La "depressione" tra le patologie del millennio: anche fra i giovani

Anche la “depressione” tra le patologie del millennio: soprattutto fra i giovani

Il cosiddetto "male del secolo"
IL PARERE DELLA PSICOLOGA
di
7 min di lettura

Sono ormai diversi anni che gli specialisti dell’ambito della Salute Mentale mettono in luce una vera e propria “emergenza rispetto al disagio psicologico soprattutto nei giovani”, frutto di un insieme di fattori che evidenziano i cambiamenti che negli ultimi tempi hanno riguardato diversi aspetti della realtà nella quale ci si ritrova a vivere.

I recenti mutamenti socioculturali

In primo luogo sono sicuramente da evidenziare tutte le modifiche che hanno riguardato la struttura familiare intesa nel senso piú tradizionale e, conseguentemente, le relazioni all’interno di essa.

Ma anche le trasformazioni delle relazioni sociali in generale, dove predomina una “logica individualista” che vede il legame con l’altro sempre piú posto in funzione delle proprie esigenze, a servizio della realizzazione di desideri soggettivi a scapito di quelli comunitari.

Oltre ad un diffondersi e radicarsi di modelli di iperfunzionalità e iperproduttività costantemente richiesti dalla società ed imposti dai mass media come canoni comportamentali ideali, che sottopongono ad una continua pressione per la realizzazione di performance scolastiche, sportive e lavorative eccellenti che non lasciano spazio a possibili errori e defaillances. Ci si ritrova cosí sempre piú paralizzati davanti ad un mondo complesso, fatto di competizione e continua dimostrazione delle proprie capacità, che avvolge in un senso di stanchezza psicologica.

Le insidie

Accanto a ciò un utilizzo sempre più precoce dei dispositivi elettronici, con un accesso troppo spesso non adeguato al Web che, oltre alle tante risorse, presenta anche diverse “insidie” nei confronti delle quali bisogna stare in guardia:

“la trasformazione verso il digitale ha provocato, oltre ad una sensibile riduzione del movimento inteso in senso fisico, anche una maggiore immobilizzazione emozionale. La connessione virtuale, accanto ad una progressiva perdita del senso della realtà, penalizza infatti le componenti emotive e ciò, a sua volta, facilita lo sviluppo di un’ideazione con connotazioni più pessimistiche, influendo sulla capacità di maturare un pensiero costruttivo ed orientato al futuro” (C. Mencacci, co-presidente della Sinpf, Società Italiana di Neuro-Psico-Farmacologia).

Le abitudini legate ad un uso non sempre corretto delle tecnologie fanno dunque aumentare l’isolamento, sia fisico che psicologico, determinando una rottura, spesso drastica, con il mondo sociale ed una notevole diminuzione delle relazioni affettive.

Sicuramente anche la pandemia -come ormai ampiamente assodato- ha contribuito in modo significativo e rendere ancora piú drammatico un quadro giá esistente con l’aumento del numero dei casi, ma anche con una maggiore intensità e gravità dei sintomi in situazioni patologiche già in atto, o con una slatentizzazione di disturbi che altrimenti non si sarebbero manifestati o che sarebbero emersi molto più tardi.

Per gli specialisti dell’ambito della Salute Mentale è in atto una “policrisi” in cui tutti gli elementi sopra elencati stanno facendo da “detonatore” al disagio mentale.

Allarme Depressione

Tra i vari disturbi psicologici si parla molto di Depressione rispetto alla quale (insieme all’Ansia), in questi ultimi periodi si è registrato un trend in netto aumento, le cui conseguenze ed il cui impatto soprattutto a livello di certe fasce della popolazione (quella giovanile, in primis), sono affiorate sempre piú delineando una situazione molto allarmante.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha definito la Depressione “il male del secolo”, in quanto patologia in crescita che, come prima accennato, ha trovato terreno fertile proprio nella società contemporanea a causa dei repentini cambiamenti e delle pressioni sociali che sono avvenuti dentro e fuori dal nucleo familiare:

“la nostra società sta vivendo un momento di crisi e di transizione in cui c’è una perdita di certezze e sicurezza, ed un ribaltamento dei valori: contano maggiormente quelli individuali a scapito di quelli comunitari, cosí come le relazioni virtuali piú di quelle reali. Tutto ciò evidenzia una mancanza di punti di riferimento, e porta all’isolamento alimentando condizioni di solitudine e rendendo sempre piú vulnerabili” (E. Bondi, Presidente della Sip, Società Italiana di Psichiatria).

I numeri che riguardano i disturbi depressivi sono molto preoccupanti se si pensa che questi sono considerati tra le prime cause di “disabilità” a livello globale, con circa 300 milioni di persone che ne soffrono nel mondo;

e tutto ciò assume una connotazione ancora piú drammatica visto che i dati potrebbero essere sottostimati, in quanto circa la metà di chi ne soffre non ha una diagnosi o non viene curato. A contribuire all’espansione di disturbi del genere è infatti anche la mancata consapevolezza della loro gravità nel vivere comune e la frequenza con cui vengono trattati tardivamente ed in maniera non adeguata

Ma cos’è la Depressione?

