Dalla pizzeria alla ditta di trasporti | Chi sono i "furbetti" della Tares - Live Sicilia

Dalla pizzeria alla ditta di trasporti | Chi sono i “furbetti” della Tares

Commercianti e professionisti tra coloro che sono finiti agli arresti domiciliari nel corso dell'operazione "Fintares" della squadra mobile. Secondo gli investigatori avrebbero sborsato meno della metà di quanto dovuto.

 

il blitz della polizia
di
2 min di lettura

PALERMO – Pagare meno del cinquanta per cento di quanto dovuto faceva gola a molti. Ad imprenditori e professionisti in particolare, che tramite una vera e propria “rigenerazione” contributiva potevano sborsare meno della metà di quanto dovuto per la Tares. L’operazione della squadra mobile che ha fatto finire in arresto quindici persone ha smascherato un sistema messo in piedi da un funzionario ed altri tre dipendenti comunali. A gestire un meccanismo ormai collaudato, che avrebbero anche voluto “estendere” alla Serit per “fare le cose in grande”, erano Cesare Pagano, Antonino Borsellino, Gaspare Tantillo e Ida Ardizzone, che costituivano una vera e propria “cupola delle mazzette”. Undici le persone per le quali sono scattati gli arresti domiciliari, si tratta di Antonino Vernengo, Luigi Vernengo, Luigi Lo Verso, Giuseppe Corvaia, Ugo Sottile, Giuseppe Vassallo, Salvatore Barone, Maria Elmo, Giuseppe e Vittorio Ferdico, Antonino Clementi, Giuseppe Carnesi.

Sono imprenditori, medici, titolari di ditte di trasporto. Il commercianteVittorio Ferdico, ad esempio, è accusato di una evasione fiscale di quasi quattromila euro che riguarda la Tares dello scorso anno per due supermercati di via Portella della Ginestra e via Don Orione. Ma anche il proprietario del ristorante-pizzeria di via Ausonia, “I tre porcellini”, Salvatore Barone. Quest’ultimo avrebbe evaso oltre quattromila euro. Tremila e cinquecento euro sarebbero invece quelli evasi da un medico con lo studio in via Marchese di Villabianca, Ugo Sottile. Arresti domiciliari anche per Giuseppe Vassallo, titolare della società “Eden Rocks”; Giuseppe Carnesi, gestore di un’autorimessa in via Giuseppe Paratore, dalle parti di via Oreto; Antonino e Luigi Vernengo, titolari della “Expo truck veicoli industriali”; Luigi Lo Verso, titolare della ditta “Cem”; Elmo Maria, titolare di una carrozzeria in via Olio di lino.

Le indagini sono partite dopo le denunce di due cittadini palermitani: una volta giunti negli uffici comunali per ottenere chiarimenti su una pratica, era stata loro proposta “un’alternativa”. Da allora, microspie, intercettazioni ambientali e telefoniche, pedinamenti e riscontri dei poliziotti hanno registrato l’inesorabile e incessante attività corruttiva dei quattro impiegati comunali, i quali movimenti venivano coordinati, secondo gli investigatori, da Cesare Pagano, responsabile del settore contenzioso. Il gruppo “sceglieva” i destinatari delle loro illecite richieste, tra i contribuenti dalla situazione debitoria più pesante, in genere commercialisti, tributaristi, imprenditori e comunque proprietari di grossi immobili. Erano proprio loro le categorie che ai quattro finiti in carcere interessavano maggiormente: erano strumento di arricchimento perché potenzialmente in grado di fare avvicinare alla banda anche i loro clienti in una situazione debitoria critica.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI