Crollo: il retroscena di un appalto | I tanti perché delle consegne anticipate - Live Sicilia

Crollo: il retroscena di un appalto | I tanti perché delle consegne anticipate

Come può crollare una strada? Come può accadere un incidente del genere dopo la consegna? I retroscena del mondo degli appalti.

PALERMO- Nel pachidermico e lucroso mondo degli appalti pubblici, un’impresa consegna i lavori, in questo caso del viadotto sulla Palermo-Agrigento, in anticipo, e una parte della strada crolla pochi giorni dopo. Com’è possibile? Esistono due scuole di pensiero per l’aggiudicazione ed esecuzione degli appalti in Sicilia: conoscerle potrebbe aiutare a comprendere cos’è successo con lo svincolo incriminato.

NOMI E COGNOMI- Ogni grande raggruppamento di imprese crea società ad hoc per l’esecuzione delle commesse pubbliche. In questo caso stiamo parlando dell’appalto per la Palermo-Agrigento, in particolare del tratto Bolognetta-Lercara. Non a caso, il raggruppamento che si è aggiudicato il lotto, ha creato la Bolognetta Scpa, ma non è una società nata dall’oggi al domani, al suo interno racchiude i signori degli appalti italiani. L’unione, nel mondo Anas, fa la forza. Dentro Bolognetta ci stanno le cooperative “rosse” Cmc di Ravenna – CCC e la Tecnis, colosso catanese fondato da Mimmo Costanzo, commercialista ex assessore di Enzo Bianco e Concetto Bosco Lo Giudice, rampollo di un’importante famiglia di costruttori.

Ma perché un’impresa del Nord dovrebbe allearsi con la più importante del Meridione? È semplice, per vincere. Sul sito del gruppo Cmc spicca, per esempio, una delle importanti conquiste della cordata cooperative-Tecnis, con tanto di foto in gigantografia: il secondo maxilotto della Agrigento Caltanissetta, valore 740 milioni di euro per 28 chilometri di autostrada. Cmc e CCC per certificazioni e fatturato possono partecipare a qualunque appalto, Tecnis, ha certificazione e fatturato, ma possiede soprattutto la maestranza locale: più di mille dipendenti assunti – come ha spiegato Concetto Bosco Lo Giudice a Livesicilia – a tempo indeterminato. Migliaia di persone che possono offrire maggiori garanzie di risultato, un minore ricorso ai subappalti e un maggiore controllo del cantiere.

DUE SCUOLE IN SICILIA- Nel variegato mondo degli appalti esistono, come si diceva, due scuole di pensiero che finiscono per avere considerevoli effetti sia nella fase di aggiudicazione, che in quella di esecuzione dei lavori.

LA PRIMA SCUOLA– Guadagnare senza lavorare. È il moto immobile, l’appalto come un gigantesco pachiderma che mangia soldi e non produce alcunché. Questa scuola prevede una fase di gara con un notevole scontro tra le imprese che cercano di offrire il miglior prezzo possibile di aggiudicazione, confidando che le cose si “sistemeranno”, durante la realizzazione dell’opera grazie a un “buon rapporto” con l’ente appaltanti e tutti coloro che dovrebbero esercitare un minimo controllo. L’impresa, dopo aver abbassato i prezzi in fase di aggiudicazione, guadagna con le varianti in corso d’opera che consentono un aumento dei costi per l’ente pubblico e fondi maggiori per le imprese.

LA SECONDA SCUOLA- C’è un altro modo di guadagnare, com’è normale che un imprenditore faccia, con gli appalti. Rispettare i tempi previsti dal contratto, anzi, quando è possibile, anticipare il completamento dei lavori. È il caso della società che ha realizzato il viadotto incriminato, e che rappresenta, in un certo senso, l’emblema nazionale di questa seconda modalità di esecuzione. Un metodo diffuso. Nel luglio del 2013 è stato consegnato un tratto della “secolare” Salerno-Reggio Calabria con un anno e mezzo di anticipo. Pochi mesi addietro erano state completate in anticipo anche le gallerie di Roma-Tiburtina. Se si rispettano i tempi di un contratto, l’impresa può guadagnare anche eseguendo le opere a regola d’arte. Secondo questa scuola di pensiero, l’impresa dovrebbe avere l’interesse a lavorare bene per evitare il mancato riconoscimento degli stati di avanzamento dei lavori o, peggio ancora, di incorrere in penali per eventuali ritardi.

IL CROLLO DEL VIADOTTO- Perché il viadotto sulla Palermo-Agrigento è stato consegnato in anticipo? Perché l’impresa – che salvo errori di valutazione apparterrebbe alla seconda scuola – ritardando non avrebbe guadagnato. Quindi la palla passa ai tecnici che hanno progettato i lavori, a chi ha eseguito i controlli, certificando gli stati di avanzamento lavori, e quindi pagando il dovuto, e a chi ha collaudato l’opera.

 


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