"Crocetta finora ha fallito | Ma la sfiducia è un errore" - Live Sicilia

“Crocetta finora ha fallito | Ma la sfiducia è un errore”

Il capogruppo di Pid-Grande Sud, Toto Cordaro

Il capogruppo del Pid-Grande Sud Toto Cordaro spiega in una lettera aperta le ragioni del "no" alla mozione, fondata sulla necessità di spendere entro il 31 dicembre i Fondi europei, e rivendica la appartenenza del suo gruppo al centrodestra. Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera.

Toto Cordaro. La lettera
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PALERMO – “La mozione di sfiducia, oggi, sarebbe un errore”. Un’idea, questa, fondata non certo su un guidizio positivo sull’operato del governo. Ma sulla necessità di affrontare, entro il 31 dicembre, la “battaglia delle battaglie”, quella riguardante la spesa dei Fondi europei. Il capogruppo del Pid-Grande Sud Toto Cordaro spiega in una lettera aperta le ragioni di un gruppo che orgogliosamente rivendica la propria appartenenza al centrodestra, la coerenza di essere rimasti all’opposizione (“al contrario di tanti deputati, anche di lungo corso”), e il fatto non aver accettato “strapuntini o incarichi di sottogoverno” alla corte del “Re Crocetta”. Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera.

“Il 31 dicembre segnerà lo spartiacque perché sarà la data ultima entro cui impegnare i fondi europei del piano 2007-2013. Abbiamo scelto la linea dell’opposizione responsabile e lo abbiamo fatto per la ragione imprescindibile che la spesa o il disimpegno dei fondi europei determinerà la vita o la morte economica e dunque anche sociale della Sicilia. Il Presidente Crocetta ha piu’ volte annunciato che la percentuale di fondi europei spesi in tutti i rami della amministrazione regionale sarà, per quella data, pari al 100% e che dunque neanche un euro di quei fondi strategici per lo sviluppo della Sicilia sarà perso.

A differenza di altri, noi non ci siamo venduti né ci venderemo: siamo un partito di centrodestra e restiamo saldamente ancorati a quell’area politica che vogliamo riformare e rilanciare.  A differenza di altri, non abbiamo partecipato al mercato delle vacche al quale, con la promessa di uno strapuntino, hanno attinto tanti deputati, anche di lungo corso, eletti da una parte e poi finiti alla corte del Re.  A differenza di altri, che in teoria dovrebbero essere opposizione, noi non abbiamo assessori a mezzadria, ne’ capi di gabinetto, ne’ direttori, ne’ intendiamo partecipare alla spartizione del sottogoverno regionale.

A differenza di tanti altri, abbiamo a cuore esclusivamente le sorti della Sicilia, consapevoli come siamo che solo dal pieno utilizzo dei fondi europei può dipendere la ripartenza economica della Sicilia che determini finalmente reali politiche del lavoro e dell’occupazione per i giovani, che operi una sana gestione del Welfare, che richiami investimenti per il turismo e per l’agricoltura, che dia l’avvio alla definizione di opere pubbliche strategiche, in primis quelle per i collegamenti viari.

Ciò detto, siamo sempre più preoccupati dall’atteggiamento del presidente Crocetta che, impegnato sempre piu’ in cose diverse dalla buona amministrazione – anche se talvolta importanti come le denunce inoltrate presso alcune Procure – abbia perso la via dell’assemblea regionale. Ciò determina non solo una frattura sempre più divaricata tra governo e Parlamento, ma introduce la convinzione che il governatore sfugga al confronto perché al netto di quelle due o tre norme spot approvate in questi mesi su iniziativa del Governo, nulla egli ha predisposto sotto il profilo economico, occupazionale e dello sviluppo, da prospettare all’assemblea regionale e dunque ai siciliani.

Rispetto ad una tale condotta, istituzionalmente scorretta, che ha portato tra l’altro Crocetta a disdire unilateralmente un dibattito d’Aula fissato insieme a lui ed al presidente dell’Ars nell’ultima conferenza dei capigruppo, diventa sempre piu’ chiaro che il problema del governo regionale non e’ quello del rapporto con il Pd, suo pseudo partito di riferimento, ma e’ la totale mancanza di contenuti che possano davvero dare una svolta e far cambiare passo alla Sicilia.

Pertanto, considerato che il presidente Crocetta ha 77 giorni per dimostrare che l’ennesimo spot non si trasformi in un ulteriore flop, questa volta esiziale per la Sicilia, visto che parliamo della madre di tutte le battaglie, ossia l’impegno proficuo e totale dei fondi europei, riteniamo non sia questo il momento della sfiducia.

Una sfiducia che tuttavia potrebbe essere l’unica soluzione possibile nel caso di un suo fallimento sul tema in oggetto. Né, d’altro canto, è pensabile che il centrodestra in Sicilia, riformato e riformatore, si faccia dettare l’agenda politica su un atto cosi delicato come la mozione di sfiducia, dal Movimento 5Stelle, che ha dimostrato in questi 10 mesi di vita assembleare di essere un gruppo di guastatori a convenienza. Non può essere il Movimento 5Stelle a proporre una credibile mozione di sfiducia, se sol si considera che appena qualche mese addietro inaugurava, in partnership col presidente Crocetta, la gioiosa macchina da guerra, altrimenti nota come l’idilliaco e innovativo ‘modello Sicilia’ e che non piu’ di tre mesi fa ha addirittura votato favorevolmente una legge finanziaria approvata dopo quattro mesi di esercizio provvisorio, rispetto alla quale noi, per carità di patria, abbiamo ritenuto di astenerci. Il centrodestra resti unito, si confronti al suo interno e trovi le ragioni – tanto piu’ nell’ottica dell’approvazione di una mozione di sfiducia a Crocetta – per spiegare al popolo siciliano qual è la proposta che possa ridare un governo capace e affidabile alla Sicilia. On Toto Cordaro, presidente del gruppo Pid Cantiere popolare-Grande Sud all’Ars”.


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