Corruzione al Comune, Tantillo e Arcuri fra "toni scherzosi e mal di pancia"

Corruzione al Comune, i verbali|”Toni scherzosi e mal di pancia”

Cosa hanno detto ai pm l'ex vice sindaco Emilio Arcuri e il consigliere Giulio Tantillo

PALERMO – L’ex assessore ha escluso di avere ricevuto pressioni per presentare in consiglio i piani costruttivi, il consigliere comunale ha spiegato di avere votato contro. Nessuna interferenza né per l’uno, né per l’altro.

Arcuri e Tantillo informati sui fatti

I pubblici ministeri hanno chiesto il rinvio a giudizio per il presunto giro di tangenti pagate ad alcuni funzionari comunali affinché arrivasse il via libera alla costruzione di nuovi edifici popolari.

Tra gli atti depositati ci sono anche le audizioni di Emilio Arcuri e Giovanni Tantillo, sentiti come persone informate sui fatti dal procuratore aggiunto Sergio Demontis, e dai sostituti Giovanni Antoci e Andrea Fusco.

Braccio destro di Arcuri

Sotto inchiesta per corruzione c’è l’architetto Mario Li Castri, pedina chiave della burocrazia comunale. L’istruttoria sulle proposte di deliberazione per i piani costruttivi è stata curata da Li Castri, all’epoca a capo dell’Area tecnica del Comune e per anni braccio destro di Arcuri.

La fiducia dell’ex vice sindaco ed assessore comunale nei confronti del burocrate mai è venuta meno, neppure quando fu avviato un procedimento disciplinare nei confronti del funzionario, incardinato dopo le segnalazioni dell’allora vice segretario comunale Serafino Di Peri.

Conflitto di interessi

Quest’ultimo aveva messo per iscritto, nel 2017, che Li Castri aveva espresso parere favorevole sui progetti di lottizzazione di cui era direttore dei lavori l’architetto Fabio Seminerio (pure lui indagato) nonostante Li Castri e Seminerio avessero lavorato insieme (è una delle contestazioni della Procura). Un palese conflitto di interessi.

Li Castri era stato momentaneamente trasferito al settore Mobilità, ma alla fine il procedimento disciplinare fu archiviato.

“Un imbroglione”, ma per scherzo

Il giorno che trasferirono Li Castri Arcuri diceva in modo a una dirigente: “… guardi che Mario Li Castri alla Mobilità si può fare ricco quindi state attenti dove lo mandate, questo imbroglione diventerà ricco alla mobi… dove lo mandate lo mandate… Mario non c’ha motivo perché tanto se ne va a rubare pure alla Mobilità perlomeno ruba sotto il mio controllo, ovviamente sto scherzando, questo è evidente”.

E che si trattasse di una battuta lo ha ribadito davanti ai pubblici ministeri lo scorso 20 luglio: “I toni utilizzati durante la conversazione erano scherzosi come ho precisato al termine alla conversazione”.

“Firme con il mal di pancia”

Meno scherzoso sembrerebbe il contenuto della conversazione di Arcuri che il 19 gennaio 2019 commentava la notizia pubblicata su Livesicilia dell’arrivo degli investigatori al polo tecnico di via Ausonia.

Le microspie erano accese e registrarono Arcuri mentre diceva di avere firmato le proposte di delibera sui piani costruttivi “con il mal di pancia”.

Ai magistrati l’ex vice sindaco ha spiegato: “Non ho mai condiviso la scelta di utilizzare le aree residue del territorio per edilizia agevolata e convenzionata. È una mia impostazione più che ventennale. La mia firma era funzionale all’inoltro del provvedimento al consiglio comunale per l’espressione del parere previsto dalla legge ovvero la dichiarazione di pubblico interesse”.

Rinuncia per evitare imbarazzo

Poco prima che venisse fuori la notizia dell’inchiesta Arcuri stava per essere nominato di nuovo assessore dal sindaco Leoluca Orlando, ma fece un passo indietro.

