Come sta il centrodestra? Come sta il centrosinistra? Parafrasando Gaber (chiediamo scusa al maestro), si deve riconoscere il momento critico delle due coalizioni, in Sicilia, oltre le cortine fumogene delle rispettive e perfino legittime propagande. Ecco perché.
Come sta il centrodestra
Il patatrac del Cuffarismo, in attesa dello svolgimento delle inchieste, è, giocoforza, il dato più caratterizzante del centrodestra che governa, dopo la spirale negativa dell’altra indagine: quella che ha chiamato in causa il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, e l’assessora al Turismo, Elvira Amata.
Lo scompiglio sorto, di riflesso, ha reso ancora più friabile una coalizione che si era già sbriciolata in Aula, sotto i colpi dei franchi tiratori, capaci di mandare in apnea la maggioranza per strapuntini negati, interessi di bottega, anche idee e pensieri, però rigorosamente sotto anonimato.
Si è palesata l’esistenza di una netta questione morale, perché il ‘Cuffarismo’, come la spartizione della sanità, vanno oltre le definizioni ristrette. Si sono approfondite le tensioni. Si percepisce una acuta fibrillazione, con la Finanziaria alle porte. Gli appetiti, invece, sono quelli di sempre.
Non sarà facile per il governo Schifani, dichiarazioni lealiste a parte, procedere lungo la strada tracciata senza intoppi, né ‘agguati’, né rivendicazioni. Staremo a vedere.
Come sta il centrosinistra
L’unica ‘buona notizia’ del centrosinistra risiede nelle difficoltà degli avversari. Non c’è molto altro nel sogno di una rimonta. Il Pd siciliano è avvinto a un permanente stato di conflitto che rappresenta il vero vulnus dell’intera coalizione. Una spaccatura raccontata, di recente, dal nostro Salvo Cataldo.
La mozione di sfiducia al presidente della Regione, partorita dal ritiro di San Martino, sembra una mossa dettata soprattutto dall’esigenza di visibilità, più che dalla costruzione di un tangibile risultato. Anzi, il suo respingimento verrà narrato dagli altri come una prova di robustezza del governo.
Nel mezzo di tanti dilemmi, brilla al momento la ‘stella’ di Ismaele La Vardera, spesso nei panni dell’Unico Oppositore.
In una chiacchierata col nostro giornale, discutendo di un possibile coinvolgimento, ipse dixit: “Io credo che la mia sarebbe, nel caso, una candidatura civica col sostegno di chi vuole bene a questa terra. Abbiamo bisogno di chiarezza, non di fazioni. Quel centrosinistra che addita Musumeci e Schifani dovrebbe ricordarsi dei disastri prodotti da Crocetta. Per me, ovviamente, Renato Schifani ha fallito su tutta la linea”. Non proprio una carezza ai campagni di viaggio in cerca di una definizione comune. Opporsi è un’attività assai differente dal proporre per governare.
La domanda finale
Tante sono le variabili che racconteremo – quale sarà il ruolo di Scateno? – da qui al termine della legislatura. Tantissimi e difformi saranno gli scenari, le strategie, i colpi di scena.
Resta la domanda più importante, la più elusa dalla politica nei fatti, oltre le dichiarazioni di principio: e la Sicilia? In tanta confusione, che ne sarà della Sicilia?
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