ROMA – L’importanza delle prossime elezioni nazionali non passa soltanto dagli screzi tra leader e partiti: il decreto delegato sull’incandidabilità è diventato di assoluta priorità per il governo tecnico nazionale, che tramite il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri ha reso noto che lo scopo del proprio operato è impedire di ritrovare tra le liste candidati pregiudicati.
La trasparenza delle liste diventa dunque talmente importante che tra oggi e domani il testo (circa dieci articoli) verrà sottoposto ai ministro della Giustizia Paola Severino e a quello della Funzione pubblica Patroni Griffi, entro quindici giorni si dovrebbe dunque arrivare al varo del consigli dei ministri. Come sempre però l’ultima parola sarà di Camera e Senato.
Finora i paletti della delega vietano la candidatura per chi ha avuto condanne definitive superiori ai due anni e i reati coinvolti sono quelli di associazione a delinquere, sequestro di persona a scopo di estorsione, riduzione in schiavitù, tratta di essere umani e tutti i reati che hanno finalità di terrorismo. Poi c’è l’enorme gamma dei reati contro la pubblica amministrazione: malversazione, peculato, concussione, corruzione in atti giudiziari, corruzione, abuso d’ufficio, omissione in atti d’ufficio.
In pratica, si segue lo schema indicato dalla delega all’interno del ddl anticorruzione, ma tra l’elenco dei reati non rientra la frode fiscale. Inoltre non è chiara la durata dell’incandidabilità: attualmente, a meno che il giudice non infligga al condannato l’interdizione perpetua dagli uffici pubblici, questi prima o poi sarà candidabile. La riunione dei ministri al Viminale dovrebbe servire a mettere dei pali ancora più solidi nella speranza che tutti i candidati alle prossime elezioni abbiano un profilo di assoluta trasparenza
La priorità è dunque la velocità. Il ministro Cancellieri ha assicurato che il governo riuscirà nell’impresa: le nuove regole sull’incandidabilità dovranno infatti essere approvate da Camera e Senato ben prima della chiamate degli elettori alle urne, perché possano entrare in vigore.