Rosario Crocetta, l’ex presidente della Regione Sicilia che nel 2013 scelse Franco Battiato come assessore alla Cultura, oggi a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, ha smentito le indiscrezioni che da allora lo vorrebbero come colui che ‘cacciò’ il cantautore appena scomparso dalla sua giunta, dopo la nota ‘gaffe’ al Parlamento europeo. Il giorno dopo quelle parole è vero che Crocetta gli revocò l’incarico?, gli è stato chiesto. “No, fu lui che lo revocò, io non avrei mai fatto una cosa così, gli atti amministrativi parlano estremamente chiaro. Ci fu una protesta del Parlamento europeo, una presa di posizione della Camera che mi chiedeva di revocargli l’incarico, del Senato, di chiunque.
I presidenti dei due rami del Parlamento, Boldrini e Grasso, mi mandarono delle lettere”. E allora “Franco mi disse che con la situazione che si era creata rischiamo di non poter più governare”. L’ex governatore però – gli è stato fatto notare – avrebbe potuto rifiutare quelle dimissioni. “Sì, ma non avrebbero smesso di attaccare Battiato e me, cosa che onestamente negli anni successivi ha continuato a fare il governo Renzi, per cui la Sicilia – ha replicato – si sarebbe trovata in un isolamento terribile e per giunta con l’infamia dell’anti femminismo”. Battiato però rimase male quando al suo posto nominò la sua segretaria: “Non ci rimase male per niente, perché avevano rapporti incredibili. La mia segretaria era una dirigente del Parlamento europeo”. Si dice che però Battiato dopo quell’episodio non la fece nemmeno entrare in casa: “Non è vero per niente, chi le dice queste cose? I rapporti con Battiato sono rimasti ottimi”. (ANSA).