CATANIA – E’ assessore da meno di un mese, ma sembra già aver in mente quali elementi caratterizzeranno la sua gestione. Sebbene, come più volte ribadito, il neo delegato del sindaco Bianco al Welfare, Angelo Villari, proseguirà sulla strada tracciata dal predecessore Fiorentino Trojano, infatti, l’ex segretario della Cgil cittadina spiega a LiveSiciliaCatania quali elementi caratterizzeranno la sua guida ai Servizi sociali, tra le criticità della città, oltre che dell’amministrazione. I vincoli del piano di rientro da un lato e l’aumento delle condizioni di debolezza tra i cittadini, rendono quello di Villari l’assessorato tra i più “esplosivi”, considerato anche il fatto che a guidarlo ora è un ex sindacalista. Tra le patate bollenti, oltre gli asili nido, una città affamata di lavoro, in cui le vecchie e nuove povertà sono in aumento e in cui l’armonia sembra lontana, a dispetto della denominazione dell’assessorato all'”Armonia sociale”.
Assessore, l’anno nuovo rappresenta per lei anche l’inizio dell’attività da assessore. Come giudica quanto fatto da chi l’ha preceduta?
“L’assessorato, in base alle linee tracciate dal piano di rientro della scorsa amministrazione, ha lavorato bene. Non è’ una difesa d’ufficio. Nelle condizioni che c’erano non si poteva fare di più e sono stati portati in porto risultati significativi. Lo dico per evidenziare il lavoro del mio predecessore e dell’amministrazione tutta. Detto questo, è chiaro che ognuno dà la propria personale impronta.
Come intende caratterizzare la sua azione?
Cercherò di dare la mia personale impronta secondo tre direttrici: il primo elemento che caratterizzerà il mio lavoro, in continuità con quanto fatto in precedenza e dentro lo schema tracciato dall’amministrazione, sarà ancora più attenzione nei confronti di chi sta indietro e delle fasce deboli. In secondo luogo, cercherò di rafforzare l’organizzazione dell’assessorato, in sintonia con chi lavora all’interno, per renderlo più dinamico, e sfatare una ingiusta valutazione che si da di amministratori e pubblici dipendenti. In assessorato c’è gente che svolge bene il proprio compito e noi dobbiamo fare in modo che la gente percepisca questo lavoro. Terzo, con il metodo messo in campo fin dall’inizio e già portato avanti da Troiano, si procederà per confronto, nel tentativo sino all’ultimo di trovare soluzioni concertate e una sintesi con i rappresentanti dei lavoratori, interni all’amministrazione ed esterni.
La questione spinosa in primo piano in questo momento riguarda gli asili nido e un bando che prevede la perdita di posti di lavoro. Le lavoratrici scendono in piazza ma sembra che per loro non ci siano risposte. Come stanno le cose?
Le proteste degli ultimi giorni secondo me potevano essere evitate, sono sembrate forzature. La manifestazione dello scorso 23 dicembre è stata un’ occasione per incontrare i lavoratori e spiegare come stanno le cose. Abbiamo voluto dare ascolto e questo già è un messaggio. In quell’occasione ho detto e ribadisco ora che prestissimo incontrerò tutte le organizzazioni sindacali dei lavoratori degli asili nido e con loro discuterò il progetto dell’amministrazione e le ragioni per cui si è arrivati a questo punto. La questione verrà affrontata sempre secondo uno schema. Innanzitutto, dobbiamo ragionare in base al quadro delle regole che ci sono e che non possiamo forzare. Quindi, così come prevede il piano di rientro, c’è l’obbligo di una compartecipazione del 36% del servizio da parte degli utenti. E questo è un elemento oggettivo: se non abbassiamo i costi i cittadini saranno costretti a spendere di più. In secondo luogo, dobbiamo parametrare il servizio in base a quante sono le domande e le frequenze. La priorità sono i bambini per cui dobbiamo puntare ad allargare la base e fare in modo che il maggior numero di bimbi possa usufruire del servizio. Le iscrizioni, cioè la reale domanda, sono l’altro parametro sul quale ci siamo basati. La frequenza è di circa 400 bambini per questo l’appalto prevede 360 bambini. Negli altri anni, il bando di gara era per 640 bambini e invece, negli ultimi quattro anni, la media di frequenza è stata di 400 bambini. Non si possono mettere in campo risorse pubbliche per più soggetti di quanti frequentino. Rispetto a prima, inoltre, i parametri sono cambiati e il rapporto bambini ed educatrici o bambini e ausiliarie è aumentato. Come fa l’amministrazione a prevedere che il numero sia inferiore? L’unica soluzione è allargare la base, cosa che stiamo facendo.
