Dall'appalto 'copiato' al politico amico: i racconti di Damiani

Dall’appalto ‘copiato’ al politico amico: i racconti di Damiani

I verbali dell'ex manager dell'Asp di Trapani e responsabile della Centrale unica degli appalti
L''INCHIESTA
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PALERMO – Per un appalto da 126 milioni di euro all’Asp di Palermo “copiarono” una gara già espletata dall’ospedale Civico. È una delle rivelazioni di Fabio Damiani, ex manager della sanità pubblica e uomo chiave dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Palermo.

Una rivelazione che chiama in causa l’ex direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Palermo Antonio Candela. Candela non avrebbe favorito soltanto l’impresa “Tecnologie sanitarie” per l’appalto della manutenzione degli impianti elettromedicali, ma avrebbe avuto un ruolo anche nell’assegnazione della commessa milionaria a Siram per l’efficientamento energetico.

Tra Candela e Damiani si è consumato un forte strappo, sono arrivati allo scontro quando il primo era manager dell’Asp di Palermo e il secondo guidava il provveditorato delle opere pubbliche della stessa azienda.

Gli sponsor delle imprese

“Alla scadenza del precedente contratto di manutenzione energetica la soluzione che avevo individuato – mette a verbale Damiani lo scorso 20 novembre – era quella di attingere al soggetto già individuato in sede Consip, ovvero di affidare appalto alla ditta Cofely. Tale società seppi che era sponsorizzata da omissis perché questi venne a parlarmene caldeggiando di ricorrere appunto a detta società”.

I desiderata di Candela

Lo “sponsor” però dovette scontrarsi, secondo il racconto di Damiani, con i desiderata di Candela: “In quel periodo non ero in rotta col direttore generale Candela e gliene parlai… Candela si oppose energicamente a questa soluzione perché scoprì che il principale sponsor diciamo così di questa soluzione era omissis quindi nacque uno scontro molto forte anche istituzionale, infatti (Candela) insiste perché facessi una gara autonoma con l’ausilio di Capizzi copiando una precedente gara per l’appalto energetico fatta dall’ospedale Civico, assecondando la volontà del direttore generale. Bandirono la gara di cui poi è risultata aggiudicataria la Siram”.

L’interrogazione parlamentare

Una gara che aveva sollevato delle perplessità anche in ambito politico. Era stata bollata come “anti economica e sproporzionata”. Ci fu “un attacco politico nei confronti di Candela”, spiega Damiani.

Un deputato regionale, in particolare, la cui identità è coperta da omissis , “dopo che la gara fu bandita propose una interrogazione parlamentare formulando una serie di specifiche osservazioni sul fatto che si era proceduto con una gara autonoma piuttosto che attingere all’impresa già individuata da Consip; ad ogni modo dopo l’interrogazione, la gara prosegui secondo i desiderata di Candela”.

Prima, però, si fa cenno nel verbale di Damiani ad alcuni incontri avuti da Damiani (“io li ho incontrati tutti e due prima dell’interpellanza parlamentare”). Nomi e circostanze sono coperte ancora una volta dagli omissis. Di sicuro, aggiunge Damiani, “finita la fase dell’attacco forte poi le cose si quietarono e la gara proseguì”.

Un aiutino da 1,2 milioni di euro

A contendersi la commessa rimasero “Siram e Cns”. La prima aveva l’offerta migliore, ma venne fuori “la mancanza dell’indicazione degli oneri di sicurezza dell’offerta Siram”. “Prendemmo tempo”, dice Damiani. Seguorono la “giurisprudenza del Cga” anche se “secondo il Consiglio di Stato Siram sarebbe stata da escludere”. A chiudere la faccenda ci pensò il Tar che bocciò il ricorso di Cns.

A due anni dall’aggiudicazione della gara l’impresa avrebbe ricevuto un ulteriore aiutino da 1,2 milioni di euro: “Siram si lamentava dei bassissimi margini di ricavo, perché la maggior parte delle somme erogate dall’Asp erano impegnate per il pagamento di bollette, volturate alla stessa Siram. Si decise di provvedere con determina ad attingere circa 1,2 milioni annui destinati a spese imprevedibili, in un’unica soluzione”. A guadagnarci sarebbe stati nomi già finiti sotto inchiesta, come quello di Salvatore Manganaro, ma anche altre persone su cui i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria cercano riscontri.