“..Quella condizione dell’anima che si registra quando il mondo circostante non dice più nulla, tace avvolto da un silenzio così cupo ed impenetrabile da impedire anche il più timido degli sguardi che osi proiettarsi nel futuro” (U. Galimberti)

La Depressione è un disturbo dell’umore che si presenta prevalentemente con un senso opprimente e pervasivo di profonda tristezza, accompagnato da altri sintomi che coinvolgono sia la sfera psichica che fisica quali:

-la perdita di interesse per qualsiasi attività,

-una sensazione di vuoto e di mancanza di emozioni, come se nulla importasse davvero,

-un desiderio di isolarsi dagli altri evitando le interazioni sociali, 

-una stanchezza costante e debilitante che rende difficili anche le piú semplici attività quotidiane, 

-una notevole difficoltà di concentrazione, di pensare in maniera chiara e di prendere decisioni (spesso viene riferita la sensazione di “vuoto mentale”),

-disturbi dell’appetito, con conseguenti alterazioni del peso corporeo,

-disturbi del sonno (insonnia o ipersonnia). 

La Depressione è una patologia invalidante

Pertanto non si tratta di semplice tristezza, ma di qualcosa di molto più profondo: la Depressione non è uno stato d’animo, ma una vera e propria malattia, con un suo decorso caratteristico che richiede una diagnosi ed una cura.

È una patologia che potrebbe essere anche fortemente invalidante, con ripercussioni sulla vita personale, professionale e relazionale dell’individuo, e diventa quindi fondamentale poter intervenire al più presto con un piano di cura adeguato.

A causa dei vissuti di impotenza, di immobilità e di inadeguatezza sperimentati, per il soggetto depresso può essere davvero difficile e problematico chiedere aiuto; ecco che allora chi gli sta quotidianamente vicino, riconoscendo il perdurare di uno stato di profonda tristezza che va al di lá di un momento fisiologico transitorio, può farsi da portavoce e sostenere cosí una richiesta che non riesce purtroppo ad essere espressa altrimenti, cogliendo soprattutto la reale gravità della situazione.

Diagnosi tardive

In molti casi, infatti, la diagnosi di depressione viene fatta tardivamente proprio perché chi ne soffre non riesce a riconoscerla come una vera e propria malattia da curare, ed anche perché la mancanza di forza e progettualità tipica di questo disturbo psichico impedisce di attivarsi verso un cambiamento possibile: si vive sospesi, immobili in un eterno presente di sofferenza in cui si è perso completamente il senso del futuro.

È possibile uscirne fuori

Le fluttuazioni del tono dell’umore fanno parte della vita di tutti i giorni e sono un qualcosa che tutti conoscono, spesso in maniera concomitante a periodi di vita difficili o particolarmente stressanti.

Senz’altro non basta essere giù di umore per definirsi depressi; quando vi è anche la presenza dei sintomi prima descritti, appare fondamentale rivolgersi ad un professionista del settore psicologico per evitare che il malessere sperimentato conduca progressivamente ad un sostanziale peggioramento della qualità della vita e, nelle sue manifestazioni piú estreme, anche a possibili condotte suicidarie.

La mancanza di un trattamento tempestivo ed adeguato potrebbe infatti comportare un’ingravescenza del disturbo dell’umore e ad una sua cronicizzazione, sino al punto della messa in atto di comportamenti sconsiderati ed irresponsabili, soprattutto auto-rivolti.

Il senso di inadeguatezza e di impotenza che il soggetto depresso quotidianamente sperimenta incide negativamente sull’autostima, e si accompagna spesso alla convinzione di una propria personale “colpa”; inoltre non si riesce piú a trovare nessuno stimolo nè a provare alcuno slancio vitale: predomina la percezione di un mondo che ha perso tutti i suoi colori… tale per cui, in alcuni casi, possono prendere forma anche pensieri di tipo suicidario che originano dalla stanchezza di fare fronte ad una realtà tanto scoraggiante, accanto alla convinzione che non valga piú la pena continuare ad affrontarla.

Le cure

Le cure per la Depressione dipendono molto dalla tipologia ed entità del disturbo, in quanto ne esistono varie forme ed ogni situazione va valutata singolarmente, ma quasi sempre appare efficace una “combinazione tra trattamento farmacologico e psicoterapico” affinchè poter tenere a bada i sintomi spesso anche molto invalidanti, mentre parallelamente viene svolto un lavoro piú profondo che punti prevalentemente ad individuare e correggere le convinzioni disfunzionali che il soggetto depresso ha sugli eventi che gli capitano, su sè stesso e sulla sua vita in generale, e che contribuiscono a creare, mantenere ed esacerbare il suo stato di sofferenza emotiva.

[La dott.ssa Pamela Cantarella è una Psicologa Clinica iscritta all’Ordine Regione Sicilia (n.11259-A), in formazione presso Scuola di Psicoterapia ad orientamento Sistemico-Relazionale]


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