PALERMO – “All’Ars va in scena la farsa, prima lo show di Cateno De Luca, che inneggia alla correttezza sua e dei suoi, e poi non vota, assieme ai deputati dei suoi gruppi, l’emendamento che avrebbe stoppato gli aumenti Istat, salvando di fatto l’aumento degli stipendi dei deputati Ars”. Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars, Antonio De Luca, rispetto al voto di Sala d’Ercole che ha confermato l’aumento delle indennità dei deputati.
“Mancano all’appello i voti di Cateno De Luca”
“La mancanza degli otto voti dei deputati di Sicilia Vera e Sud chiama Nord – dice De Luca – ha determinato la bocciatura dell’emendamento presentato dallo stesso Cateno De Luca, visto che la norma non è passata solo per 5 voti. É evidente a questo punto che l’azione fatta da Cateno De Luca era solo a scopo propagandistico e non mirava assolutamente a bloccare gli aumenti delle retribuzioni. Il bello è che nelle loro locandine i due gruppi asseriscono pomposamente che la vera opposizione sono loro: questa votazione perlomeno è servita a fargli buttare la maschera, speriamo serva anche ad aprire gli occhi ai siciliani”.
La replica
Secca la replica di Cateno De Luca: “Registriamo in atto il solito sciacallaggio politico a cinque stelle per nascondere il fatto grave che si è verificato stanotte: la bocciatura del nostro emendamento per eliminare l’ aumento Istat dell’indennità dei parlamentari da me presentato e poi sottoscritto dagli altri gruppi parlamentari. Conoscendo i personaggi ci eravamo già organizzati per difenderci dalla sicura bocciatura presentando anche nel primo pomeriggio un apposito disegno di legge per l’abrogazione della norma che prevede l’adeguamento Istat dell’indennità dei parlamentari. In aula stanotte si è consumata l’ennesima vergogna ai danni della Sicilia. Alcuni deputati della maggioranza, d’accordo con la finta opposizione, hanno richiesto ed ottenuto la votazione segreta e nel segreto dell’urna hanno bocciando la nostra proposta”.
L’ex sindaco di Messina aggiunge: “Noi abbiamo scelto di non partecipare alla votazione togliendo i tesserini per stanare l’accordo politico trasversale che c’era nel parlamento per non rinuncia all’aumento Istat e così abbiamo smascherato il solito inciucio d’aula. D’altronde il Movimento 5 stelle e quindi Nuccio Di Paola e i suoi sodali sapevano benissimo da mesi, essendo nell’ufficio di presidenza, che nel bilancio dell’Ars sarebbe finito questo aumento ma hanno taciuto. Lo hanno fatto con la solita premeditazione e oggi tentano di mistificare la realtà. Noi ci siamo sottratti per coerenza ed onestà politica alla logica del voto segreto e ci siamo premuniti presentando un disegno di legge per abrogare la norma che prevede l’aumento delle indennità per indicizzazione Istat. Abbiamo già chiesto formalmente al presidente dell’assemblea Gaetano Galvano di calendarizzarne la discussione in aula del nostro disegno di legge e quello sarà l’ulteriore momento in cui ciascuno dovrà assumersi le proprie responsabilità senza la possibilità di nascondersi dietro la segretezza del voto”.