Crocetta: "Voto sì al referendum | Voglio restare a Palazzo d'Orleans" - Live Sicilia

Crocetta: “Voto sì al referendum | Voglio restare a Palazzo d’Orleans”

Il governatore: "Entrate fiscali, c'è certezza sui fondi. Nicolini al mio posto? Io sono in campo".

PALERMO – “Oggi è un buon compleanno”. Gongola il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ricordando il 28 ottobre di quattro anni fa, quando cominciò la sua avventura alla guida della Sicilia. “L’accordo che abbiamo sottoscritto con Roma – spiega ai giornalisti riuniti a Palazzo d’Orleans – e che ieri ha avuto il via libera cambia per la prima volta il sistema delle entrate per la Sicilia, che era vigente in maniera immutata dagli anni settanta. Finalmente facciamo rispettare le  prerogative che lo Statuto ci assegna e raggiungiamo l’obiettivo della certezza delle entrate”. In virtù dell’intesa sulle entrate fiscali, Roma ha assegnato alla Sicilia 1,4 miliardi di euro per il 2017, che poi diventeranno 1,685 miliardi dal 2018, quando entrerà a regime. “Sono soldi che ci spettano, che ci liberano dall’obbligo di andare a lagnarci a Roma e porgere il piattino e che ci svincolano dalle finanziarie dei diversi governi che si susseguiranno”, assicura il governatore.

In pratica, lo Stato riconosce alla Regione siciliana la quota sui tributi non più sulla base del riscosso, ma del maturato e assegna risorse aggiuntive senza contemplare un aggravio delle funzioni che le spettano. “Sono questi gli obiettivi fondamentali raggiunti da questo accordo”, afferma Giuseppe Verde, componente della Commissione paritetica Stato-Sicilia. “È un accordo storico – prosegue Crocetta – e sul piano della gerarchia delle fonti vale di più di una legge ordinaria e non può essere cambiato da una nuova maggioranza. Per essere modificato ci vorrà l’adesione del presidente della Regione e del presidente del Consiglio. Per intenderci: solo un traditore della Sicilia può fare un accordo peggiorativo. Mi sono battuto con il mio governo per il futuro. Se lo Stato ci ha dato credito è perché siamo diventati credibili e non siamo considerati una regione ‘canaglia’. Siamo una delle regioni più virtuose oggi, anche se ancora i problemi del passato ci perseguitano”.

Il presidente Crocetta sottolinea più volte, e con decine di argomentazioni differenti, la ritrovata pace con il governo nazionale. Tanto che si lancia anche in un endorsement per il Sì al referendum costituzionale del 4 dicembre. “Avevo delle perplessità, ma le mie ostilità sono state rimosse dall’impegno del premier a modificare l’Italicum. Perchè non dovrei credergli? Quindi non abbiamo ragioni per opporci a una riforma costituzionale che accelera l’iter legislativo e voteremo Sì”. E questa ritrovata intesa tra il premier e il governatore è fondamentale per Crocetta che alla guida della Sicilia vuole restare “per dieci anni”. Tanto che, alla domanda sulla possibile candidatura di Giusi Nicolini, la sindaca di Lampedusa che ha accompagnato il presidente del Consiglio alla cena alla Casa Bianca, Crocetta issa il pelo: “Siccome sono candidato io, non posso pensare alle candidature degli altri”. L’impressione è che Crocetta non prende nemmeno in considerazione l’ipotesi di un passo indietro.

Poi,  il capitolo relativo al nuovo sistema che “rivoluziona le modalità di svolgimento delle gare, sbloccando in modo concreto gli appalti, rispetto ai ritardi incredibili che oggi si registrano e aumentando la trasparenza nelle aggiudicazioni”. Accanto a Crocetta anche l’assessore alle Infrastrutture Giovanni Pistorio: “Questa è la dimostrazione – dice il presidente della Regione – che non è vero che il rispetto della legalità rallenta gli appalti, la nostra norma non solo aumenta la trasparenza ma fissa degli incentivi per la velocizzazione delle gare”.


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