PALERMO – “Io non voglio essere l’eroina, non voglio essere la protagonista, volevo solo mettere la parola fine ad una situazione che stava degenerando, tirando dentro tutto e tutti, e l’ho fatto nell’unico modo che conoscevo, la cosa che mio padre più apprezzava di me…Dicendo la verità”. Un post Facebook, pubblicato nella notte tra sabato e domenica, per ringraziare chi le è stato vicino in questi giorni, ma soprattutto per spiegare la sua “scelta difficile”, chiedere scusa per “uno stupido errore” e raccontare di un “profondo dolore” che nonostante il passare dei giorni resta ancora forte dentro di lei. Claudia La Rocca, la parlamentare regionale che ha scelto di autosospendersi dal Movimento cinque stelle, parla per la prima volta apertamente della scelta di deporre davanti ai magistrati che indagano sulla vicenda delle firme false per le Amministrative di Palermo del 2012. “Sapevo di mettere in discussione gli ultimi 8 anni della mia vita, il mio ruolo di portavoce che ho messo al primo posto, sacrificando la mia vita privata, cercando di portare avanti il mio lavoro con serietà, impegno e passione”, ancora la deputata, che con le sue ammissioni davanti ai pm ha squarciato quel velo di silenzi che era calato sulla vicenda portata alla luce da ‘Le Iene’.
Dopo aver ricordato che “c’è sempre qualche detrattore del Movimento pronto a strumentalizzare ogni cosa senza nessuna oggettività e umanità”, La Rocca ricorda i tanti messaggi “di stima e incoraggiamento” ricevuti: “Un calore immenso e inaspettato”. Poi la consapevolezza che “la vita è fatta di scelte e affrontare un temporale con dignità, potersi guardare allo specchio – spiega – vale di più”. Davanti al procuratore aggiunto Bernardo Petralia e al sostituto Claudia Ferrari, la parlamentare regionale ha ricostruito la famosa notte del 3 aprile 2012 nella sede del meet-up di Palermo, in via Sampolo, quando furono ricopiate le firme che erano state apposte in precedenza su altri moduli diventati poi inutilizzabili per via di un errore nella città di nascita di un candidato. La Rocca ammette: “So che è stato uno stupido errore e mi dispiace se ho deluso qualcuno”.
Nessun accenno all’autosospensione, arrivata nel venerdì nero del Movimento cinque stelle. Prima la notizia degli otto indagati dalla Procura di Palermo, poi il diktat di Beppe Grillo: “Gli indagati si autosospendano immediatamente”. Nel post non ci sono riferimenti al gruppo parlamentare pentastellato all’Ars, che venerdì aveva commentato soltanto in serata la decisione della parlamentare. Poche righe per esprimere “apprezzamento” per una scelta “sicuramente non semplice”. I parlamentari grillini di Palazzo dei Normanni conoscevano da giorni l’intenzione della collega di andare dai magistrati e raccontare protagonisti e comparse di quella notte in via Sampolo: “Ma non riferimmo ai vertici nazionali il suo racconto – ha spiegato Cancelleri nel giorno del suo interrogatorio -. Ci limitammo ad ascoltarla e ad accogliere con felicità la sua intenzione di parlare con i magistrati”. Poi quattro parole per rispondere con schiettezza a chi gli chiedeva di un eventuale trattamento di favore per chi, come La Rocca, aveva ammesso il suo coinvolgimento nella vicenda: “Non siamo un discount”.
*Aggiornamento ore 11.32
Dopo Claudia La Rocca anche il parlamentare regionale Giorgio Ciaccio ha deciso di seguire gli ordini di Beppe Grillo e di autosospendersi dal Movimento cinque stelle. La conferma a Livesicilia arriva da fonti del Movimento. “Un uomo fa quello che deve, nonostante le conseguenze personali, nonostante gli ostacoli e i pericoli e le pressioni, e questo è la base di tutta la moralità umana”, scrive Ciaccio sui social network citando una frase di Winston Churchill, primo ministro inglese nel corso della seconda guerra mondiale.