Coppia uccisa e bruciata, assolto: mistero irrisolto - Live Sicilia

Coppia uccisa e bruciata, assolto: mistero irrisolto

Scagionato il cognato dopo sei processi. Il delitto è del 1994.

PALERMO – Dopo sei processi, a distanza di 27 anni dal fatto, ci sono un assolto e un duplice omicidio senza colpevoli. La Corte d’assise d’appello di Palermo ha assolto Natale Romano Monachelli, accusato di aver ucciso, il 21 novembre 1994 a Villagrazia di Carini, in provincia di Palermo, il fratello Filippo, tossicodipendente, e la cognata Elena Lucchese. L’imputato ha assistito a tutti i processi a piede libero. Era stato infatti stato rimesso in libertà dopo pochi giorni di custodia cautelare in carcere.

Il processo


Il processo è tornato in appello due volte dopo l’annullamento con rinvio della Cassazione di una condanna in entrambi i casi a 24 anni, decise con verdetti che avevano ribaltato le assoluzioni di primo grado.
La storia risale al 1994, quando viene trovato un Fiat Fiorino bianco con dentro i cadaveri carbonizzati di marito e moglie, prima crivellati di colpi. Le indagini si concentrano sul cognato che fa il tassista. Nulla di fatto. Qualche anno dopo si trasferisce in Svezia dove apre un ristorante-pizzeria, portando con se anche il nipote e figlio delle vittime di cui si prende cura. È la compagna svedese di Romano Monachelli ad accusarlo. Sembra la svolta solo che la donna prima dice che non può tenersi dentro questo segreto, ma poi ritratta. Le accuse risalivano al periodo tormentato della fine della loro relazione. Caso chiuso e riaperto nel 2009 quando nella vicenda irrompono le dichiarazioni del pentito di mafia Angelo Fontana dell’Acquasanta. L’imputato viene accusato di avere ucciso il fratello che picchiava la madre. Era un tossicodipendente, aveva sempre bisogno di soldi e diventava violento. Così, racconta Fontana, il fratello
lo ha ucciso in un garage, a Palermo, nella zona dello stadio. Subito dopo ha ammazzato la moglie che voleva mettere le mani sull’eredità del fratello Filippo.
Per sbarazzarsi dei corpi Natale Romano, prosegue il pentito, si rivolge a un suo caro amico: Giovanni Bonanno che sarà poi vittima di lupara bianca per mano dei boss Lo Piccolo. Alcuni anni arrivano le dichiarazioni di Giuseppe Tantillo, ex boss del Borgo Vecchio pure lui divenuto collaboratore di giustizia. Sposta il movente dell’omicidio sulla droga. Storie di spaccio, di debiti non saldati. Storie fumose e mai credibili fino in fondo. La vita di Romano Monachelli è rimasta appesa a lungo. Oggi l’assoluzione da sempre invocata dagli avvocati Angelo Barone, Salvatore Pirrone e Concetta Cancelliere.


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