Crepa nella maggioranza| Bufera sul ddl enti locali - Live Sicilia

Crepa nella maggioranza| Bufera sul ddl enti locali

CRACOLICI: "PERDERE TEMPO SIGNIFICA AFFONDARE"
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Si tratta della prima, vera tensione sull’asse Cracolici-Lombardo. Da quando il Pd e l’Mpa governano insieme, ovviamente. E il terreno su cui s’è creata una crepa evidente è quello che riguarda il ddl sugli enti locali. Quel testo, presentato dal capogruppo dei democratici all’Ars che punta a recepire la manovra Monti. Ma che scontenta l’alleato di governo.

“C’é chi pensa che più si prende tempo, meglio è: ma chi sta attuando la tecnica del ‘galleggiamento’, non capisce che sarà lui il primo ad affondare”. Queste le parole di Cracolici al termine della discussione di stamattina in Commissione affari istituzionali. Una discussione accesa, come raccontano i deputati presenti, alla quale ha partecipato anche il presidente della Regione Raffaele Lombardo. Che avrebbe messo a nudo le lacerazioni nella maggioranza. E del resto, lo stesso Cracolici ha detto a caldo: “Il decreto Monti fra poche ore sarà legge e i suoi effetti finanziari saranno validi su tutto il territorio nazionale. Io credo – ha aggiunto –  che su certe disposizioni la Sicilia debba essere andare di pari passo con il resto del Paese, non è frenando sui tagli che si dimostra il valore dell’autonomia. Apprezzo lo sforzo di mediazione del presidente Lombardo – ha concluso Cracolici – ma la verità è che in questo momento non c’é un accordo nella maggioranza”.

L’accordo non c’è. E basta leggere le dichiarazioni di alcuni esponenti dell’Mpa per rendersene conto: “I consigli comunali, e di quartiere in Sicilia – ha detto Giuseppe Arena – non si toccano. Sulle province torniamo a discutere in virtù della nostra autonomia speciale, senza farci violentare e condizionare da astruse norme nazionali. Ecco perché ho presentato tre emendamenti “salva-democrazia” con i quali chiedo la soppressione dell’intero ddl finalizzato a ridurre il numero dei componenti dei consigli comunali e a sopprimere totalmente province e quartieri”. Una presa di posizione che colpisce in maniera particolare visto che Arena, che oggi dice “no” alla riduzione dei componenti del consiglio provinciale, qualche giorno fa chiedeva di ridurre a 48 il numero dei deputati dell’Ars.

Ma questo “ddl Cracolici” non piace davvero a molti. Tra i provvedimenti, infatti, oltre all’abolizione dei consigli e delle giunte provinciali, è prevista anche la riduzione del 20% dei componenti dei consigli comunali. Quello di Palermo, per fare un esempio, “scenderebbe” da 50 a 40. “Io non credo – ha detto il deputato del Pid Marianna Caronia – che la riduzione di dieci consiglieri possa portare chissà quali benefici. E certamente dico no all’abolizione delle circoscrizioni. Non è togliendo presìdi di democrazia che otterremo i risparmi sperati. E poi, mi chiedo – ha aggiunto – una volta scomparse le province, tolte le circoscrizioni e ridotto il consiglio comunale, pensiamo di dare in mano a quaranta persone il destino di un territorio così ampio come la provincia di Palermo?”. Stesso concetto, quello espresso dal capogruppo del Pid Rudy Maira: “Noi non vogliamo – ha detto – commentare la guerra di nervi tra l’Mpa e il Pd, semplicemente ne prendiamo atto e pensiamo che i siciliani meritano di più per risolvere la crisi e sostenere la crescita. Quanto ai tagli al numero di consiglieri ed assessori in comuni e province, esprimiamo la nostra contrarietà. Quando si vive una crisi economica e politica, si fa la cosa peggiore se si taglia la rappresentanza e si limita la partecipazione alla vita democratica. Piuttosto si incida sui costi della politica, ma non sull’entità numerica degli eletti”.  Sceglie la strada dell’ironia Vincenzo Vinciullo del Pdl: “Quando si metteranno d’accordo ne riparleremo”. Contrari a molti dei provvedimenti del ddl anche Fli (“Assurdo pensare – ha detto il capogruppo Aricò – che una provincia come quella di Palermo, ad esempio, possa essere guidata da un presidente e nove consiglieri. Questo è un affronto alla democrazia”) e Grande Sud.

“E’ una materia complessa – ha detto il presidente della Regione Raffaele Lombardo al termine della riunione della commissione – serve un approfondimento fra il governo e le forze politiche, organizzeremo una tavola rotonda a palazzo dei Normanni, in Sala Gialla”. “Per quel che riguarda le province dobbiamo decidere se recepire le norme nazionali o creare – ha aggiunto il governatore – liberi consorzi. Sono dell’idea che si debba attuare il decentramento assegnando nuovi compiti alle circoscrizioni e tagliano i gettoni, anche per evitare che qualcuno pensi di fare politica per avere uno stipendio. Certo – ha concluso Lombardo – mi rendo conto che in questo modo si rischia che a fare politica sia solo chi può permetterselo. L’ho detto, è una questione complessa da approfondire”. Prima che a diventare più profonda sia la… crepa nella maggioranza.


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