Strigliata della Corte dei Conti: |"C'è troppa corruzione" - Live Sicilia

Strigliata della Corte dei Conti: |”C’è troppa corruzione”

Corte dei Conti, inaugurazione dell'anno giudiziario

Consulenze illegittime, corruzione sistematica, troppi debiti fuori bilancio e la necessità di un ritorno della politica all'etica: l'inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte dei Conti siciliana è l'occasione per un'analisi impietosa sullo stato della Pubblica amministrazione isolana. E nelle loro relazioni, il presidente Pagliaro e il procuratore Carlino puntano il dito contro "gravi episodi di cattiva amministrazione, sintomatici di un preoccupante calo di tensione morale nella politica e nella gestione della cosa pubblica".

l'inaugurazione dell'anno giudiziario
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PALERMO – Troppi debiti fuori bilancio negli enti locali, una corruzione di “carattere sistematico” e difficilmente eliminabile, la necessità di un ritorno all’etica della politica, consulenze illegittime e uso distorto dei contributi comunitari: è un’analisi impietosa quella della Corte dei Conti siciliana, illustrata in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Le relazioni del presidente Luciano Pagliaro e del Procuratore generale Guido Carlino hanno fatto così il punto sull’attività della magistratura contabile nel 2012, ma soprattutto hanno descritto i mali della Pubblica amministrazione isolana.

E tra questi, in primis, c’è proprio la corruzione: “I fenomeni della corruzione e della concussione – ha detto Pagliaro – hanno assunto caratteri di sistematicità e vastità, ma purtroppo, in mancanza di un’esplicita denuncia o di una scoperta in flagranza, i reati sono difficilmente accertabili e la quasi totalità delle indagini contraddistinte da successo si è fondata sull’attività di intercettazione telefonica ed ambientale. L’illegalità, la corruzione e il malaffare sono pesantemente presenti nel Paese e inquinino la vita civile”. Una corruzione che andrebbe combattuta attraverso la semplificazione amministrativa, limitando “il passaggio delle pratiche da un ufficio all’altro ed eliminando lacci e lacciuoli che costituiscono il brodo di coltura per il manifestarsi dei fenomeni concussivi e corruttivi”. Ma, ha sottolineato il presidente della sezione siciliana della Corte, nessun provvedimento, per quanto incisivo, potrà avere effetti determinanti senza “un ritorno all’etica nella politica, nonché una condivisione da parte della società civile dei principi di onestà, correttezza, legalità e rispetto per il pubblico denaro”.

Nell’aula magna della Facoltà di Giurisprudenza di Palermo, alla presenza di autorità civili e militari fra cui il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, il commissario dello Stato Carmelo Aronica, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il presidente della Provincia Giovanni Avanti e il questore Nicola Zito, tra cui spiccava però l’assenza del governatore Rosario Crocetta, Pagliaro, dopo aver invocato il ripristino del termine decennale di prescrizione per il danno erariale, ha però ammesso che la Corte “riesce a contrastare solo una limitata categoria di danni erariali, visto che molti sfuggono alla giurisdizione e possono essere limitati o evitati solo con altre attività di competenza del legislatore e dell’amministrazione”. Un duro atto di accusa contro gli amministratori regionali e locali, che devono intervenire anche per la risoluzione delle emergenze come quella della raccolta dei rifiuti. “Quasi giornalmente la stampa e la televisione ci mostrano una Sicilia sommersa dai rifiuti e il danno d’immagine si aggiunge a quello all’ambiente e alla salute dei cittadini”, ha tuonato Pagliaro, puntando l’indice contro l’incapacità di risolvere un problema che altrove non esiste invitando a convocare “stati generali che coinvolgano tutti i possibili interessati ed esperti del settore anche stranieri”.

“Le vicende oggetto di attività istruttoria – ha aggiunto Carlino – sono caratterizzate e accomunate da sperperi di risorse, inefficienze e diseconomicità dell’azione amministrativa con l’aggravante, in molte ipotesi, dell’esistenza di condotte finalizzate al conseguimento di personale vantaggio dall’esercizio delle funzioni istituzionali”, con inevitabili conseguenze per l’erario pubblico e l’immagine della Pubblica amministrazione.

Ma la relazione è stata anche l’occasione per snocciolare anche alcuni dati sull’attività della magistratura contabile: i tempi medi dei processi sono stati ridotti ad appena sei mesi e riguardano per lo più peculato, corruzione e concussione ma anche danni relativi a lavori pubblici, consulenze illegittime, uso improprio dei contributi comunitari e mala sanità. 42 i privati cittadini sono stati condannati dalla Corte, 20 i dipendenti comunali, 12 gli statali, sette i regionali, altrettanti i provinciali e dieci di altri enti.

E i casi sono i più disparati: si va dal sottufficiale che si appropriava di merce sequestrata all’ispettore del lavoro che ha chiesto soldi a un imprenditore per evitare gli accertamenti, passando per il direttore di un’azienda sanitaria accusato di aver indetto una gara d’appalto sovrastimata. E ancora il primario che ha vessato il vice per cacciarlo dal presidio ospedaliero e il caso Ibs forex.

In totale nel 2012 la Procura ha aperto 5450 istruttorie, invitato a dedurre 375 soggetti per danni erariali da 34 milioni per il 2012 e contestato l’eccessivo ricorso a debiti fuori bilancio che mettono a rischio la tenuta finanziaria degli enti locali. Depositati anche 105 atti di citazione in giudizio, a carico di 200 soggetti, per un danno erariale accertato di 56 milioni per lo scorso anno. Ma tra le “patologie gestionali” rientrano anche lo sforamento del patto di stabilità, il dissesto finanziario degli enti, le consulenze assegnate anche in mancanza dei requisiti e senza aver prima verificato se era possibile ricorrere a risorse interne. “Rispetto agli anni passati il fenomeno delle consulenze esterne sta un po’ scemando, pero’ – precisa Carlino – vi sono sicuramente situazioni su cui stiamo lavorando e hanno dato luogo a condanne a carico di amministratori. E il problema riguarda tutti gli enti pubblici, non solo la Regione”.

Un’ampia parte della relazione è stata dedicata infine alla sanità. Sono stati segnalati dalla Procura della Corte dei Conti illeciti di vario tipo nelle procedure di acquisizione di beni e servizi, nella attività professionale extra moenia e nel conferimento di incarichi nonché casi di “malasanità” per danni da erronea diagnosi ovvero da interventi chirurgici non correttamente eseguiti.

Twitter: @robertoimmesi


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