Parliamo di Catania?
“Sì, ma, vede, sto assaggiando il mio vino. Devo dire che è venuto bene. Il nome è ‘Paracleto’, cioè, il consolatore. Però, ho bevuto qualche bicchiere e non vorrei essere poco lucido”.
Ma non c’è pericolo che Totò Cuffaro pecchi di chiarezza. Il vino della Dc di una volta, che l’intervistato vorrebbe imbottigliare nella nuova Dc, è a prova di ebbrezza.
Dunque, Cuffaro, come scegliete Trantino a Catania? All’inizio…
“La candidatura nasce dalla richiesta di Fratelli d’Italia, come è noto, primo partito, di esprimere un nome. Fino a quando quegli amici ponevano un diktat, abbiamo avuto molte perplessità. Poi, hanno accettato di discutere con gli alleati una ipotesi di lavoro. Ed eccoci qua”.
Insomma, avete discusso…
“Loro avevano una terna: Razza, Parisi, Arcidiacono. Che si è ridotta a Razza e Parisi. Alla fine è spuntato il nome dell’avvocato Enrico Trantino e lo hanno proposto. Una candidatura, per noi, non solo accettabile, ma molto gradita. Ragioniamo in termini di concretezza per la stesura del programma”.
Lei non era per Valeria Sudano?
“Tempo fa, quando c’era il diktat. Quando, cioè, non c’era un’espressa volontà di riflettere insieme. Valeria Sudano è un profilo moderato, centrista, direi democristiano. Il nome di Trantino e la disponibilità hanno creato la sintesi”.
Il migliore candidato, secondo lei?
“Sì. Per tenere coesa la coalizione che è forte e vincerà, a Catania, al primo turno. Io, poi, ho un rapporto molto bello con lui. In passato, mi ha difeso da accuse strumentali e insinuazioni. Anzi, spero che la mia vicinanza non crei il solito vespaio”.
Trantino a Catania, Lagalla a Palermo: Cuffaro è il regista, almeno parziale?
“Abbiamo dato un contributo in due situazioni che si sono rasserenate. Roberto Lagalla ha vinto e governa benissimo, da sindaco. Enrico Trantino farà lo stesso a Catania”.
Suvvia, lei minimizza. Si racconta che, in fase di trattativa, a Palermo, qualcuno rovesciò materialmente un tavolino e che fu lei, con altri, a ricomporre. E a risollevare il malcapitato tavolino.
“Al di là dei singoli episodi, noi stiamo scommettendo sulla Nuova Dc come voto ideale e ideologico. E tanti stanno rispondendo. I giovani, soprattutto. A Catania presenteremo una lista forte, come a Palermo”.
In caso di successo, lei brinderà con il suo vino?
“Buono è. Poi, glielo faccio assaggiare”. (rp)