Anche questo è stato oggetto di domanda dei magistrati: “Ho maturato la scelta di fare un passo indietro per motivi di opportunità politica in seguito all’arresto di Li Castri e degli altri coinvolti nell’inchiesta anche per non esporre l’amministrazione ad eventuale imbarazzo. Non ho rapporti con Li Castri di solida amicizia ma di stima e fiducia reciproca dettate dalla frequentazione quotidiana per motivi lavorativi”.

Arcuri ha spiegato che i piani costruttivi non sono stati oggetto di incontri elettorali, né ha ricevuto finanziamenti dai rappresentanti delle cooperative, interessati alle lottizzazioni.

Non ha mai incontrato il costruttore Giovanni Lupo, che gli edifici avrebbe dovuto costruire, pure lui sotto inchiesta (“Ho preferito tenermi a distanza”), non ha subito pressione da Li Castri per portare i pareri sui piani costruttivi in consiglio comunale (“A me non piaceva l’idea dei piani costruttivi però li ho portati all’attenzione del consiglio comunale perché ero tenuto per norma di legge. Li ho voluti portare comunque in consiglio nell’auspicio che fossero bocciati come ho apertamente detto in sede di commissione consiliare. Li Castri ha firmato le proposte di delibera in questione”).

“Non ne sapevo nulla”

Alla luce dei rapporti pregressi fra Li Castri e Seminerio non era il caso di prendere provvedimenti a tutela dell’imparzialità nella pubblica amministrazione? “Ho appreso che tra i professionisti c’era l’architetto Seminerio solo in seguito alla lettera che mi fu indirizzata dalla responsabile anticorruzione del Comune”.

“Comportamento inopportuno”

Anche quando finì nei guai per la vicenda della lottizzazione di via Miseno per la quale è stato condannato in primo grado, Li Castri continuò a interessarsi ai piani costruttivi seppure non fossero più di sua competenza.

“Non mi sono stupito dell’interessamento di Li Castri anche alla luce di quanto emesso nelle indagini può essere giudicato un comportamento inopportuno – ha risposto Arcuri –. Non sono in grado di riferire per quale motivo di castri si sia interessato ad una problematica di Seminerio”.

Infine ha spiegato che “il consigliere comunale Giovanni Lo Cascio (del Pd) come presidente della commissione urbanistica mi ha parlato almeno due o tre volte sollecitandomi politicamente in quanto assessore proponente che fossero esitati gli atti afferenti tutti i piani costruttivi ed io gli ho ribadito che le avevo già inoltrati al consiglio comunale”.

Infine Arcuri ha detto di non ricevuto alcuna pressione né dall’altro consigliere comunale indagato Sandro Terrani (del Movimento139), né da Guilio Tantillo.

Tantillo e la cena di natale

Tantillo non è indagato. I due imprenditori finiti sotto accusa raccontavano di avere interessato anche il consigliere di Forza Italia e dunque dell’opposizione.

L’architetto Seminerio, intercettato, parlava di una cena nel Natale 2018 in cui Li Castri gli avrebbe anticipato di avere discusso delle lottizzazioni con Tantillo per portare in consiglio comunale le proposte di delibera.

Tantillo ha confermato di avere incontrato Li Castri prima della cena di Natale e “mi ha chiesto dei programmi costruttivi ed io gli ho detto che le avremmo portati in consiglio comunale, ma come opposizione ci saremmo messi contro la loro adozione”.

Sotto accusa c’è anche il consigliere comunale Sandro Terrani. Di lui Tantillo ha detto che “quando l’ho incontrato in consiglio mi chiedeva di portare a votazione i piani costruttivi essendo lui favorevole alla loro approvazione. Ho pubblicamente dichiarato che quella della mancata approvazione dei piani è stata un’occasione persa, la mia era una valutazione politica perché sono sempre stato contrario all’approvazione dei piani Aggiungo che commissione urbanistica sono stato l’unica a votare contro”.

Infine da Tantillo è arrivato un affondo politico nei confronti di Arcuri: “L’iter del piano regolatore è stato bloccato per tre anni. Ritengo come responsabili del ritardo gli uffici competenti e l’assessore Arcuri, Se l’iter fosse stato approvato nei tempi previsti i piani costruttivi sarebbero decaduti”.


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