Cuffaro: "I have DC, ma ho un grande senso di colpa"

Cuffaro: “I have DC, ma ho un grande senso di colpa”

Intervista a Totò Cuffaro dopo l'exploit delle amministrative. Ma...
L'INTERVISTA
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2 min di lettura

Totò Cuffaro, buonasera. Da I have a dream passiamo a I’m a drink e finiamo con I’m DC?
“Sono un uomo umile, casomai I have DC….”.

Dica la verità, quanto l’ha fatta arrabbiare la gaffe con relativo sfottò?
“La verità, giusto? Mi sono divertito da morire, lo dico con il cuore: quel siparietto mi ha aiutato”.

Come?
“Sono apparso ovunque e la gente ha sorriso. E sono apparso ovunque, per una volta, senza che si parlasse della mia condanna. Ho attirato simpatia. Certo, l’errore resta”.

Nel frattempo, stando ai numeri, la sua DC, nelle amministrative, va…
“Alla grande va. Solo a Catania prendiamo circa il sette per cento. Eleggiamo un grande sindaco donna, Maria Monisteri, a Modica, con altri bravissimi colleghi. Sempre a Modica siamo il primo partito, con il trenta per cento. A Licata siamo al quindici per cento. Sono soltanto alcuni passaggi e potrei continuare…”.

Se lo aspettava?
“Francamente sì. Abbiamo lavorato tanto”.

Ma la nuova DC senza di lei avrebbe preso gli stessi voti?
“Siamo in simbiosi e mai sarei tornato senza quel simbolo. Ecco, posso dire questo: non ho mai voluto fare altro. E’ l’unico e piccolo merito che mi prendo. Siamo il partito della moderazione e dell’equilibrio, valori che le persone amano”.

Un partito che annovera, tra le sue file, l’europarlamentare Donato, nota per certe posizioni indimenticabili, per esempio, sui vaccini anti-Covid.
“Bah, una dose di moderazione ha fatto bene anche a lei, da quando è con noi. La DC è plurale, aperta, libera e democratica. Ognuno può starci con le sue idee, distinguendo. Francesca Donato è no vax, ma il suo pensiero non è, sul punto, quello della DC”.

Avete incrociato le lame, lei e Gianfranco Rotondi. L’ha sentito dopo le elezioni?
“Gli ho mandato un whatsapp, ricordandogli che la DC è degli elettori e dei dirigenti impegnati sul campo, allegando i risultati”.

Che le ha risposto?
“Ancora non mi ha risposto”.

Ma non sarà che…
“So già cosa mi sta domandando”.

Cosa?
“Se è proprio vero che non mi candiderò più in prima persona”.

E’ proprio vero?
“Sì, lo confermo. La mia decisione è motivata e responsabile”.

Ma tutte le decisioni possono cambiare, no?
“Questa no. La mia famiglia ha sofferto troppo per la mia assenza. Mia moglie ha bisogno che mi addormenti ogni sera al suo fianco e lo faccio sempre. Se vado a Roma, ritorno in giornata”.

Avverto la vibrazione di un senso di colpa.
“Che c’è. Lo vivo. La mia famiglia è stata privata, per anni, del padre e del marito. Ora spero di recuperare con mio nipote che si chiama come me”.

E sta recuperando?
“Sì, oggi l’ho tenuto in braccio e lui rideva come un pazzo. Voglio dedicarmi ai miei affetti”.

E se il piccolo Totò, un giorno, le dicesse: nonno, voglio entrare in politica?
“Gli risponderei: amore mio, ognuno è libero di compiere le sue scelte. Tu, però, cerca di non commettere i miei stessi errori”. (Roberto Puglisi)


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