Covid, contagi in aumento: cosa si sa della variante Eris

Covid, contagi in aumento: cosa si sa della variante Eris

La ricerca: possibili infezioni più gravi ai polmoni

Contagi Covid in aumento. Secondo i dati pubblicati dal ministero della Salute, la nuova variante “Eris” di coronavirus sarebbe responsabile di un quarto dei contagi nel nostro paese. La variante, il cui nome scientifico è EG.5, secondo una ricerca dell’università di Tokyo avrebbe una maggiore capacità di infettare i polmoni.

Covid, l’aumento dei contagi

Come si legge in un bollettino dell’Istituto superiore della sanità, la variante Eris è stata responsabile del 25,8 per cento dei contagi totali da coronavirus nel solo mese di agosto del 2023.

Sempre in Italia è stato registrato un aumento complessivo dei contagi del 28,1 per cento, con i decessi che crescono del 47,7 per cento e un tasso di positività dell’1,3 per cento. Contagi in crescita anche in Europa, dove l’aumento delle persone infette è stato del 39 per cento.

La variante Eris

Secondo una ricerca dell’università di Tokyo presentata su bioRxiv la variante Eris sarebbe in grado di infettare più gravemente i polmoni. I ricercatori sono arrivati alla conclusione con degli studi sui criceti, ipotizzando che la maggiore virulenza di Eris potrebbe causare una sintomatologia più grave negli umani.

Al tempo stesso, l’Organizzazione mondiale della sanità ha escluso in un suo bollettino che la variante Eris possa aggravare le percentuali di rischio rispetto alle varianti già note.

I sintomi e i vaccini

I pazienti colpiti dalla variante Eris presentano, secondo gli esperti, sintomi e quadri clinici simili alle manifestazioni del Covid già note. Molti pazienti riferiscono di naso che cola, tosse, mal di gola e congestione delle vie respiratorie superiori.

Di fronte all’avanzare delle varianti, l’agenzia europea del farmaco ha già autorizzato le aziende Pfizer e BionTech a produrre il vaccino nella sua forma aggiornata. Le prime dosi saranno disponibili da ottobre, ed Ema ne consiglia la sommistrazione a pazienti anziani, fragili e operatori sanitari, oltre che ai loro familiari.


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