Città sotto choc per il neonato trovato morto: "Sconvolti, è inaccettabile" - Live Sicilia

Città sotto choc per il neonato trovato morto: “Sconvolti, è inaccettabile”

La Scientifica si trova sul luogo della tragedia. Dolore e lacrime tra i residenti

TRAPANI – C’è stupore ed anche rabbia per la tragedia che ha gettato nello sconforto un’intera comunità e, a dire il vero, tutta la città di Trapani. Quella notizia rimbalzata prima su alcune testate on line, quindi su Facebook e poi data in apertura dal locale telegiornale, è difficile da comprendere e da accettare. Pochi sono quelli che mostrano compassione e comprensione per la tragica morte del neonato gettato, molto verosimilmente, dalla finestra al quinto piano da dove la puerpera minorenne (appena 17 anni) se ne sarebbe disfatta.

Erano circa le 10,30 del mattino quando il corpicino senza vita del piccoletto è stato notato da un abitante della palazzina in cui è avvenuto il peggio. Il neonato, ancora con il cordone ombelicale attaccato al suo corpo e con la sacca di placenta ben visibile, era riverso sul pavimento dell’atrio condominiale di quella palazzina. Uno spettacolo macabro per tutti quanti lo hanno visto, inaccettabile. La notizia ha immediatamente attraversato il quartiere dove insistono un ufficio postale, un ex supermercato dal noto marchio e un discount un po’ più distante. Le prime reazioni sono state di sdegno vero e proprio.

Non è stato facile ascoltare i commenti di quanti abitano in quel palazzo e nelle adiacenze, non tanto per reticenza ma proprio per il rispetto e il dolore per quella piccola creatura a cui è stata riservata una morte atroce. Inspiegabile. Sono uomini i primi che si lasciano andare ad un commento a caldo. Come il signor F. che abita a pochi metri dal luogo della tragedia: “Non ho parole per definire quello che ho visto stamattina – afferma con l’aria triste – queste cose non dovrebbero mai accadere. C’è tanta gente che si prodiga per avere figli e poi, invece, chi ha la possibilità si lascia andare a certi gesti. Se un figlio non lo si vuole si può pure abortire e rimanere nell’anonimato. Perché arrivare a questo punto?”.

Poco distante da lui c’è una signora distinta che si fa il segno della croce e continua a ripetere: “Non ho parole, non ho parole. Ma perché?”.
C’è la fila davanti all’ufficio postale, molto frequentato anche stamattina. La gente, rigorosamente in fila all’esterno e con tanto di mascherine nel rispetto delle norme anti-covid, commenta. E’ evidente lo stato di smarrimento a cui sono sottoposti per il fattaccio. Una vecchietta piange vistosamente: “Non riesco a giustificare una cosa simile. Sto male a pensare cosa è accaduto. All’improvviso non si è capito più nulla. Sembrava che fosse successo il finimondo. Non ci hanno fatto avvicinare ma a vedere quella scena così straziante sto ancora male”. E’ un attimo e il pianto della signora coinvolge quasi tutti gli altri. Non c’è distinzione fra uomini e donne. Piange il signor Giuseppe e manifesta il suo disappunto: “Come si può arrivare a compiere una cosa del genere? Significa che ci si deve trovare proprio fuori di testa ”.

La gente che si trova sui balconi mostra il proprio disappunto con gli sguardi. Qualcuno osserva la polizia scientifica dalla finestra, dietro la tenda, per non farsi notare. Ancora un segno della croce, ancora lacrime. “Questa è una zona rispettabile – afferma un signore sulla sessantina – com’è possibile che nessuno sia riuscito a comprendere il malessere di questa ragazzina, com’è possibile che non sia stato possibile impedire questa tragedia? Viviamo in una società troppo distratta e non si riescono a mantenere nemmeno i buoni rapporti fra vicini di casa”. Una parola di conforto, di comprensione quasi, la dice un ragazzo che abita a poca distanza dal posto in cui si è consumata il dramma: “a volte chissà cosa passa dalla mente di certe persone. Non si può mai immaginare che si arrivi a tal punto. Chissà quante volte avrò visto chi ha commesso questo gesto imperdonabile e magari ho pensato che si trattasse di una persona normale come tutte le altre. E’ una tragedia assurda. Spero che possano aiutare questa ragazza e la sua famiglia a superare, un giorno, questo dramma”.
Va via la Scientifica ma non dopo avere svolto il proprio compito anche dentro l’appartamento nel quale è nato il piccolo innocente. Cala il silenzio nel quartiere. Sul pavimento dell’atrio c’è visibile, ancora, la macchia di sangue del corpicino. Qualcuno, poco dopo, la pulirà ma quella macchia e quel neonato rimarranno macchie indelebili nello sguardo di tantissimi.


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