Cimici in auto e l'incontro sfumato |Tensioni tra Cappello e Mazzei - Live Sicilia

Cimici in auto e l’incontro sfumato |Tensioni tra Cappello e Mazzei

Le intercettazioni della polizia sono citate nella requisitoria del processo Penelope.

CATANIA – Acque agitate tra due boss. E quando i boss in questione sono Nuccio Mazzei e Massimiliano Salvo, ‘u carruzzeri’, significa tensioni tra clan. È il 2013 quando è intercettato un dialogo che fa comprendere agli investigatori che ci sono problemi tra la cosca Cappello e i “Carcagnusi”, questo il nome con cui si identificano nella malavita i Mazzei. L’altra famiglia catanese di Cosa nostra. Una conversazione citata nell’ambito della requisitoria dalla pm Antonella Barrera nel processo (stralcio abbreviato) scaturito nella maxi inchiesta Penelope che ha azzerato nel 2017 la cosca Cappello.

Massimiliano Salvo è a bordo dell’auto di Giuseppe Guglielmino, il volto imprenditoriale della cosca. Il boss, considerato il referente militare a Catania del clan Cappello, discute “di questioni di grande interesse per la vita associativa”, dice la pm Barrera. “In queste conversazioni – afferma il sostituto procuratore della Dda – si discute dei problemi che si erano verificati tra il clan Cappello, ovviamente rappresentato da Massimiliano Salvo, e i Carcagnusi. Ma il Carcagnusu non si era presentato (“Che è voluto venire, ‘mpare? Non è voluto venire,”). Carcagnusu – spiega la Barrera – è il soprannome che notoriamente, lo dicono ormai sentenze, individua Nuccio Mazzei, quindi il responsabile del clan dei “Carcagnusi”.

La pm entra nel dettaglio e cita stralci dell’intercettazione “incriminata”. L’interlocutore chiede lumi sull’assenza del Mazzei all’incontro: “Ma come mai?”. Salvo risponde: “Se non c’è Nuccio non si discute di niente”. Insomma Massimiliano ‘u carruzzeri’ fa valere il suo ruolo di reggente. E il suo diretto interlocutore può essere solo un suo pari a livello gerarchico, in questo caso il reggente del clan Mazzei. “Perché giustamente – argomenta la pm Barrera – Massimo Salvo, che interviene in prima persona come responsabile del clan Cappello, deve interloquire con un capo e si lamenta.”

“Là, perchè… il “carcagnuso”, che si è presentato? Che è voluto venire? ‘Mpare, non è voluto venire …”, dice il boss dei Cappello non sapendo di essere intercettato. E poi spiega: “Prima è venuto a cercare quella cosa, appuntamento, cose e… prende e io gli ho detto “Se non c’è Nuccio non si discute niente, forse non l’avete capito… Voglio a lui presente” … sono venuti ieri, oggi … “‘mpare, lo possiamo fare, semmai, venerdì?” … dice “non ti preoccupare, poi lo facciamo st’appuntamento, st’incontro e cose … ” … “vedi che me lo avete domandato voi inc… non lo abbiamo domandato noi altri … e allora, quando c’è tempo, perchè Santo (potrebbe riferirsi a Santo Strano, ndr) sta partendo, poi, allora, se ne parla” …cioè, ti rendi conto?! … oh, il carogna … non è uscito più da là …”, si sfoga Salvo.

E delle tensioni con i Mazzei ne parla anche Giuseppe Guglielmino alcuni mesi dopo. L’imprenditore del settore dei rifiuti, che orgogliosamente si vanta di essere “Cappello”, racconta: “Ci sono state discussioni con i Carcagnusi…”.

 


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