Continuità con Musumeci, concertazione: parole chiave di Schifani - Live Sicilia

Continuità con Musumeci, concertazione: parole chiave di Schifani

Nelle fasi iniziali del lungo discorso e in quelle finali, che si trovano le chiavi politiche alla base del battesimo del fuoco di Schifani
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PALERMO – “Prosecuzione con l’esperienza del governo Musumeci”, concertazione con l’opposizione e, punto per punto, come affrontare le principali emergenze della Sicilia. Ma è nelle fasi iniziali del lungo discorso (21 pagine) e in quelle finali, che si trovano le chiavi politiche alla base del battesimo del fuoco di Renato Schifani. GUARDA LA DIRETTA VIDEO

L’identità

Istituzionale e formale. Dopo i saluti a al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella “estremo garante della nostra unità nazionale e delle regole inviolabili della nostra Costituzione” e un pensiero “nei confronti di tutte le vittime della mafia, di cui Giovanni Falcone e Paolo Borsellino costituiscono esempio luminare”, Schifani ripercorre le tappe che l’hanno portato alla guida della Sicilia.

A partire dalla “giornata del 13 agosto”, quando “mi è stato chiesto dai leader nazionali e regionali del centro destra di candidarmi alla guida della nostra Regione”. Arriva a questo punto la prima parola chiave, la richiesta è avvenuta “in prosecuzione di quella che era stata l’esperienza del governo Musumeci, una esperienza segnata dal dover affrontare gravi emergenze sanitarie con grande determinazione e responsabilità”.

Un governo in continuità col precedente, sia nel suo concepimento, che nella sua formazione. E infatti, ricorda ancora Schifani, “nella convinzione che sulla mia persona il presidente Musumeci non avrebbe manifestato alcun dissenso, ho accettato la candidatura”.

Il perimetro della maggioranza

Renato Schifani disegna un assetto di governo che non si limiti, nell’azione parlamentare, al perimetro della maggioranza. Ogni passaggio che riguarda l’Assemblea regionale siciliana è ricco di “aperture”, percorsi “concordati” e inviti all’opposizione, nei confronti della quale la sua porta sarà sempre “aperta”, per dare voce alle istanze dei territori e non solo.

La strategia di apertura conferma innanzitutto un metodo, quello Schifani, già consolidato ai tempi della presidenza del Senato, improntato al dialogo. “Ho sempre creduto nella democrazia parlamentare – dice Schifani – ed anche se eletto direttamente dai cittadini, sono un convinto sostenitore della sovranità ed autorevolezza del Parlamento”.

Quando Schifani parla della burocrazia regionale, annunciando riforme e modifiche del “sistema”, auspica “il coinvolgimento pieno e totale del Parlamento al quale mi porrò con doveroso spirito collaborativo e costruttivo”.

Ampio spazio alle proposte, ai nodi del bilancio, tanto da suscitare, poi, le reazioni molto accese delle opposizioni.

La ricerca di una maggioranza più ampia

Con Miccichè che ha annunciato di continuare il percorso nella maggioranza, ma “senza fare sconti”, Schifani punta sul contributo di deputati dell’opposizione.

“Chiedo a quest’aula – conclude il presidente della Regione – sia alla mia maggioranza, sia all’opposizione, di muoversi in una logica di preposizione, di serenità. La dialettica è sempre importante. Tante volte ho cambiato idea, ma il più delle volte se si vuole bene a una terra bisogna essere responsabili. Noi lo saremo, sono certo he lo farà questo Parlamento”.


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Commenti

    Se quel che dice Messina è vero e le date sembrerebbero confermare, l’unico colpevole dovrebbe essere Schifani.

    Di fatto fratelli d’Italia in Sicilia non ha classe dirigente. I vari cannella varchi non vengono neanche calcolati da Roma e questo è evidente

    no, purtroppo cenè tanta

    Schifani ha sbagliato quando ha ceduto alle pressioni romane, ora difficile fare il supereroe

    Se ci fermiamo un attimo a vedere chi sono i deputati di fdl eletti possiamo constatare che si tratta, per la stragrande maggioranza, di gente proveniente da altri schieramenti che ha usato la Meloni come autobus con il solo scopo di sedersi “alla regione” . Non deve stupire se adesso si sentano invincibili e intoccabili, hanno i numeri dalla loro e questo status li porta inevitabilmente a considerare l’istituzione cosa loro. Dunque tiriamo dentro tutti in modo da non buttare fuori nessuno. Così si stanno mettendo le cose. Come disse il sommo… «Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!».

    la colpa tua, no e tua. pubblicate tutti i documenti compreso le date di notifica e gli scontrini del caffè cosi la gente si rende conto chi è che mente . Politica vecchia di basso livello ed affarista di tutti i partiti compresi quelli di opposizione.

    La Meloni è brava e fratelli d’Italia cresce per lei, ma è circondata da nani arroganti

    Tutta la mia solidarietà a Renato Schifani ricordando nel contempo ai tanti che si stanno divertendo in queste ore a sparare a zero sia sul Governo regionale che su quello nazionale che in una normale democrazia governa chi prende più voti. Pertanto le opposizioni politiche dovranno mettersi il cuore in pace e rassegnarsi almeno fino alle prossime elezioni ma se nel frattempo dovessero venire alla luce fatti di rilevanza penale sarà in questo caso unicamente la Magistratura a dovere intervenire. Con i commenti contrari e le accuse da bar non si fanno processi nè tantomeno si incrementa un sereno dibattito politico altrimenti si finisce di creare climi da guerra civile.

    Sicché non dovremmo commentare ne giudixare l’azione politica scriteriata che si è attrezzata per buttare 6 milioni di euro in 2 anni?
    Solo perché hanno vinto le elezioni?
    Se fosse così saremmo in dittatura.
    Per fortuna se in mala fede si nuttano soldi….c’è la strada di casa, a casa….dimissioni.

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