Il costruttore del "sacco di Palermo": confiscati 145 immobili

Costruttore del “sacco di Palermo”: confiscati 145 immobili

I beni sottratti a Giovanni Pilo valgono 40 milioni di euro. Ci sono pure una mega villa a Mondello e due alberghi

PALERMO – Il suo nome riporta indietro nel tempo, fino all’epoca del maxiprocesso, nel quale Giovanni Pilo fu condannato per mafia. Oggi che ha 83 anni la sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo gli confisca un patrimonio il cui valore viene stimato in 40 milioni di euro. Una fortuna, secondo l’accusa, costruita negli anni del “sacco” di Palermo con l’appoggio dei corleonesi.

Indagini della Dia

Il collegio presieduto da Raffaele Malizia ha accolto la proposta del direttore della Direzione investigativa antimafia, Maurizio Vallone, del capo centro di Palermo Filippo Fruttini e del suo vice Paolo Azzarone, del procuratore aggiunto Marzia Sabella e del sostituto Dario Scaletta.

Costruttore e uomo d’onore

Di Pilo, costruttore edile, un tempo uomo d’onore di Resuttana, che si è trasferito a vivere in provincia di Roma, si iniziò a parlare nel 1976, anno in cui fu sottoposto alla sorveglianza speciale.

Gli investigatori elencano i suoi collegamenti con Calogero D’Anna, esponente mafioso della famiglia di Terrasini; i rapporti intrattenuti con la famiglia Gambino (Pilo ha sposato negli anni Settanta la sorella di Giacomo Giuseppe, detto ‘u tignusu, capo del mandamento di San Lorenzo e componente della commissione provinciale di Palermo; il legame con Francesco Cinà, altro boss di San Lorenzo, a cui aveva dato disponibilità di una villa dove visse l’allora latitante Leoluca Bagarella.

Non è un caso che nel corso della seconda guerra di mafia degli anni ’80 Pilo si sia schierato dalla dalla parte dei corleonesi, i quali scelsero alcuni costruttori edili per il controllo dell’urbanizzazione selvaggia.

Del suo ruolo mafioso a Resuttana hanno parlato una sfilza di pentiti, tra cui Tommaso Buscetta, Salvaore Contorno e Salvatore Anselmo.

Un elenco di 145 immobili

Le indagini patrimoniali hanno fatto emergere sperequazione fra i redditi dichiarati da Pilo rispetto agli acquisti effettuati e agli investimenti sostenuti. Tra i beni confisca ci sono otto società a Roma, operanti nel settore immobiliare e delle costruzioni edili, e 145 immobili, tra cui due strutture alberghiere (una pronta a Ladispoli e una in costruzione a Guidonia Montecelio), case, terreni e negozi a Palermo, Terrasini (Pa), San Vito lo Capo (Tp), Roma e Dello (Bs), e una una villa ubicata a Mondello.


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