Covid e Sicilia, la strategia degli esperti per non affondare

Covid e Sicilia, la strategia degli esperti per non affondare

Come cambierà la sanità siciliana. Domani la riunione, poi il documento.
CORONAVIRUS
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Tanti contagi, tanti positivi e una Sicilia che, non da sola, affonda nella pandemia. Il bollettino riporta, ormai da giorni, numeri significativi. L’osservazione di un periodo più lungo offre una visione coerente. Secondo il Dasoe, il dipartimento dell’assessorato alla Salute: “Nella settimana dal 27 giugno al 3 luglio si registra ancora un incremento delle nuove infezioni, in linea  con la tendenza nel territorio nazionale. L’incidenza di nuovi positivi è pari a 47430 (+43.54%). L’epidemia rimane in una fase delicata con un livello significativo di diffusione virale ed una ricaduta sulle nuove ospedalizzazioni, ma proporzioni di casi ospedalizzati molto più contenuta rispetto ai periodi precedenti, in parte spiegata dal riscontro occasionale di positività concomitante al ricovero”.

I positivi negli ospedali

Negli ospedali il Covid offre un quadro complicato. C’è sofferenza, anche se il vaccino scherma dalle reazioni gravissime e c’è una questione riassunta dal dottore Baldo Renda, primario della terapia intensiva del ‘Cervello’ di Palermo: “La maggior parte dei pazienti, il settanta per cento, sono qui perché positivi. Cioè perché hanno un’altra patologia che deve essere sottoposta a trattamento, con il tampone positivo. E’ fatale che siamo in difficoltà, se assorbiamo tutti i casi di Palermo e provincia”.

Il documento degli esperti

E’ uno dei nodi che il tavolo tecnico degli esperti deve risolvere: la presenza di tanti positivi che affollano gli ospedali Covid, pur avendo bisogno di cure per altri problemi. Domani mattina, dopo una riunione in assessorato, sarà stilato un documento che, riassumendo giorni di lavoro, avrà il crisma dell’ufficialità. L’idea di base è quella di distinguere i pazienti con polmonite da Covid o sintomi importanti dovuti al coronavirus da quelli semplicemente positivi o paucisintomatici. Per i secondi – questo è quello che trapela – ogni ospedale dovrebbe rintracciare degli spazi dove potranno essere isolati e trattati, evitando la convergenza verso i reparti dedicati al coronavirus che saranno sempre più specifici per coloro che hanno veramente bisogno di assistenza, non soltanto perché positivi, ma perché ammalati. Cambia il paradigma, dunque, che avrà sempre di più contesti ‘misti’ per decongestionare e assistere meglio. Il sistema reggerà? (Roberto Puglisi)


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