"La Tabella H? | L'hanno voluta i deputati" - Live Sicilia

“La Tabella H? | L’hanno voluta i deputati”

Il presidente della Regione, Rosario Crocetta

Intervista al presidente della Regione, Rosario Crocetta: "Dall'anno prossimo si cambia. I contributi agli enti solo dopo un'attenta istruttoria. Con i Pip abbiamo rispettato la legge e favorito la legalità. Passo indietro sulla Formazione? No, l'Avviso 20 è morto. Non ho compreso le assunzioni di 30 vigili a Messina. Ardizzone? Un malinteso. Ma si ricordi che ricopre un ruolo istituzionale: il partito viene dopo".

L'intervista
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7 min di lettura

PALERMO – “Avevo promesso di abolire la Tabella H? Sono stati i deputati a mantenerla, ma dal prossimo anno cambia tutto”. La rivoluzione di Rosario Crocetta si è fermata a rifiatare un po’ di fronte all’ostacolo della Finanziaria. Di fronte alle esigenze di far quadrare i conti, certo, ma anche a quelle di concertare col Parlamento la manovra. Così, ecco una serie di “alt” alle proposte del governo: dalla famigerata tabella, appunto, per la quale l’assessore all’Economia Bianchi aveva previsto solo uno stanziamento complessivo, al Cerisdi – ente inutile, secondo il governatore ma salvato dai parlamentari in schieramento trasversale -, ai fondi sulla Formazione, che finiranno, vuoi o non vuoi, per rifinanziare l’Avviso 20, dato per “defunto” dal governatore e dell’assessore Scilabra.

Presidente, questa è la Finanziaria che lei sognava?
“In gran parte sì. Quando riesci a mantenere le garanzie dello Stato sociale, diminuisci gli sprechi, aumenti le entrate e risolvi alcune emergenze come quelle dei precari, non puoi che ritenerti soddisfatto. Ma certamente, si può sempre fare meglio”.

A mente fredda, cosa manca in questa Finanziaria?
“Credo si dovesse fare di più per aiutare le imprese. E anche risolvere in maniera più duratura la questione del precariato. Ma dobbiamo ricordarci che la Sicilia si muove all’interno di un contesto più ampio, quello nazionale. E che le leggi e i provvedimenti dell’Isola non possono urtare con quelli del governo centrale e con le disposizioni europee”.

Forse, però, più che le cose che “mancano” a sollevare dubbi sono le cose che “restano”: lei aveva annunciato l’abolizione della Tabella h. E invece, la tabella cambia nome, ma è sempre lì. E i metodi di spartizione sono sempre gli stessi. “Come lei sa bene, il governo non ha proposto la Tabella h. Eravamo e restiamo contrari. Noi abbiamo previsto un fondo, che potesse aiutare molte delle associazioni meritorie presenti in quell’elenco. Ma la nostra idea era quella di far passare il contributo attraverso una seria istruttoria. Un iter, insomma, frutto di un regolamento che avremmo portato all’esame dell’Ars”.

E invece, cosa è successo?
“Credo che la nostra idea abbia spaventato molti deputati e titolari degli enti in questione. Forse, in tanti hanno pensato che quel percorso comportasse tempi lunghissimi per i finanziamenti. Direi che l’esigenza primaria che ha spinto i parlamentari a riproporre la tabella sia stata questa: la necessità di garantire gli stipendi”.

Eppure, a sentire i parlamentari, sono in tanti, pare tantissimi, quelli contrari alla Tabella.
“Ma tanti, tantissimi, hanno ricevuto pressioni dai titolari degli enti e delle associazioni. Associazioni spesso meritorie. A quel punto che si fa?”.

Che si fa?
“Per quest’anno è andata così. Quantomeno, il nostro governo ha ridotto di otto milioni di euro quello stanziamento. Ma dall’anno prossimo cambia tutto. Abbiamo già pronto un disegno di legge: non è più possibile pensare ai contributi a pioggia, e soprattutto bisognerà aprire anche ai nuovi enti. In quella tabella si trovano soggetti che da anni ricevono i finanziamenti con motivazioni dubbie, mentre enti moderni, innovativi non ricevono un euro”.

Tra gli enti che da anni fanno parte della Tabella h, ha fatto molto discutere il Cerisdi. Lei voleva estrometterlo dai finanziamenti, ma anche in questo caso i deputati hanno avuto la meglio, ottenendo un contributo pure per quest’anno. “Cosa vuole che le dica? Io rimango di quell’idea: quello è un ente dall’utilità molto relativa. Penso che i deputati si siano preoccupati degli aspetti occupazionali. Ma io mi chiedo: quando questo, e altri enti, in passato hanno assunto i propri dipendenti, hanno forse chiesto il permesso alla Regione?”.

Non è un po’ deluso però del fatto di non essere riuscito a portare a termine alcune delle cose che aveva promesso?
“No per nulla. Se riesci a ridurre anche di poco le spese, hai già ottenuto un risultato di cui puoi andare fiero. E poi vorrei ricordare che in passato i maxiemendamenti con le richieste di contributi erano due-trecento. Stavolta sono stati una ventina. Segno che anche i parlamentari hanno compreso che ci fosse la necessità di operare una sintesi”.

Già. Però i deputati hanno anche bocciato i ticket proposti da lei e Bianchi.
“Questo è un provvedimento che non è stato compreso. Non si trattava di un nuovo balzello, e non riguardava i poveri, ma i ricchi. Pazienza”.

