Covid, Sicilia sull'orlo del baratro: file per tamponi e vaccini

Covid, Sicilia sull’orlo del baratro: file per tamponi e vaccini

Una domenica di lunghe code. E prospettive che non sono buone.

Quelle macchine che affrontano code chilometriche, per esempio all’hub vaccinale della Fiera, per un tampone, non somigliano al segno del timore comprensibile davanti alla minaccia, ma (forse) a un sintomo di leggerezza. Non sembra che dicano, quelle file improvvisamente apparse: ecco, siamo qui perché è giusto, da vaccinati, controllarsi comunque. Il messaggio risuona altrimenti: ecco, stiamo vivendo le feste come se già ci fosse la normalità. Il tampone-confessione risolve il dilemma. Potremmo uscirne negativi (dunque assolti), oppure positivi, sperando che la penitenza non sia troppo dura. Aveva ragione il commissario per l’emergenza Covid a Palermo, il dottore Renato Costa: “Questa idea di salvare il Natale, credendo, perciò, di essere autorizzati a comportamenti lesivi, non funziona. Non serve a niente pensare: abbiamo il 25 dicembre in bianco per sentirsi liberi tutti. E dopo?”. Invece, il ragionamento pare diverso: oggi, tavolate con perimetro allargato, domani, il biglietto della lotteria tramite cotton fioc nasale per scoprire com’è andata. Incrociando le dita.

Sicilia sull’orlo del baratro è un titolo esagerato? Gli esperti che abbiamo sentito giurano di no, nella prossimità del cambio di colore. La preoccupazione, tra i sanitari, per l’effetto Natale – anche a prescindere dalla variante Omicron – è diffusissima. Si teme una progressione difficilmente controllabile. I numeri spiegano che il Covid è tutt’altro che in ritirata. E non si tratta semplicemente del bollettino quotidiano. Lo sguardo approfondito del Daose conferma l’ascesa sul medio periodo. Vaccinarsi, con le terze dosi, è l’unica strada spendibile, ricordando ancora le parole del commissario Costa che raccomandano saggezza: “Il vaccino ci ha salvato, però non è una corazza assoluta contro il contagio. Non muori, non vai, probabilmente, in ospedale. Ma porti il virus in giro”.

Ieri, alla Fiera, per fortuna, c’erano tante persone che si vaccinavano con il richiamo. Intorno alle sei del pomeriggio, le somministrazioni avevano superato quota duemila e viaggiavano verso tremila, più della metà dei vaccinandi erano arrivati senza prenotazione. Sempre a quell’ora c’erano circa quattrocento persone che, tra i padiglioni e i viali, sbirciavano per capire quando sarebbe toccato a loro. Duecento bambini, nel frattempo, avevano già ricevuto una dose al padiglione 20 A. Dall’Asp riportano la notizia di Villa delle Ginestre ‘presa d’assalto’ dai palermitani in cerca della ‘punturina’, con circa settanta bimbi vaccinati. Alcuni, vista l’attesa, sono andati all’hub della Fiera del Mediterraneo e hanno trovato un nuovo turno.

Ma la coda che faceva impressione era quella per i tamponi. C’era chi era lì, meritoriamente, per senso di responsabilità, altri, invece, per ‘staccare il biglietto’. Eppure dovremmo averlo imparato, dopo qualche tempo di pandemia, che con il Covid non si scende a patti e che ai vaccini va sommata la prudenza. Nessun pranzo in famiglia, senza le necessarie precauzioni, vale la posta in palio. E dopo? Che succede dopo?


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