In appello per l’omicidio Dezio: uno sconto di pena e un’assoluzione

Corte d’appello, per l’omicidio Dezio uno sconto di pena e un’assoluzione

Esce pienamente assolto Alessandro Pepi

CATANIA – Per la Corte d’appello di Catania Antonino Pepi, detto ‘Antonello’, sarebbe il responsabile della morte di Giuseppe Dezio, produttore agricolo, ucciso da una coltellata alla gola il 2 febbraio 2016, a Vittoria, nel Ragusano. L’imputato prende 14 anni, pena ridotta rispetto ai 22 anni del primo grado, in virtù delle attenuanti generiche.

La Corte ha assolto Alessandro Pepi, fratello di Antonello, che in primo grado aveva preso 22 anni. In primo grado erano già stati assolti l’altro fratello, Marco, e il papà Gaetano Pepi. Quest’ultimo, cioè Pepi padre, si era pure dichiarato colpevole, parlando di legittima difesa.

La difesa: ricorso in Cassazione

I quattro sono difesi tutti dall’avvocato Giuseppe Lipera, che afferma di ritenersi “certamente soddisfatto” per l’assoluzione di Alessandro Pepi, per la cui innocenza si è sempre battuto. “Ma sono profondamente amareggiato per la condanna di Antonello Pepi – sottolinea – nei cui confronti non sono mai emersi neppure indizi per poterlo condannare per il reato di omicidio volontario”.

Al condannato sono state concesse le attenuanti generiche e per questa ragione, trattandosi un’ipotesi di omicidio volontario semplice, senza aggravanti, la pena è scesa. Sta di fatto che il suo legale annuncia che farà ricorso in Cassazione quando, entro 90 giorni, sarà depositata la sentenza.

La ricostruzione del delitto

Il delitto, secondo l’accusa, sarebbe avvenuto per dissapori legati al passaggio da una strada di campagna. La difesa ha sempre sostenuto l’innocenza di tutti gli imputati, dicendo che a uccidere Dezio fu Gaetano Pepi, ma solo per legittima difesa. Per il suo legale, intervenne per salvare il figlio Alessandro.

Gli altri, sempre secondo l’avvocato Lipera, sono totalmente estranei al delitto. I quattro erano stati tutti arrestati durante le indagini, poi, come detto, due furono assolti in primo grado e un terzo adesso. Al processo di appello sono stati sentiti i Ris di Messina.

Il processo d’appello

In aula poi erano stati sentiti due consulenti della difesa, ovvero il generale Luciano Garofalo e la dottoressa Antonella Milana, medico legale che di recente è scomparsa; oltre che, ovviamente, il perito, il dottore Giuseppe Ragazzi. Le parti civili sono assistite dalle avvocatesse Linguanti, Gaustella e Schembri del foro di Ragusa.


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