PALERMO – Prescrizione per Alberto Acierno nel giudizio davanti alla Corte dei Conti. L’ex deputato regionale era stato citato a giudizio dalla procura della Corte dei conti che chiedeva la condanna al pagamento di oltre 42mila euro in favore dell’Assemblea Regionale Siciliana, oltre rivalutazione, interessi e spese di giudizio, “per il presunto danno erariale alla stessa cagionato mediante appropriazione di somme di cui aveva il possesso per ragioni di ufficio”.
I fatti risalgono al 2002, quando Acierno era capogruppo del misto all’Ars. La procura della Corte dei conti si era attivata a seguito di un’informativa dalla Procura della Repubblica di Palermo che aveva chiesto il rinvio a giudizio dell’Acierno per il reato di peculato. La vicenda riguardava delle somme stanziate dal’Ars in favore del gruppo misto per il pagamento di alcuni debiti erariali, nonché per regolarizzare la posizione contributiva e retributiva di alcuni dipendenti del gruppo stesso. Il 9 ottobre 2003, il segretario generale dell’Ars richiedeva ad Acierno di rendicontare l’utilizzo delle somme, ma il documento stilato dal deputato non veniva supportato dai giustificativi di spesa. Una nuova richiesta era inviata dal presidente dell’Ars il 7 marzo 2006, mentre solo il 22 aprile 2009 arrivava la diffida. Ma a quel punto, però, era già maturata la prescrizione, secondo quanto stabilito dai giudici contabili con sentenza depositata il 20 maggio scorso. Constatata la prescrizione, la Corte non si è quindi pronunciata nel merito sulla condotta di Acierno, che aveva sostenuto l’inesistenza del danno.