PALERMO – La Gesip resta appesa a un filo. Per l’ennesima volta. Al termine di una giornata convulsa, che ha visto i dipendenti occupare l’assessore regionale alla Famiglia e un durissimo attacco del governatore Rosario Crocetta ai sindacati confederali, arriva la fumata bianca da parte dell’amministrazione regionale: domattina si terrà un vertice con i rappresentanti dei lavoratori ed entro pranzo la Cig sarà definitivamente sbloccata.
L’annuncio sarebbe arrivato direttamente dall’assessore al Lavoro Ester Bonafede, che avrebbe così convinto i lavoratori a lasciare gli uffici di via Trinacria: domani riceverà Cgil, Cisl e Uil per affrontare la questione ma, a prescindere dall’esito del confronto, la Regione è intenzionata a sbloccare la cassa integrazione.
Una situazione per la verità assai ingarbugliata, ma andiamo con ordine. Nel marzo del 2012 ventuno sigle di rappresentanza di lavoratori e aziende hanno confermato, in un apposito tavolo tecnico con la Regione, i criteri stabiliti l’anno prima per l’accesso agli ammortizzatori sociali in deroga, ma inserendo l’articolo 18 che consente di creare tavoli per aziende che non rientrano nei termini e una clausola che dà priorità alle aziende che garantiscono il reintegro dei lavoratori. Il 16 ottobre le parti sociali (5 su 21, ovvero Confindustria, Cna, Cgil, Cisl e Uil) confermano l’esclusione delle partecipate da quelle previste per la cassa integrazione. E, malgrado oggi i soldi per Gesip siano arrivati da Roma, senza una modifica di questo accordo non è possibile ammettere anche la società di via Maggiore Toselli.
Per questo lunedì scorso l’assessore Ester Bonafede aveva convocato le 21 parti interessate, ma di queste se ne sono presentate solo sette: Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confindustria, Cna e Casartigiani. E queste sette hanno deciso di non firmare la modifica dell’accordo quadro, sia per la mancanza degli altri 14 (“E’ un contratto, sarebbe illegale senza la presenza di tutti”, dice un sindacalista) sia perché sarebbero stati convocati ma non specificamente per la Gesip. “Sottolineo ancora una volta la mancata conoscenza della materia – dice Salvo Barone di Asia – poiché un accordo, in quanto tale, può essere stipulato anche senza la presenza di tutti e ha la stessa validità e efficacia. Delle due l’una: questa affermazione è l’ennesima conferma che il verbale del 16 ottobre aveva una natura strumentale ed evidentemente politica finalizzata all’esclusione della Gesip e al relativo discredito delle parti sindacali e politiche allora coinvolte. Ci stupiamo di come il ‘sindacalista’ che sottolinea l’eventuale invalidità del mancato accordo di lunedì non abbia sottolineato la illegalità dell’accordo del 16 ottobre”.
Nonostante questo, però, la giunta ieri notte ha approvato un decreto regionale per la Cig all’azienda palermitana, che ha provocato l’alzata di scudi dei sindacati confederali: senza il via libera del tavolo, quella delibera sarebbe illegittima.
E la tensione è tornata subito altissima, con i dipendenti che hanno occupato gli uffici di via Trinacria. Una situazione resa ancora più incandescente dalla bordata di Crocetta: “Trovo assurdo che dopo che il governo è riuscito ad ottenere le risorse per risolvere tutti i problemi di cassa integrazione avanzati dalle aziende e dai sindacati di tutta la Sicilia ci siano alcune delle parti sociali che si oppongono all’utilizzo di risorse aggiuntive che ci sono state attribuite dal ministero del Lavoro per affrontare la grave situazione dei lavoratori della Gesip. In caso di mancato utilizzo, le risorse in questione, circa 12 milioni di euro, non resterebbero in Sicilia ma al 31 dicembre verrebbero riprese dal governo nazionale per attribuirle ad altre regioni”.
