“Un figlio chiede solo che suo padre venga curato e che non sia trattato come una bestia. Nient’altro”. Angelo Provenzano, 36 anni, primogenito di Bernardo, decide di parlare rilasciando un’intervista a Salvo Palazzolo per ‘Repubblica’. Dopo la notizia che suo padre avrebbe pochi anni di vita di fronte a sé a causa di diverse patologia, il figlio del padrino corleonese decide di rompere un silenzio caratteristico della famiglia dell’ex primula rossa di Cosa nostra.
“Chi ha perso un padre credo che possa capirmi, anche se il mio dolore non è paragonabile al suo dolore – dice Angelo Provenzano – Io ho provato a immedesimarmi nei miei coetanei che hanno perso un genitore per morte violenta. Confesso di non esserci riuscito. Penso che provino un dolore immenso, che non riesco neanche a immaginare. E mi dispiace. Ognuno di noi paga un dazio, e anche io l’ho pagato solo perché esisto e perché sono figlio di un certo pezzo di storia di questo Paese. Oggi vorrei dire: anche un pluriergastolano ha diritto di essere trattato come un essere umano. Se poi l’esistenza di mio padre dà fastidio, qualcuno abbia il coraggio di chiedere la pena di morte, anche ad personam”.