Cosa accade alla fine dell'anno: tra bilanci e aspettative

Cosa accade alla fine dell’anno? Tra bilanci e aspettative

"Concentrarsi su ciò che si è stati capaci di raggiungere ed ottenere"
IL PARERE DELLA PSICOLOGA
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4 min di lettura

CATANIA – Quella che stiamo vivendo in questi giorni è una delle fasi di passaggio tra le più importanti, che segna la conclusione dell’anno appena trascorso e l’inizio del nuovo. Un momento in cui il nostro sguardo è rivolto, allo stesso tempo, sia all’indietro a ripensare ciò che è stato, che in avanti ad immaginare quel che ci attende e che sarà.

Tempo di bilanci

La fine dell’anno rappresenta il completarsi di un ciclo, un evento che scandisce puntualmente il percorso di vita di ogni soggetto e che porta con sé l’abitudine di fare un bilancio del tempo trascorso, attraverso un “tirare le somme” che può comportare, nella migliore delle ipotesi, l’archiviazione dei successi raggiunti in questi ultimi dodici mesi oppure, nel caso contrario, di eventuali fallimenti che rendono questo momento tutt’altro che positivo.

In realtà i bilanci personali si possono fare in qualsiasi momento della vita, ma è al cambio di calendario che si avverte con più forza questa esigenza; facilitati infatti da alcune dinamiche legate alle festività natalizie (quali momento di introspezione che spinge a ricordare, pensare e riflettere), ci si ritrova inevitabilmente immersi in considerazioni, confronti e resoconti vari.

Quando si è fortunati si rimane con la sensazione che il proprio anno sia stato interessato da alti e bassi che si sono compensati a vicenda. Ma quando in questa valutazione a prevalere sono le cose rimaste in sospeso rispetto a quelle raggiunte, ciò che si sarebbe potuto fare rispetto a quanto fatto ..ecco che allora, accanto alle malinconie, ai ricordi dolorosi e a certe “mancanze” in questi giorni piú intense che mai, viene ad aggiungersi “un ulteriore senso di insoddisfazione e di malessere, dato proprio da questa verifica negativa”.

Tempo di aspettative

Accanto a ciò, e strettamente connesse a quanto sinora detto, vi sono tuttavia le aspettative per il nuovo anno, considerato un’occasione per ri-cominciare, impegnandosi a fare meglio e a scrivere nuove pagine della propria vita, dopo aver messo un “punto simbolico” ad un capitolo fatto dei 12 mesi appena trascorsi. L’inizio dell’anno è infatti comunemente visto come un’opportunità per fare il punto della propria vita ma, soprattutto, per darsi nuovi propositi.

Nel detto “Anno nuovo, vita nuova” è infatti insito il cosiddetto effetto del nuovo inizio, un fenomeno psicologico che indica la tendenza delle persone a cambiare qualcosa della loro vita “partendo da un preciso momento temporale”: e quale circostanza migliore dell’inizio dell’anno nuovo!

Cosí all’inizio dell’anno risulta molto piú comune porsi dei nuovi obiettivi, e tutta una serie di buone intenzioni a medio e lungo termine che sono fondamentali per proiettarsi mentalmente in un futuro prossimo secondo i propri desideri, per spingersi in avanti cercando di fare quelle cose veramente in sintonia con quello che si sente, in risonanza con ciò che si è.

Frustrazione e stress

Se da una parte tutte queste dinamiche tipiche del particolare momento che si sta vivendo possono essere considerate utili a conoscersi meglio e ad attivare quei piccoli-grandi cambiamenti che sono fondamentali nel processo evolutivo di crescita e maturazione di ogni soggetto, dall’altra è frequente che comportino frustrazione e stress se non saputi affrontare e gestire nel giusto modo.

Molto spesso infatti i propositi, così come i bilanci, sono pieni di giudizi: si soffermano piú su ciò che non è andato o è mancato, accompagnati anche dalla preoccupazione di non essere abbastanza;

e cosí, sia nel guardare al passato che nel proiettarsi verso il futuro, ci si pone con occhio troppo critico, rischiando di essere eccessivamente rigidi e severi con sé stessi.

Valorizzare il positivo

Ecco che allora forse sarebbe meglio guardare meno a ciò che non è stato fatto bene, concentrandosi piuttosto su quello che si è stati capaci di raggiungere ed ottenere.

Questa potrebbe essere una “posizione nuova e diversa di vedere le cose e sé stessi” da occupare all’inizio dell’anno, focalizzandosi sui successi passati, sfruttandoli come incentivo a tener duro e a non mollare negli eventuali momenti di incertezza e sconforto che potrebbero presentarsi. 

Una buona autostima ed autoefficacia risultano d’altronde fondamentali per il mantenimento della “motivazione”, vero motore del cambiamento.

Fare tesoro dei fallimenti 

Delle esperienze meno piacevoli converrebbe invece prendere ciò che comunque insegnano, considerandole delle occasioni di crescita che permettono una presa di consapevolezza delle cose da non ripetere e, soprattutto, di eventuali propri limiti ed imperfezioni, in virtú dei quali affrontare le nuove esperienze di vita.

È infatti molto importante che l’ambizione e il desiderio di fare meglio non facciano però perdere di vista le proprie reali capacità.

Anche grazie a ciò si potrà dare agli obiettivi prefissati “fattibilità e concretezza”, evitando la frustrazione derivante da un confronto con aspettative irrealistiche che non potrà che essere deludente.

Anche se in specifici periodi dell’anno si è dunque maggiormente propensi a bilanci e buoni propositi, non bisogna però dimenticare che tutti i giorni è possibile soffermarsi per fare il punto della propria vita, stabilire nuove priorità, intraprendere cambiamenti ..cercando sempre di coltivare il proprio benessere in ogni circostanza!

Auguri di buon Anno!

[Pamela Cantarella è Psicologa Clinica iscritta all’Ordine Regione Sicilia (n.11259-A), in formazione presso Scuola di Psicoterapia ad orientamento Sistemico-Relazionale]


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