Però il bando è chiaro e parla di 360 bambini, meno di quanti magari avrebbero necessità di accedere al servizio.
La gara è per 360 bambini, e fino a ora gli iscritti sono 370. In seguito, metteremo in campo, attraverso i Pac e quindi le risorse europee, altri asili nido per allargare la base, fino a un massimo di 600 bambini e comunque, almeno arriveremo a 480. Poi ci sono gli asili di caseggiato. Certo, dobbiamo verificare che siano strutture di qualità, efficienti e non posteggi per bambini, ma questi sono totalmente gratuiti.Per gli altri, lo so che la retta è elevata, ma non dobbiamo rispondere a un obbligo di legge. Dobbiamo fare una scelta.
A giorni, quindi, queste lavoratrici, andranno a casa?
Il bando è di quattro mesi e, in ogni caso, fino d aprile, c’è la proroga di quello attuale, perché deve essere completato l’iter della gara (i cui termini scadono il prossimo 7 gennaio n.d.r.) e assegnato il servizio. Dopo di che vedremo, verificheremo e ragioneremo con un confronto continuo, come già ho assicurato alle lavoratrici. E’ nella mia cultura ed è anche la scelta che ha fatto il sindaco Bianco, mettendo in campo quelle che sono le condizioni vere.
Prima di essere assessore lei è stato a lungo sindacalista. Per quali vertenze crede sia importante che si impegni l’amministrazione comunale? Non solo per le questioni interne, vedi Multiservizi, ma anche per quelle storiche?
Io facevo un’altra attività prima. Ero il segretario della Cgil e da nove mesi non lo sono più. C’è un valido segretario che mi ha sostituito. Io ho avuto delega ad occuparmi dei servizi sociali e di tutti i temi che riguardano il welfare, le politiche abitative e le politiche della disabilità. Io mi concentrerò su questo. Per il resto, so che l’amministrazione comunale ci tiene a che non si perdano posti di lavoro. Anche qui si stanno riparametrando tutte le condizioni perché non ci siano costi eccessivi che rischiano di far saltare tutte le partecipate. Ma questo è un problema che va affrontato dall’assessore che ha la delega.
Di cosa si occuperà, particolarmente, allora?
Per quanto riguarda il mio assessorato, io mi occuperò di tutte le politiche che riguardano la disabilità. Ho incontrato, in queste settimane, le associazioni delle famiglie che hanno persone con disabilità grave al loro interno e con loro sto cercando di verificare come reperire le risorse per garantire a questi cittadini il diritto allo studio, il trasporto, il sostegno. Mi occuperò delle povertà e della rete del terzo settore che deve collaborare con l’assessorato per fornire protezione alle fasce deboli, che sono sempre più larghe. Mi occuperò di tutti i temi che riguardano la crisi abitativa. C’è già un gruppo di lavoro con i sindacati degli inquilini e con la Prefettura. E, infine, mi occuperò di tutti i temi che riguardano la disabilità, proseguendo quanto avviato dal mio predecessore e cercando di accelerare.
Crede che questa città possa farcela?
Io vedo come era un anno e mezzo fa la città e come è adesso. E’ chiaro che tutto è perfettibile, ma sono stati fatti notevoli passi avanti,nell’impegno dell’amministrazione comunale sui temi sociali e del lavoro. Ora bisogna concretizzare e io sono convinto che il sindaco, che ha rapporti a livelli regionali e nazionali fortissimi e che ha una capacità amministrativa non comune, riuscirà a dare una spinta ancora maggiore.