Dantedì, Samonà: "Fu grande il suo amore per la Sicilia" - Live Sicilia

Dantedì, Samonà: “Fu grande il suo amore per la Sicilia”

L'assessore regionale ai Beni culturali ricorda il genio del sommo poeta e il suo legame con l'Isola
DANTE ALIGHIERI
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PALERMO – “E la bella Trinacria, che caliga | tra Pachino e Peloro, sopra ‘l golfo | che riceve da Euro maggior briga, | non per Tifeo ma per nascente solfo, | attesi avrebbe li suoi regi ancora, | nati per me di Carlo e di Ridolfo, | se mala segnoria, che sempre accora | li popoli suggetti, non avesse | mosso Palermo a gridar: “Mora, mora!”

Questo è l’elogio che Dante Alighieri fece della nostra Sicilia, nell’VIII canto del Paradiso, quando con Beatrice si imbattè nelle anime di chi in vita visse con un particolare impulso amoroso che li trascinò verso il male

oggi ci ritroviamo a ricordare queste parole perché non è un martedì come gli altri, bensì il Dantedì. Il 25 marzo infatti è il giorno che i dantisti ricordano come l’entrata del sommo poeta nell’aldilà, per quel viaggio incredibile che tuttora affascina generazioni di lettori, studiosi o semplici appassionati, riportato nell intramontabile “Divina Commedia”.

“In questo 25 marzo ricordiamo il genio profetico e contemporaneo di Dante Alighieri, l’Omero del Medioevo, come lo definì Abel-François Villemain, storico, letterato e politico francese del XIX secolo. In una società sempre più liquida e priva di riferimenti, il richiamo a Dante è espressione di identità, coscienza e amore per la nostra storia”. Sono queste le parole di Alberto Samonà, assessore regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana, che ci tiene a commentare l’importanza della giornata.

Oggi è una data doppiamente speciale, perché cade casualmente anche nel settimo centenario della morte del “padre della lingua italiana” o, se preferiamo, del “Sommo Poeta”. L’autore di quella che è considerata la più grande opera scritta della lingua italiana, uno dei maggiori capolavori della letteratura mondiale, un viaggio allegorico alla scoperta della dannazione e della redenzione.

L’uomo dietro al cappuccio rosso che scrisse quel “lasciate ogni speranza voi ch’entrate”, che ad oggi fa ancora emozionare.


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