PALERMO – Dal “modello Sicilia” alla mozione di sfiducia, in appena otto mesi. La parabola dei rapporti tra il Movimento cinque stelle e il presidente Rosario Crocetta somiglia a quelle tracciate dalle montagne russe. L’amore, se di amore si può parlare, è finito da un po’. E adesso i grillini sono pronti a tornare a casa, pur di mettere fine all’esperienza a Palazzo d’Orleans del governatore della rivoluzione. “Con molte probabilità – annuncia il capogruppo cinque stelle all’Ars, Giancarlo Cancelleri – la mozione verrà presentata domani (oggi, ndr). Attendiamo solo di essere certi di raccogliere il numero di firme minimo per la presentazione”. E il numero è diciotto. Ovvero, quattro “adesioni” devono giungere, oltre a quelle scontate dei componenti del gruppo dei grillini, da altri parlamentari. E c’è già una sorta di intesa con la Lista Musumeci. Confermata anche oggi, attraverso un dialogo telefonico, prima. Dalle dichiarazioni dell’ultimo candidato del centrodestra alla presidenza, poi. Ma le firme, ancora, non ci sono.
Ma il fatto politico rimane. Il movimento cinque stelle ha deciso di sfiduciare il governatore. Chiedendo tra l’altro alla “base” dei meet up di decidere. E il responso somiglia quasi a un plebiscito: oltre il 90 per cento ha chiesto di mandare Crocetta a casa. Il presidente del “modello Sicilia”. Da allora, tutto è cambiato, “nella maniera più normale – racconta Cancelleri – all’inizio della legislatura nessuno aveva la maggioranza numerica. Noi abbiamo garantito un’apertura di credito non solo nei confronti di Crocetta, ma di tutti. Per fare le leggi biogna votarle, noi ci siamo proposti di far passare le proposte che condividevamo”.
E per un po’ le cose sono andate bene. Al punto da conentire al presidente di raccontare il “miracolo” di questa intesa persino di fronte alle telecamere delle tv nazionali, e di rilanciarlo in occasione dei colloqui per la formazione del governo nazionale. “Sì è vero – conferma Cencelleri – questa sorta di intesa inizialmente ha innescato l’entusiasmo di tutti. C’è stata grande condivisione, ad esempio, sull’abolizione delle Province, sulla creazione del Fondo sul microcredito. Insomma, la storia era partita bene, sebbene questa sintonia non facesse presagire niente di più”. Ma a un certo punto, qualcosa si rompe. “Il primo motivo di disaccordo – racconta Cancelleri – saltò fuori in occasione della legge sulla doppia preferenza di genere. Da lì, abbiamo aperto gli occhi. E oggi i risultati di questo governo sono evidenti”.
E quando Cancelleri parla di “risultati” intende, semmai, una “mancanza di risultati”. “Il problema è proprio quello: sono passati più di dieci mesi – rilancia il capogruppo dei grillini – e non vediamo nessun progetto che punti allo sviluppo di questa terra. La gente non ha lavoro, non ha pane. E si pensa a tutt’altro”. Nessun programma, un governo assente, che dimostra di avere le idee chiare sulla direzione da seguire: “Noi vorremmo anche essere ‘contro’ qualcosa – ironizza Cancelleri – ma non riusciamo a fare neanche questo, visto che il governo non fa nulla. È completamente immobile. È il caso di mettere fine a questa esperienza. E siamo pronti, per questo, a mettere sul piatto la nostra posizione di parlamentari”.
Ma prima, bisogna trovare quattro firme per presentarla, la mozione di sfiducia. E a quel punto, serviranno altre trenta “adesioni”. Una strada assai in salita. E del resto, lo strumento si era dimostrato fallimentare già con Lombardo, quando i numeri sembravano esserci, eccome. “Noi intanto la portiamo in Aula – prosegue Cancelleri – poi, di fronte all’impasse che sta vivendo la Sicilia, chi voterà contro la mozione dovrà spiegare ai cittadini perché ha deciso di tenere in piedi questo governo. Noi siamo arrivati qui dopo avere presentato un’infinità di proposte. Ci abbiamo provato in tutti i modi. Ma di fronte a tale sordità politica, non c’era più scelta”.
A dire il vero, pochi mesi fa, le stesse critiche erano state sposate, in blocco, da tutti i gruppi di opposizione. Che, però, non sembrano così entusiasti di fronte all’idea della mozione: “Gli altri partiti del centrodestra? Non abbiamo sentito nessuno. Noi abbiamo lanciato la palla. Se mi aspetto che rispondano? – dice Cancelleri – Certo, mi aspetto una condivisione di questo atto. Al momento però registriamo solo la presa di posizione di Musumeci. Vedremo che succederà nei prossimi giorni”.
E i grillini andranno fino in fondo. La mozione verrà presentata anche nel caso in cui il governatore si impegnasse a lavorare a un programma di riforme condiviso: “Basta così – insiste Cancelleri – noi abbiamo presentato tante proposte. Adesso non ci sarà nessuna marcia indietro. Per noi è una storia chiusa”.
Ma se, come appare assai probabile, la mozione non dovesse “passare”, resterebbero sul tappeto tutte le emergenze e i problemi di una Sicilia in ginocchio. “Spero che ci si decida, in quel caso, di guardare allo sviluppo. Di lavorare per spendere bene i Fondi comunitari, per aiutare le piccole e medie imprese, gli agricoltori. Bisogna creare sviluppo e posti di lavoro. Questo governo in undici mesi ha portato in parlamento pochissimi disegni di legge, e nessuno di questi va in questa direzione. La parola d’ordine deve essere proprio questa: sviluppo economico. Attraverso ad esempio, tre ddl, da approvare subito: uno per il taglio dell’Irap che aiuti le imprese, uno per sostenere l’agricoltura e l’allevamento, un altro per rimodulare davvero il settore dei rifiuti. E invece, il governo finora è intervenuto con provvedimenti che non creano alcun posto di lavoro ‘vero’, come nel caso dei Cantieri di servizio”.
Insomma, il giudizio sul governo Crocetta è chiarissimo: “Questo esecutivo – prosegue Cancelleri – ha fallito la sua funzione, il suo mandato. Altro che rivoluzione. Il governo si è rivelato immobile” E che adesso, però, potrebbe cercare sponde ampie. Le cosiddette “larghe intese”, sul modello romano. Uno “schema” che finirebbe per emarginare ancora di più i grillini in parlamento. “Un rischio che corriamo volentieri. Se il progetto che hanno in mente è quello, – spiega Cancelleri – pur di mantenere in vita il governo, lo facciano pure. Poi dovranno spiegarlo ai loro elettori come fanno a governare con quelli con i quali hanno fatto la guerra fino al giorno prima. Poi, chissà, magari queste intese serviranno alla Sicilia. Ma a me pare solo il modo – conclude Cancelleri – per tenere il proprio sedere sulla poltrona”.