Pazienza anche sul caso-Formazione? Lei e l’assessore Scilabra avevate annunciato la fine dell’era dell’Avviso 20. E invece, dopo la levata di scudi dei deputati, via dalla Finanziaria gli articoli col Piano giovani, ed ecco di nuovo l’Avviso 20.
“No, non è così. L’Avviso 20 è morto. Noi abbiamo solo tolto quella parte dei finanziamenti del Pac perché trattandosi di attività negoziale, non era necessario un passaggio legislativo. Adesso dovremo solo capire quali corsi dell’ex Avviso siano compatibili col Piano giovani, e rivedere ciò che non va. La nostra riforma prosegue, così come l’abbiamo pensata. Ma le riforme vere non si fanno in un giorno, e a volte necessitano di aggiustamenti in itinere”.

Altro tema spinoso, la vicenda degli ex Pip, e in generale quella del precariato siciliano. In tanti oggi le rimproverano di aver pensato troppo, in questa finanziaria, a interventi di puro assistenzialismo e di avere dimenticato le imprese. “Io credo che la vicenda degli ex Pip rappresenti una svolta storica. Avete mai visto dei lavoratori assunti a tempo indeterminato tributare una standing ovation a un presidente che comunica loro che dal giorno dopo riceveranno un sussidio? Qualcuno forse sarà rimasto deluso perché pensava che avremmo licenziato 25 mila precari. Ovviamente non lo faremo mai. Anzi, in Europa non avrebbero permesso che lavoratori rimanessero precari pure per venti o trent’anni. sarebbero già stati assunti. L’emergenza sociale non si cura attraverso il massacro, la macelleria. Ma il governo non ha ceduto alla piazza: ha fatto ciò che la legge consentiva di fare. Ricreando alcuni principi fondamentali di legalità”.

A cosa si riferisce?
“Al fatto che la trattativa, stavolta, è stata portata avanti solo con i lavoratori, senza l’intervento di gruppi mafiosi. La mafia, nella vicenda del precariato siciliano, infatti, ha spesso giocato un ruolo di mediatore tra il sottoproletariato bisognoso e il potere. Gli applausi e i cori che mi hanno tributato i Pip sono dovuti proprio a questo: al fatto di averli, finalmente, liberati dal giogo di un certo caporalato criminale. Abbiamo rotto con la Social Trinacria. Adesso i lavoratori hanno un sussidio, ma sono persone libere, che non devono rispondere più a nessuno”.

A dire il vero, abbiamo sentito cori e visto abbracci nei confronti anche di questo o quel deputato. Un’immagine che è stata un po’ il filo conduttore di questa Finanziaria. Al di là dei richiami all’interesse generale, è sembrato che i deputati fossero impegnati solo a curare ognuno il proprio orticello, il proprio bacino di consenso elettorale.
“Io non la vedo proprio così. In fondo, il maxiemendamento uscito dalla conferenza dei capigruppo solo in rari casi comportava nuove spese. Direi che sono tre i casi con i quali il Parlamento è andato un po’ oltre, ha esagerato un po’”

Vale a dire?
“Uno, lo abbiamo già detto, riguarda la Tabella H. Gli altri due, mi hanno fatto molto riflettere”.

Mi faccia indovinare: uno di questi riguarda le assunzioni di trenta vigili urbani a Messina.
“Proprio così. Davvero non ho capito il senso di questo provvedimento. Il Comune, se proprio avvertiva questa necessità, avrebbe potuto aumentare di dieci centesimi la tassa di sbarco. Non avrebbe inciso sulla vita delle persone, e avrebbe risolto il problema”.

L’altro caso?
“I cinque milioni a Ragusa Ibla. Non perché la città non meritasse l’intervento, ma perché quei soldi sono tanti, e facevano parte di quel Fondo per le autonomie che andava suddiviso un po’ tra tutti i Comuni”.

A dire il vero c’è già chi la bacchetta sui soldi destinati alla Fiumara d’Arte del suo amico Antonio Presti.
“Una stupidaggine. La Fiumara ha ricevuto i finanziamenti anche negli anni passati. E Antonio è pure contrario ai contributi distribuiti in questo modo”.

Ci spiega invece cosa è successo davvero l’altra notte con Ardizzone? Solo una incomprensione, un malinteso?
“Il diverbio nasce da un malinteso. Lui ha detto che io avrei partecipato a una riunione sulla Tabella H. Invece ho solo contribuito alla sintesi che tutti i deputati hanno fatto sul maxiemendamento. Una riunione richiesta proprio da lui. E in maniera sensata: senza quel lavoro di sintesi saremmo ancora all’Ars per il bilancio, e non avremmo ancora una finanziaria. Quelle riunioni sono importanti e politicamente utili. Oltre che regolari anche da un punto di vista procedurale. Quell’attacco non aveva né capo né coda”.

Lei però l’ha definito un attacco politico. Addirittura in accordo con Nello Musumeci…
“Guardi, in tutta sincerità penso una cosa. Il giorno prima io ho accusato il Pd e l’Udc di non essere in grado di gestire i propri deputati, proprio sulla vicenda dei vigili di Messina e dei finanziamenti agli aeroporti. Mentre col Pd la questione si è chiarita subito, e anche con parte dell’Udc, forse ad Ardizzone quel rimprovero non è andato giù. Ma dovrebbe ricordarsi che lui, così come me, ricopre all’Ars un ruolo istituzionale. I partiti devono passare in secondo piano”.


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