Un attacco per niente gradito ai sindacati, che si dicono pronti a firmare per la Gesip ma solo con una apposita convocazione della Regione e l’assicurazione dell’apertura di un tavolo col ministero per tutti i dipendenti delle società a partecipazione pubblica: il timore, infatti, è che adesso si apra l’assalto alla diligenza. “Il Presidente Crocetta – dice Giorgio Tessitore della Cisl – convochi subito una riunione con tutte le parti sociali per modificare l’accordo quadro sulla Cig in deroga ed assumere impegni precisi per stringere il ministero del lavoro, a garantire piu’ risorse e norme aggiuntive per affrontare nei prossimi due anni 2013 e 14 l’entrate in crisi di decine partecipate pubbliche che aumenteranno il fabbisogno visto l’aumento della recessione”. “Siamo pronti – aggiunge la Uil -con il Governo regionale a verificare le effettive necessità e a trovare soluzioni che non lascino fuori nessuno dei lavoratori. Per questo continueremo in tutte le sedi il confronto con il presidente Crocetta. Chiediamo, infine, che da subito partano i pagamenti da parte dell’Inps per tutti quei lavoratori che già hanno avuto il via libera”.
“Non si può imputare a noi il problema – dice Paolo Chiappara di Confindustria – sette soggetti non possono modificare l’accordo firmato da 21 sigle. Eravamo tutti disponibili, noi non ci siamo rifiutati di avallare posizioni. Se ci sono garanzie per tutti i lavoratori e le aziende allora sì, ma seguendo rigorosamente l’ordine cronologico”.
Tesi che non hanno rassicurato per niente i lavoratori. “Sta succedendo di tutto e di più – dice Piero Giannotta della Cisal – chi difende lavoratori si è messo di traverso nonostante la buona volnotà dell’assessore, del presidente e del governo è una vergogna. Noi, insieme a Asia, Conflavoratori, Alba e Usb non ci stiamo”.
In serata, poi, è arrivata la telefonata della Bonafede che avrebbe rassicurato i dipendenti sul fatto che la Cig domani sarà sbloccata anche senza accordi con le parti. “Sono sicuro – ha detto il sindaco Leoluca Orlando – che il presidente Rosario Crocetta e l’intero governo regionale faranno quanto necessario perché si dia attuazione a quanto deciso, alla presenza dello stesso governo regionale, nel corso dell’ultimo incontro tenuto al ministero del Lavoro nei giorni scorsi”.
“Le dichiarazioni del presidente Crocetta sulla vicenda Gesip sono incomprensibili. Quel che è certo è che la delibera sull’argomento è stata messa in discussione già due volte e nutriamo seri dubbi che possa andare a buon fine. Inoltre, visto che oggi in un incontro con l’assessore al Lavoro ci è stato detto che il governo intende erogare in proposito un contributo attraverso il Comune di Palermo, a questo punto Crocetta si deve mettere d’ accordo con se stesso”: lo dice Michele Pagliaro, della segreteria regionale della Cgil. Al presidente della Regione la Cgil sollecita “un tavolo con la presenza del presidente stesso che possa fare chiarezza sulle risorse effettivamente disponibili per gli ammortizzatori sociali in deroga e sui tempi della loro esigibilità”. “Perché – aggiunge Pagliaro-a fronte di una crisi che vale quest’anno 200 milioni di ammortizzatori in deroga, tema su cui abbiamo già cercato senza successo il confronto col Presidente della Regione, finora non esiste nessun atto concreto del governo, nessun impegno di spesa reale”. La Cgil rileva peraltro che “sugli oltre 20 mila destinatari degli ammortizzatori sociali in deroga, molti dei quali non percepiscono indennità da gennaio, incombe il rischio della tassazione separata, se come prevedibile si andrà oltre il 12 gennaio, con una decurtazione dei pagamenti del 23%, cosa mai accaduta prima”. “Da Crocetta- dice Pagliaro- che ha fatto proclami su temi irrinunciabili per la Cgil come la trasparenza, l’equità e la giustizia sociale, ci aspettiamo ora che dalle parole passi ai fatti”.