PALERMO – I Comuni siciliani sono in ginocchio. Buona parte di essi non riuscirà a votare i bilanci. I soldi che dovevano arrivare per dare una boccata d’ossigeno ancora tardano. Il grido di dolore dei sindaci è risuonato oggi a Palazzo dei Normanni, dove i rappresentanti dell’Anci hanno incontrato la presidenza del Parlamento ei rappresentanti del governo. Intanto, la paralisi del Palazzo continua. E mente la maggioranza continua a impantanarsi, l’assestamento di bilancio resta invischiato in commissione. Tanto da spingere il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone a tagliare la testa al toro: il ddl venerdì andrà comunque in Aula, senza aspettare ancora la commissione Bilancio.
Allarme rosso Comuni
Taglio del 60% alle risorse per investimenti, mancata erogazione dei 115 milioni previsti dalla Legge di Stabilità 2016, nuove risorse da stanziare in favore dei comuni nella Legge di Stabilità 2017 anche in relazione ai precari impegnati nella pubblica amministrazione: squesti i temi principali affrontati nell’incontro di questa mattina tra l’AnciSicilia e il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone. Presenti anche i due vicepresidenti del Palramento Giuseppe Lupo e Antonio Venturino e gli assessori regionali Luisa Lantieri e Alessandro Baccei.
Nel documento preparato dall’Associazione dei comuni siciliani prima dell’incontro si sottolineava: “Ancora una volta anche la Corte dei Conti – Sezione di controllo per la Regione Siciliana nell’ultima relazione su “La finanza locale in Sicilia” del giugno 2016 conferma la grave crisi in cui versano gli Enti Locali Siciliani dimostrando come il peggioramento della finanza locale sia, sempre più “imputabile principalmente alla progressiva e consistente riduzione dei trasferimenti di provenienza statale e regionale”.
In particolare, l’analisi dei dati conferma che per i comuni i trasferimenti regionali (che fino al 2013 erano assegnati a valere sul Fondo delle Autonomie Locali), sono passati dai 913 milioni di euro del 2009 ai 472,7 milioni di euro del 2015 (di cui 357,7 milioni di parte corrente e 115 milioni per spese di investimento).
Ancora più complicata la situazione nel 2016. Infatti a fronte di una riduzione certa di circa 18 milioni sulla parte corrente (si è passati dai 357,7 milioni del 2015 ai 340 milioni dell’anno in corso) per ciò che riguarda le spese per investimenti l’articolo 7 della legge di stabilità regionale distingue due autonomi capitoli: i 50 milioni (Fondo per investimenti) previsti dal comma 20 e i 115 milioni (risorse PAC) previste dai commi 22 e 23.
Quei fondi erano vitali per i Comuni e dovevano servire “al pagamento delle quote capitale delle rate di ammortamento dei mutui accesi per il finanziamento di spese di investimento”. Ma sui tempi di utilizzo di questi 115 milioni permane ancora un’incertezza che la riunione di oggi non ha spazzato via. Il governo avrebbe fatto sapere che per concludere le procedure necessarie potrebbero volerci sei o sette mesi. Ma i Comuni hanno messo quei soldi in bilancio quest’anno e ora sono nei guai. L’Anci paventa il dissesto finanziario di decine di Comuni Siciliani e un taglio alle spese per investimenti che sarebbero dimezzate.
La decisione di Ardizzone
Dal governo non sono arrivate rassicurazioni sui tempi per l’effettivo utilizzo di queste somme, stanziate con legge dal Parlamento. Le procedure rischiano di richiedere ancora mesi. Serve allora un intervento urgente, anche nella legge di assestamento di bilancio. Che però continua a restare impantanata in seconda commissione. Da qui la decisione di Ardizzone, che nel pomeriggio ha convocato la conferenza dei capigruppo stabilendo che il disegno di legge vada comunque in Aula venerdì pomeriggio, che la commissione lo abbia esitato o no. “Esprimiamo il nostro apprezzamento per l’intervento del presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, nell’auspicio che il governo regionale preveda adeguate risorse già nella legge di assestamento del bilancio regionale e, quindi, in tempo utile per le variazioni di bilancio dei comuni”, commenta Leoluca Orlando, presidente dell’AnciSicilia, a conclusione dell’incontro.