Pd, è guerra sui numeri del congresso in Sicilia

Nel Pd Sicilia è guerra anche sui numeri del congresso regionale

Diverse le interpretazioni sui dati provenienti dai circoli

PALERMO – Nel Partito democratico siciliano, già alle prese con i cavilli dei ricorsi, ora scoppia anche la guerra di interpretazione sui numeri del congresso. La battaglia per la segreteria regionale è al giro di boa, con la metà degli iscritti chiamata finora alle urne. È ancora scontro tra l’area Schlein, che sostiene la ricandidatura di Anthony Barbagallo, e il fronte che si contrappone al segretario uscente.

Pd Sicilia, i numeri del congresso

Non sono in discussione i numeri reali ma le strade divergono sulla lettura da dare ai dati che giungono dai circoli nei quali si è già votato. Su un totale di circa 16.500 iscritti, al 25 maggio i tesserati chiamati al voto sono stati circa la metà: 8.130. Di questi, sono 5.100 coloro che si sono recati ai seggi.

A questo punto scatta la guerra di interpretazione: dalla segreteria regionale indicano una percentuale di voti favorevoli a Barbagallo superiore all’85%, calcolata sulla platea di coloro che si sono recati alle urne e hanno partecipato al voto. Il fronte contrario al segretario uscente, invece, segnala che le 4.100 preferenze ottenute da Barbagallo finora rappresentano “soltanto” il 51% di coloro che finora hanno avuto diritto ad esprimere la propria preferenza.

Due modi diversi di leggere i dati

I numeri coincidono ma cambia la base sulla quale i due fronti calcolano il risultato delle urne. Gli anti-Barbagallo, che avevano annunciato l’intenzione di non partecipare al congresso, segnalano che al momento il segretario è stato scelto da poco più del 50% degli iscritti mentre l’area Schlein, che ha sposato la sua ricandidatura, ragiona su coloro che si sono recati ai seggi e giudica “soddisfacente” il dato in favore del segretario.

In aggiunta, dalla segreteria regionale, fanno osservare che il congresso del Pd Sicilia, apertosi il 16 maggio, finora registra un’affluenza lievemente superiore rispetto all’ultimo congresso nazionale. I tesserati del Partito democratico siciliano voteranno fino all’1 giugno.

Partito democratico
Il voto in un circolo Pd

Il congresso Pd a Catania

Il congresso, ormai, è di fatto un referendum ‘pro’ o ‘contro’ Barbagallo. Il voto a macchia di leopardo nelle nove province siciliane rispecchia lo scacchiere delle alleanze in campo. Alta la percentuale di Barbagallo a Catania (92,5% dei voti espressi), anche se la performance del segretario nella sua Pedara non è esaltante: un terzo dei tesserati ha disertato le urne. Nella vicina Trecastagni, città del cugino Giovanni Barbagallo, in 76 su 145 hanno dichiarato il proprio voto favorevole al segretario uscente.

I dati di Trapani, Ragusa e Palermo

Rispetto ai voti espressi, Barbagallo viaggia a gonfie vele anche nelle province di Trapani (89,4%) e Ragusa (97,2%), dove hanno un un grosso peso i sostegni da parte dei deputati Dario Safina e Nello Dipasquale. A Siracusa la mozione ‘Rigeneriamo il Pd’ del segretario uscente è al 92,2%. A Palermo, dove comunque l’opposizione interna può contare su grossi nomi del calibro dell’eurodeputato Giuseppe Lupo e dei parlamentari regionali Mario Giambona e Antonello Cracolici, c’è un’affluenza del 60%. Qui i voti in favore di Barbagallo sono il 59% delle preferenze espresse.

I casi di Troina, Agrigento e Caltagirone

Crollo a Troina, cittadina in provincia di Enna dove è stato sindaco uno degli esponenti di punta dell’opposizione interna, Fabio Venezia: su 201 tesserati nessun voto per Barbagallo. Scenario simile anche ad Agrigento, dove si fa sentire la presenza del capogruppo Dem all’Ars Michele Catanzaro, tra gli oppositori di Barbagallo: 75 tesserati e 14 voti per il segretario. Zero preferenze per Barbagallo a Cefalù, Capaci, Villabate, Barrafranca, Assoro e Militello in Val di Catania: piccoli centri che poco influiscono, a dire il vero, sul computo finale. A Caltagirone cinque voti su 92 tesserati che si sono recati alle urne. Affluenza bassa, di circa il 40%, nelle province di Messina ed Enna. In quest’ultima provincia Barbagallo ottiene appena il 12,6% dei voti espressi.

Le sfide per le segreterie provinciali

Nel frattempo si stanno svolgendo anche le sfide provinciali tra i candidati dell’area Schlein e quelli del fronte alternativo. A Palermo la partita tra Mari Albanese e Teresa Piccione vede in vantaggio la ex parlamentare nazionale che appartiene allo schieramento di Bonaccini e che ha presentato anche un ricorso sul voto del circolo di Termini Imerese, dove il seggio sarebbe stato aperto in assenza del rappresentante della propria mozione. Piccione viaggia sul 55% dei voti, Albanese attorno al 45%.

A Catania Giuseppe Pappalardo (area Schlein-Barbagallo) è in netto vantaggio su Francesco Siracusano, candidato espressione dei deputati regionali Giovanni Burtone ed Ersilia Saverino. Giochi conclusi a Ragusa, dove vince il fronte pro-Barbagallo: Angelo Curciullo è il nuovo segretario provinciale del Partito democratico, Riccardo Schininà guida il circolo cittadino nel capoluogo. A Siracusa aveva già vinto mesi fa il nome prescelto dall’area Schlein: Piergiorgio Gerratana.

Il fronte dei ricorsi

Nel frattempo prosegue la battaglia anche sul fronte dei numerosi ricorsi. La decisione sull’esposto presentato dall’avvocato messinese Giuseppe Vitarelli, contro la modalità del voto palese al congresso regionale, ha una nuova puntata. Dopo il rigetto da parte del commissario per il congresso Nico Stumpo, Vitarelli si è appellato alla Commissione regionale di garanzia, che in questo caso assume la veste di organismo decisionale di secondo grado.

Poche, tuttavia, le chance per questo ricorso dal momento che il regolamento congressuale approvato a gennaio prevedeva il voto palese nel caso in cui vi fosse un’unica candidatura a segretario regionale.


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