"Consigliò di pagare il pizzo" |Un poliziotto al soldo del boss - Live Sicilia

“Consigliò di pagare il pizzo” |Un poliziotto al soldo del boss

Guido Ferrante, 41 anni, avrebbe consigliato a un pasticcere di pagare il pizzo alla mafia. Il poliziotto è anche sotto la lente della procura per un giro di compravendita di automobili che avrebbe coinvolto anche esponenti delle cosche.

PALERMO – Sarà interrogato lunedì prossimo Guido Ferrante, l’assistente della polizia di Stato, finito agli arresti domiciliari su ordine del gip con l’accusa di favoreggiamento aggravato e omessa denuncia di reato perché avrebbe consigliato a un pasticcere di pagare il pizzo alla mafia e di non denunciare la vicenda coprendo presunti esponenti della cosca di Corso Calatafimi tra cui Giuseppe Zizo, poi arrestato nel 2011.

Il commerciante è andato invece dalla polizia, nel 2010, raccontando che aveva trovato l’Attack nei lucchetti e poi gli era stato incendiato il gazebo. Per capire chi fosse stato si era rivolto a un conoscente che gli suggerì di non fare più caffé espressi perché la cosa irritava il titolare di un bar concorrente e di pagare la “quota”. Al diniego del pasticcere l’estortore promise altri danneggiamenti.

La vittima parlò dell’episodio con il poliziotto che gli consigliò di cedere perché sapeva che in quella zona pagavano tutti. “Vedi con chi devi parlare – dice Ferrante, in un’intercettazione raccolta dalla polizia -, perché io… Purtroppo sai quale sono le cose della vita? Con questa gente attualmente uno ha solo da perdere. Hai capito?”. In altre conversazioni tra presunti esponenti del mandamento di Pagliarelli, gli inquirenti capiscono che Ferrante era “a disposizione”.

Il poliziotto è anche sotto la lente della procura per un giro di compravendita di automobili che avrebbe coinvolto anche esponenti delle cosche tra cui Michele Armanno, ritenuto il reggente del mandamento Pagliarelli. Non a caso Guido lo chiama “Zio Michele”. L’intesa con lo “zio” è tale che Ferrante si sente di confidargli “I miei mille euro alla settimana io me le guadagno con le macchine” e quando Armanno, dopo che il poliziotto si è allontanato lo definisce un “ruffiano”, il fidato Maurizio Lareddola concorda “E’ stato sempre rispettoso, zio Michele”.

(Fonte Ansa)


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