Contagi e reparti Covid, Pomara: "Scelte tecnico-scientifiche discutibili"

Contagi e reparti Covid, Pomara: “Scelte tecnico-scientifiche discutibili”

La presa di posizione del direttore dell'istituto di medicina legale del Policlinico di Catania
CORONAVIRUS
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PALERMO – “Su quali valutazioni tecniche e soprattutto su quali valutazioni predittive è stata ponderata l’analisi costi- benefici tra obbligatorietà o meno del vaccino e politica di riconversione dei reparti in base ai contagi? Misura non preventiva ma, al più e male, direi contenitiva che oggi pesa su tutto il Paese. Siamo ancora una volta a valutare scelte tecnico-scientifiche molto discutibili. Chi poi crede che il problema riguardi la sola Sicilia, sbaglia”. Lo dice il professore Cristoforo Pomara, direttore dell’istituto di medicina legale del Policlinico di Catania che rilancia sulla vicenda dei colori legati al Covid nelle regioni italiane, sulle vaccinazioni e sulla politica di contenimento della pandemia.

“Il vaccino sia obbligatorio”

“Mi spiego meglio – aggiunge Pomara -. In una prima fase si era, di fatto, in balìa del virus e l’unico metodo di contrasto era il suo contenimento mediante tampone, tracciamento e trattamento. Tuttora, le strategie terapeutiche sono limitate e si continua a morire, come nella prima fase. Al contrario, è noto che chi si vaccina non muore. Basterebbe solo questa cogente evidenza per indirizzare, a mio parere, la scelta verso l’obbligatorietà del vaccino”.

“Chi risponderà dei morti?”

“Ma c’è di più – rincara il professore che fa parte del comitato tecnico scientifico siciliano -.Chi ha stimato, in cabina di regia, quali saranno gli effetti delle passate, attuali e future riconversioni dei reparti sulla mortalità, a breve e a lungo termine, di tutte le patologie che subiranno ritardi di diagnosi, trattamento e prevenzione? In base a quali evidenze? Si faccia chiarezza da parte della cabina di regia su questi dati. Se esistono, che siano resi pubblici. Alternativamente, nella piena libertà dei no vax di non vaccinarsi e dei decisori di lasciarli fare – chiede Pomara – chi risponderà dei decessi che ci saranno per carenza di assistenza, o perché manca un’ambulanza, o perché un reparto è chiuso, un day hospital rinviato e intere rianimazioni dedicate al Covid e così via? Fattispecie che, ormai, non saranno più come nella prima fase determinate da cause di forza maggiore, ma da valutazioni, appunto, su costi-benefici delle quali è ora che qualcuno se ne carichi sulle spalle le responsabilità e di esse risponda, se non altro, moralmente”, conclude.


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