Il rapporto con l’eurodeputato

I politici fanno spesso capolino nei verbali di Damiani. I manager della sanità hanno nei politici degli interlocutori privilegiati e viceversa. La sanità è potere, anche e soprattutto in termini elettorali. Lo stesso Damiani nei mesi scorsi ha scritto una lettera ai pm di Trapani. Era uno sfogo per dire che se lui è colpevole, allora anche altri lo sono. E degli “altri” faceva nomi e cognomi.

Da quando ha scelto di collaborare con i pm (conosciamo soltanto il contenuto di due verbali, ma ce ne sono altri ancora top secret) Damiani ha iniziato a fare i nomi al procuratore aggiunto Sergio Demontis e ai sostituti Giovanni Antoci e Giacomo Brandini. Ad esempio riferisce che un politico si attivò per farlo nominare alla Cuc, la Centrale unica di committenza per gli appalti. Damiani fu piazzato nella stanza dei bottoni.

Il politico gli era stato presentato dall’imprenditore nisseno Salvatore Navarra (“La situazione Montante… si scanta: Gira la voce, sa qualcosa più di noi”): “Navarra mi ha aiutato anche per accedere alla direzione della Cuc, in quanto si stavano registrando dei problemi sulle nomine di alcuni direttori generali dell’amministrazione regionale e anche la mia candidatura era sospesa; Navarra, tramite Manganaro, mi fece sapere che un importante politico avrebbe potuto aiutarmi; lo incontrai e questo politico mi confermò di avere un ottimo rapporto con Navarra e che lui gli aveva chiesto di intervenire in mio favore”.

Il legame con il politico sfociò in una frequentazione abituale fatta anche di cene e feste elettorali. A volte le frequentazioni diventano amicizie. “Poi io dopo che sono stato nominato direttore generale a Trapani – spiega Damiani – ho iniziato un rapporto diciamo molto stretto con un europarlamentare di Forza Italia e nacque questo rapporto diciamo di confidenze”.

“Gli chiesi di intercedere per me”

Ad un certo punto “chiesi a questa persona di potere intercedere sul nuovo direttore generale dell’Asp di Palermo perché non voleva rinnovarmi l’incarico di capo dipartimento in posizione di aspettativa, non capivo il perché e chiesi a lui nel rapporto diciamo amicale che si era instaurato se lui conosceva altre ragioni per le quali il direttore generale dell’Asp di Palermo”.

Damiani si sorprendeva che Daniela Faraoni, è lei il nuovo manager dell’azienda sanitaria palermitana, andasse “contro la prassi consolidata dei rapporti buoni quantomeno fra direttori generali”. Damiani era convinto che potesse dipendere dalle vicende di “Tecnologie sanitarie”. Faraoni, infatti, lo aveva contatto per avere dei chiarimenti.

“Lui (l’eurodeputato, ndr) mi disse – verbalizza Damiani – guarda Fabio conosco questa storia, lei non ha niente contro di te, questa questione lei l’ha risolta perché ha già incontrato i dirigenti di ‘Tecnologie sanitarie’ e quindi non te ne preoccupare”.

Il ruolo dei servizi segreti

Un passaggio dei verbali di Damiani riguarda i rapporti con Candela e con il faccendiere Giuseppe Taibbi, colui che sfruttando la sua amicizia con Candela avrebbe ottenuto che Tecnologie sanitarie vincesse l’appalto. Damiani racconta che “c’è stato un cambio mentre prima Candela mi celava il suo rapporto con Taibbi poi improvvisamente è cambiato, addirittura mi hanno proposto di far parte di questo gruppo”.

Damiani era diffidente perché “aleggiava” la storia che Taibbi facesse parte dei servizi segreti. Candela nel suo tentatoivo di difesa ha detto che Taibbi per conto dei servizi segreti gli aveva proposto di lavorare assieme per stanare il malaffare nella sanità siciliana. E Candela ci avrebbe creduto. Così ha raccontato ai pm l’ex manager scelto dal governo Musumeci per la cabina di regia regionale di contrasto al Covid. Una scelta presa un anno e mezzo dopo che Candela fu escluso dalle nomine dei manager.

L’incontro in taverna allo Sperone

“Una volta un mio amico – racconta Damiani – mi ha detto stai attento a questa persona perché omissis mi ha raccontato che Candela incontrato Taibbi in un posto malfamato allo Sperone, una sorta di taverna, un posto infrequentabile, e si è incontrato con Taibbi, guarda che questo Taibbi da informazioni sembrerebbe che faccia parte dei servizi segreti”.


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