni istituzionali – la posizione dell’assessore regionale all’Economia Marco Falcone. È il secondo legittimo impedimento, per questo la Gip ha disposto che l’udienza prosegua intanto per gli altri.

Falcone è sotto inchiesta per induzione indebita nella veste di assessore alle Infrastrutture dello scorso governo regionale. La posizione dell’assessore potrebbe eventualmente essere riunificata alla prossima udienza, l’11 luglio. Per il momento in aula si è discusso delle posizioni degli altri indagati e nessuno ha chiesto riti alternativi.

Per questo la Procura ha chiesto al Gip Marina Rizza il rinvio a giudizio dei sei, tra cui figura l’ex vicepresidente della Regione, Gaetano Armao. È l’inchiesta nell’ambito della quale a gennaio furono temporaneamente poste agli arresti domiciliari quattro persone, tra cui Torrisi Rigano. Gli altri tre erano l’ex deputato regionale Nino D’Asero, l’imprenditore Salvatore Luigi Cozza e una dipendente dell’azienda, Cristina Sangiorgi.

L’inchiesta è stata condotta dai carabinieri di Catania

L’indagine, condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Catania e diretta dalla Procura, riguarda ipotesi di reato datate da settembre 2019 a marzo 2021. Il settimo indagato è Giuseppe Li Volti, ex assistente parlamentare e coordinatore della segreteria particolare di Falcone. In aula pochi minuti fa hanno concluso anche, ovviamente, i difensori dei sei imputati presenti.

Il collegio di difesa è composto dagli avvocati Francesco Giammona, Andrea Pruiti Ciarello, Ottaviano Pavone, Carmelo Peluso, Antonino Favazzo, Tommaso Tamburino, Isabella Giuffrida, Laura Biondo e Dario Fina.

I quattro che erano stati posti ai domiciliari, va sottolineato, avevano tutti respinto le accuse, fornendo chiarimenti e respingendo le accuse. La richiesta di rinvio a giudizio è stata depositata settimane fa dal sostituto procuratore Fabio Saponara, con il visto del procuratore aggiunto Agata Santonocito.

Le ipotesi di reato: D’Asero e le presunte “intercessioni” per la Sangiorgi

Secondo l’accusa, D’Asero avrebbe chiesto dei favori per la Sangiorgi. Allo scopo di intercedere in suo favore si sarebbe rivolto a Falcone, Armao e Li Volti. I tre, secondo la Procura, avrebbero “esercitato pressioni sull’amministratore unico della Sis (Torrisi Rigano, ndr.), al fine di far revocare il licenziamento della dipendente”.

Va ribadito che per gli assessori dello scorso governo e per Li Volsi questa – l’ipotesi di concorso in induzione indebita – è l’unica accusa. L’unica ipotesi di corruzione, invece, il presunto “accordo corruttivo”, riguarda invece solo Torrisi Rigano e Salvatore Luigi Cozza.


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