"Così pagavamo le estorsioni": i verbali dell'ex presidente di Confindustria

“Così pagavamo il pizzo”: i verbali dell’ex presidente di Confindustria

Cosa ha detto alla polizia Angelo Di Martino

CATANIA – “Ognuno degli otto fratelli Di Martino contribuisce mediante il versamento di 500 euro per volta”. L’ex presidente di Confindustria Angelo Di Martino ha ammesso, davanti agli investigatori della squadra mobile di Catania, di aver contribuito personalmente a pagare ciascuna “rata” agli uomini del clan Pillera Puntina. Ma Di Martino ha rivendicato anche di aver denunciato il pizzo 20 anni fa, facendo arrestare esponenti della criminalità. Emergono nuovi particolari dall’inchiesta sfociata la settimana scorsa in un blitz antimafia. Ecco i verbali integrali del racconto di Di Martino.

“Così pagavamo le estorsioni”

Ognuno degli otto fratelli Di Martino contribuisce mediante il versamento di 500 euro per volta. In occasione del pagamento della corrente estorsione natalizia, un paio di giorni addietro ho fatto presente a mio fratello Filippo di aver versato la mia quota di euro 500 e questi mi ha confermato che avrebbe dovuto corrispondere l’estorsione in questi giorni”. Diciotto dicembre 2021, l’imprenditore Angelo Di Martino entra negli uffici della squadra mobile di Catania, in quel momento è vicepresidente vicario di Confindustria Catania. La polizia sta lavorando a un’inchiesta importante, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dei due magistrati Assunta Musella e Fabio Saponara. Gli inquirenti sono arrivati al sistema criminale gestito dai Pillera-Puntina, incastrando l’erede del boss e numerosi affiliati. Ascoltando le intercettazioni la polizia capisce che quella di Giovanni Ruggeri alla Fratelli Di Martino Spa, non è una visita di cortesia. Ruggeri è il cognato del boss Nuccio Ieni e il pizzo viene richiesto sotto l’occhio vigile del nuovo reggente, il figlio Dario. Il 18 dicembre viene arrestato il flagranza di reato. Poi iniziano gli interrogatori dei Di Martino, non indagati.

Il pizzo e le rate

“L’estorsione viene corrisposta da circa venti anni – ammette Angelo Di Martino – inizialmente corrispondeva solo mio fratello Filippo ma da circa 5 anni tutti gli altri fratelli ci siamo accollati di suddividerci la quota raccogliendo i 4.000 euro delle due rate tutti assieme”. Di Martino parla da presidente del Cda del colosso di famiglia, la Fratelli Di Martino Spa, “ogni fratello ha un ruolo all’interno dell’azienda: i miei fratelli Filippo e Antonio si occupano del reparto autisti presso la sede legale della Zona Industriale di Catania”.

“Sono a conoscenza delle estorsioni”

Angelo Di Martino ammette di sapere che i soldi fossero destinati alla mafia come estorsione. “Sono a conoscenza che mio fratello Filippo, per conto della nostra azienda, corrisponda a soggetti appartenenti al clan mafioso – dice alla polizia – somme di denaro a titolo di protezione, anche se io e gli altri miei fratelli siamo sempre stati contrari”. L’imprenditore aggiunge alcuni particolari sulle tempistiche dei pagamenti agli estorsori. I soldi vengono “corrisposti” due volte l’anno, a Pasqua e Natale. Nelle tasche dell’esattore la polizia trova 80 pezzi da 50 euro, legati con un elastico. “Filippo – svela Angelo Di Martino – ci ha detto che non potevamo sottrarci al pagamento di questa estorsione perché dovevamo lavorare tranquilli ed evitare danni ai nostri mezzi che viaggiano in tutta Europa nonché ritorsioni nei confronti della nostra famiglia”.

“Noi abbiamo anche denunciato”

Interrogato dalla polizia, Angelo Di Martino racconta anche di aver collaborato con la procura per far arrestare alcuni estorsori. “Al riguardo voglio precisare – spiega – che circa venti anni fa siamo stati oggetto di estorsione nei confronti della nostra ditta Comer Sud S.p.a. ed abbiamo collaborato le Forze dell’Ordine e l’Autorità Giudiziaria per identificare gli autori del citato reato”. “Sono disponibile a qualsiasi altro chiarimento e a collaborare con la giustizia, ribadisco – conclude – di non conoscere i soggetti ai quali mio fratello Filippo ha corrisposto negli anni l’estorsione in quanto i rapporti con costoro li ha tenuti mio fratello Filippo”.

Le dimissioni

Nel maggio del 2013 Angelo Di Martino diventa presidente di Confindustria Catania. Dopo la pubblicazione di alcuni passaggi dell’inchiesta della Procura sulle estorsioni alla Di Martino Spa, si dimette. Non si sono fatte attendere le polemiche. Ma lui, sentito da LiveSicilia prima della pubblicazione dell’articolo, aveva ribadito di “condannare le estorsioni e chi paga il pizzo”.



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