Cascio: 'Covid, come ottenere i farmaci che possono salvare'

Cascio: ‘Covid, come ottenere i farmaci che possono salvare’

Parla l'infettivologo: ecco perché sono importanti, ma non sempre utilizzati. Il ruolo dei medici di base.
CORONAVIRUS, L'INTERVISTA
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Il professore Antonio Cascio, infettivologo e, per opinione generale, ‘fuoriclasse’ della sua materia, ci ha accompagnato lungo il doloroso cammino del Covid con annotazioni utilissime che ci hanno aiutato a guardare il mostro in faccia. Qualche ora fa ha scritto su Facebook: ‘Il trattamento del Covid-19 sintomatico con Pazlovid (Nirmatrelvir + Ritonavir) ha comportato un rischio di progressione da Covid-19 grave inferiore dell’89 per cento rispetto al rischio, senza evidenti problemi di sicurezza. All’inizio della malattia assolutamente no antibiotici, no Zitromax, no Azitromicina, no cortisonici. Chiedi al tuo medico se puoi beneficiare del Paxlovid, del Molnupiravir, del Remdesivir o dei monoclonali (al momento solo il Sotrovimab)’. Giusto sentirlo, per saperne di più.

Di cosa stiamo parlando, professore?
“Paxlovid e Molnupiravir sono farmaci antivirali orali da poco tempo disponibili per il trattamento precoce del Covid lieve moderato. il Remdesivir, antivirale da somministrare per via endovenosa è in circolazione già da più tempo per trattare i pazienti ospedalizzati e solo recentemente ne è stato autorizzato l’uso precoce anche per i pazienti non ospedalizzati. Sono autorizzati, è bene sottolinearlo, per un uso precoce, cioè per persone che presentano i sintomi dell’infezione da pochi giorni e sono positive al tampone antigenico o molecolare”.

Funzionano?
“Come ho scritto nel mio post, funzionano bene, forse benissimo. Se però, lo ripeto, vengono assunti precocemente e in casi selezionati dal medico”.

Chi dovrebbe prenderli?
“Sono riservati ai pazienti con sintomi ma non così gravi e che sono a rischio di aggravarsi. Pazienti con comorbilità, con problemi di salute, obesi, trapiantati, immunodepressi, etc etc ”.

A chi spetta prescriverli?
“Ai medici di famiglia, anche se il termine prescrizione non è del tutto preciso, però possiamo usarlo in senso lato. Il medico compila una scheda, la invia a uno dei medici centri ospedalieri indicati nella specifica circolare dell’assessorato alla Salute che farà la prescrizione sul portale dell’AIFA e invierà alla farmacia ospedaliera l’indicazione a dispensare il farmaco che potrà essere ritirato da un parente del paziente”.

I medici di famiglia sono stati sensibilizzati sul tema?
“I medici di famiglia, per la stragrande maggioranza, sono impegnatissimi, eroici e aggiornati. Ma diversi di loro, magari, non conoscono a perfezione il meccanismo della prescrizione di tali farmaci, per cui, in molti casi in cui sarebbero indicati, quei medicinali non sono utilizzati”.

Parliamo di farmaci potenzialmente salva-vita che potrebbero impedire il decorso grave della malattia e che, però, in qualche caso, non vengono prescritti, per usare un termine convenzionale: è così?
“Sì, è così”.

C’è dell’altro?
“Sì, non bisogna dare Cortisone e Azitromicina. Sicuramente mai all’inizio della malattia”.

I farmaci di cui abbiamo parlato ci sono?
“Sì, soprattutto gli antivirali. Il sotrovimab l’unico monoclonale che funziona contro Omicron è meno disponibile e comunque viene somministrato in ospedale. Nessuno di questi prodotti, è bene precisarlo, si trova nella farmacia sotto casa, anche perché sono molto costosi”.


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