Così non si può continuare - Live Sicilia

Così non si può continuare

A pagare maggiormente le conseguenze di errori, scontri, veleni e accuse a destra e a manca, vedi, sono i giovani. Allora è utile porsi altre domande.

Appena venti giorni fa, in occasione della tormentata approvazione della finanziaria/ter, su Livesicilia concludevo un mio articolo con le seguenti parole: “il Partito Democratico siciliano, alle prese con un continuo e acceso dibattito su quale posizione assumere nei confronti del governo regionale, del presidente in particolare, dibattito che in qualche modo acuisce le sue divisioni interne, deve porsi una sola domanda: è o non è il governo Crocetta all’altezza del suo compito? E, a seconda della risposta, agire in coerenza e in fretta, i cittadini non possono ancora attendere. Il resto è vecchia politica”.

Quando per “il resto” intendevo anche lo stucchevole tormentone del rimpasto, come se per risolvere la drammatica condizione in cui versa la Sicilia bastasse sostituire due o tre assessori, magari per appattare la settanta all’interno delle forze politiche che dovrebbero, il condizionale è ormai d’obbligo, sostenere il governo. Bene, anzi male, perché dopo tutto quello che sta accadendo sul cosiddetto “Piano giovani” la domanda riemerge prepotentemente e, probabilmente, se la fanno ormai milioni di siciliani. Stiamo sostenendo tout court che il governo Crocetta non è all’altezza? No, attraverso tale domanda stiamo sostenendo, gridando con forza che così non si può continuare, con la navigazione a vista, con l’approssimazione, con le contrapposizioni estenuanti, che bisogna darsi una decisa regolata, tutti, in particolare quando tocchiamo le speranze dei giovani fin troppe volte tradite, massacrate nei decenni da una politica distratta nel migliore dei casi, cattiva nel peggiore.

A pagare maggiormente le conseguenze di errori, scontri, veleni e accuse a destra e a manca, vedi, in ultimo, tra gli attori dell’ennesima incredibile vicenda siciliana, infatti sono i giovani in una regione dove la disoccupazione giovanile ha toccato punte del 50%, un bollettino di guerra. Qui non vogliamo ripetere la cronaca, né dare pagelle o formulare giudizi. Desideriamo solamente aggiungere altre domande alla prima che vanno ben oltre la politica per addentrarsi nel fantastico mondo del buon senso e della logica, fantastico perché assenti sembrano buon senso e logica, insieme a una coscienza responsabile, nella realtà quotidiana della politica siciliana, riferita sia ai partiti sia alle istituzioni regionali. Premessa, la tanto decantata separazione tra la politica e la burocrazia, cioè tra indirizzo e gestione, non è da intendersi, chiedendo scusa per la brutale semplificazione: andiamo a briglie sciolte e agiamo staccati, ognuno per conto proprio, come un mostro a due teste. Significa, giusta distinzione tra i due piani, senza ambigue e patologiche ingerenze reciproche, in un’assoluta e permanente interazione tra le diverse funzioni, tenendo presente che tocca alla politica dare alla gestione gli indirizzi generali, le linee programmatiche e le risorse finanziarie per operare.

Da ciò che leggiamo, nel caso specifico del “Piano Giovani”, pare che tale interazione non sia avvenuta. Non solo, fatta la premessa, a questo punto ci chiediamo se esiste davvero un piano complessivo del governo, organico, condiviso con il parlamento siciliano, con le parti sociali, con le agenzie educative e formative e con le imprese per affrontare la purulenta piaga della disoccupazione giovanile nella nostra martoriata terra. Mi si risponderà di si. Allora, com’è possibile, al di là di colpe e responsabilità che non è compito di chi scrive accertare, che un bando che mette a disposizione milioni e milioni di euro, coinvolgendo una marea di giovani che sperano in un futuro normale, appaia all’improvviso senza che il governo ne sappia niente? Delle due l’una, o il bando risponde a precisi indirizzi politici, e allora non si capirebbe la meraviglia dei due assessori al ramo, o il bando non risponde per nulla a tali indirizzi quindi, ci domandiamo, come mai sia stato pubblicato e, principalmente, qual è nella sua organicità il piano del governo per i giovani? Quali obiettivi l’esecutivo Crocetta vuole raggiungere per imprimere finalmente un’inversione di tendenza alle percentuali da brivido della disoccupazione giovanile? Con quali e quanti soldi? I tempi? C’è in proposito una maggioranza solida e coesa all’Ars? Chi dovrà attuare, con competenza e professionalità, in seno alla struttura burocratica, le direttive della Giunta regionale?

Sono domande a nostro parere pertinenti che, appunto, non evocano considerazioni di carattere politico quanto piuttosto invocano, dinanzi ai drammatici bisogni dei cittadini, una coerente, sinergica, tempestiva azione di governo e amministrativa e finalmente tanta buona politica da parte dei partiti.


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