"Consulenze milionarie? | Con me i conti in ordine" - Live Sicilia

“Consulenze milionarie? | Con me i conti in ordine”

L'ex presidente di Sicilia e-Servizi: "Le dichiarazioni di Ingroia in merito alla gestione del sottoscritto sono prive di alcun fondamento"

Emanuele Spampinato
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PALERMO – “Le dichiarazioni di Ingroia in merito a presunte consulenze milionarie riconducibili alla gestione del sottoscritto sono oggettivamente prive di alcun fondamento”. Arriva secca la smentita del ex presidente di Sicilia e-Servizi, Emanuele Spampinato, accusato’ ieri dal neo amministratore unico Antonio Ingroia di aver “avallato consulenze legali da oltre 3 milioni di euro senza che ci fossero contratti a supporto del rapporto professionale”.  “Colgo l’occasione – continua Spampinato – per evidenziare che l’azione gestionale condotta dal sottoscritto e’ stata sempre contraddistinta dal salvaguardare la
spesa pubblica mantenendo i conti della societa’ sempre in attivo, non necessitando pertanto di alcuna successiva azione di risanamento dal punto di vista gestionale.

A tale scopo – aggiunge – rivendico l’aver bloccato sia gli affidamenti al socio privato e sia il rinnovo di tutti i contratti a progetto, comportando il risparmio di centinaia di milioni di euro per le casse regionali. Rivendico l’aver posto la questione della economicità dei servizi da svolgere per la Regione Siciliana fino a maturare la convinzione della necessita’ di liquidare una Societa’ non in grado di produrre benefici per la pubblica amministrazione. Rivendico l’aver posto la questione della verifica dei lavori effettivamente svolti dal socio privato mediante la misurazione con metodi oggettivi dei software e dei sistemi sviluppati. Rivendico il mio status di professionista e di manager riconosciuto nel settore dell’informatica e delle telecomunicazioni. Le notizie riportate da Ingroia nell’enfasi della conferenza stampa di presentazione del nuovo assetto societario sono forse da
riferirsi a questioni gia’ oggetto di dibattito processuale in sede civile da oltre un anno e mezzo, alle quali rimando gli interlocutori interessati per constatare l’infondatezza delle sue dichiarazioni”.


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