Covid, Sicilia zona gialla: quei giovani gravi non vaccinati

Covid, Sicilia zona gialla: quei giovani gravi non vaccinati

L''ultima storia drammatica al 'Cervello' e una triste conferma.

C’è un caso che sta molto preoccupando, con gli altri, i medici dell’ospedale ‘Cervello’ che, da più di un anno, sono in trincea. Quello di una donna di circa quarant’anni, non vaccinata, che è arrivata da un altro ospedale, in provincia di Palermo, in condizioni gravissime per il Covid. Una storia di dolore e si speranza a cui rispettosamente ci stringiamo, solo l’ultima in cronaca. E che offre, purtroppo, una ulteriore conferma: i casi gravi sono quasi tutti di pazienti non vaccinati. Un dato riferito anche dal presidente Musumeci.

Giovani, non vaccinati e fragili

E’ possibile fornire, con le dovute approssimazioni, l’identikit del paziente che ricorre, con urgenza, al pronto soccorso Covid? Si può dire che diversi sono giovani, sia all’ospedale ‘Cervello’, sia all’ospedale di Partinico, per esempio, e un po’ ovunque. Quarantenni e cinquantenni, donne e uomini fino a sessant’anni, non vaccinati che affrontano i rigori del virus. Persone che non sarebbero in quelle condizioni se si fossero protette. Poi, abbastanza incredibilmente, ci sono gli anziani non ancora vaccinati e i più fragili, avanti d’età e con patologie pregresse, che affollano le corsie degli ospedali palermitani e non solo. Una percentuale complessiva che spinge l’Isola verso la zona gialla, come abbiamo anticipato qui.

C’è anche qualche vaccinato

Ma c’è pure qualche vaccinato considerato, al momento, in una quota fisiologica di non o scarsamente immunizzati, per cui si infiamma il dibattito sulla eventuale terza dose. Al pronto soccorso del ‘Cervello’ è transitato di recente un uomo non ancora quarantenne, con una situazione di salute complicata a monte, una polmonite al cinquanta per cento, e con la doppia dose. L’osservazione nelle corsie permette di dire che i vaccinati ricoverati hanno, quasi sempre, un decorso più lieve. L’attenzione resta altissima per tutti.

I no vax… che si arrabbiano

E, nei pronto soccorso, come nei reparti, c’è pure qualche no vax che si arrabbia. Qualcuno che chiede conto e ragione ai medici, che è sospettoso delle cure, che chiama continuamene parenti e amici per lamentarsi ed esprimere diffidenza sulle terapie somministrate.

“Sì all’obbligo vaccinale”

I medici, gli infermieri, chiunque lavori nella sanità, sono stremati. Non ce la fanno più, nel susseguirsi delle ondate, come quest’ultima ‘pandemia dei non vaccinati’. Dice il primo siciliano vaccinato, il dottore Massimo Geraci, primario al pronto soccorso del Civico: “L’unica soluzione, a questo punto, è l’obbligo vaccinale”.


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