PALERMO – La delibera dehors diventa sempre più un caso politico. Il nuovo regolamento, chiesto a gran voce dai commercianti, è infatti ancora in alto mare, ostaggio di un duello (neanche tanto velato) tra l’assessore alle Attività produttive Marco Di Marco e uno schieramento trasversale di Sala delle Lapidi, dovuto a un rapporto ormai incrinatosi specie dopo la questione motocarrozzette.
Un braccio di ferro estenuante che si è inasprito nelle ultime settimane, prima quando il consiglio non ha neanche prelevato l’atto e poi quando è andata a monte la conferenza dei capigruppo di martedì sera voluta dall’assessore e disertata appositamente da diversi consiglieri. Stamattina, infine, è andata quasi deserta la riunione a villa Niscemi convocata da Di Marco con i presidenti delle commissioni interessate, ovvero la Prima, la Seconda, la Terza, la Quinta e la Sesta.
“Noi non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione per un errore degli uffici”, dicono Juan Diego Catalano e Fausto Torta, presidenti rispettivamente della Prima e Quinta commissione. Alberto Mangano, a capo della Sesta, era invece impegnato in un sopralluogo di piazza Garraffello “ma la nostra commissione – spiega – non è competente in materia, tant’è che la delibera non ce l’hanno ancora ufficialmente mandata”. Erano presenti solo il vice capogruppo del Mov139 Tony Sala, il vicepresidente della Seconda Alessandro Anello e il presidente della Terza Luisa La Colla.
“Questo è un percorso che è già iniziato male, con tutto quello che è successo finora, e continua a peggiorare – dice Anello – e principalmente per responsabilità dell’assessore. La riunione doveva segnare l’inizio di un’intesa, ma non si sono presentati i presidenti. Al di là dei disguidi, questo porta a un punto di non ritorno continuando così. Auspico che nella conferenza dei capigruppo convocata per martedì si trovi una via d’uscita a una situazione gestita male anzitutto dall’assessorato. Serve una modifica al regolamento che possa, in un periodo difficile come questo, sostenere tutte le attività commerciali nel miglior modo possibile”. “La presidenza non ci ha mandato le delibere – dice La Colla – malgrado l’impegno preso la scorsa volta. Diventa difficile discuterne in Aula mercoledì, né possiamo fare un regolamento in fretta e furia. Io, a titolo personale, sposo la scelta dell’amministrazione di portare avanti un regolamento che possa essere il migliore possibile”.
Martedì quindi ci sarà un nuovo tentativo di mediazione, prima di andare in Aula mercoledì pomeriggio, anche se proprio martedì saranno in molti a mancare perché a Bruxelles. E l’impressione è che si arrivi all’appuntamento di metà settimana senza alcun accordo. “Qui stiamo giocando col fuoco, dimenticandoci delle necessità dei commercianti – tuona il presidente di Confartigianato Nunzio Reina – ci avevano detto che c’erano pressioni della Procura per i gazebo e invece la Procura dissequestra, si perseguono sempre gli stessi e il consiglio comunale diserta l’incontro, il che vuol dire non avere alcuna voglia di risolvere il problema. Parliamo di famiglie, di gente che vuole lavorare e creare lavoro. Per questo organizzeremo per la prossima settimana una conferenza stampa per dire la verità e indicare chi si è defilato. Convocheremo i giornalisti in via Principe di Belmonte, di fronte Spinnato: vengano i consiglieri per un contraddittorio, ma ci siamo stancati. Il consiglio è l’organo supremo, non si scherza con la vita delle persone. Vogliamo regole certe e un regolamento che manca da troppi anni. Per le motocarrozzette lo abbiamo fatto in due mesi, qui non ci si riesce. Gradiremmo l’intervento del sindaco, l’assessore Di Marco ha fatto un regolamento in contrapposizione con quello della commissione: era meglio trovare una soluzione stamattina”.
Come detto, però, il problema non sembra più essere tanto quello dei dehors, visto che l’intenzione è comunque di chiudere la prossima settimana. Non mancano, poi, le divergenze tutte interne alla maggioranza orlandiana, dilaniata tra chi parteggia per l’assessore e chi invece vorrebbe nei fatti sfiduciarlo. Martedì Di Marco tenterà una nuova mediazione, che tenga conto di tutte le indicazioni pervenute sinora, ma l’assessore non sembra intenzionato a cedere troppo o a farsi da parte.
“Gli atti dicono che il 28 ottobre ho rilasciato il nuovo regolamento, non l’ho fatto una settimana fa – spiega Di Marco -il fatto che oggi in consiglio ci siano due regolamenti non vieta di trattarli e discuterli. Il nostro regolamento è stato fatto da un assessorato che ha le dovute competenze tecniche, confrontandomi con i comuni di Firenze, Bologna e Milano”.
Bisognerà poi risolvere il nodo legato all’occupazione delle strisce blu. L’ufficio Traffico ha dato disco verde, non considerandole come carreggiata, ma occuparle significa dover risarcire l’Amat o l’Apcoa, forti di un contratto in essere. Ristorare le aziende costerebbe 15mila euro l’anno a stallo, secondo una stima prudente che comunque violerebbe i contratti e andrebbe concordata. Per questo la proposta dell’assessore vietata l’occupazione dei parcheggi.
Le minoranze però avanzano una loro proposta. “Non ho gradito la riunione di stamane, fatta tra l’assessore e la sua maggioranza e che non serve a nulla, anzi aumenta le distanze con le minoranze – dice Giulio Tantillo, capogruppo di Forza Italia – ma visto che è in gioco il destino dei commercianti e dei lavoratori, per mercoledì chiederemo una sospensione dei lavori d’Aula, le minoranze si riuniranno e formuleranno una proposta su cui lavorare da presentare alla maggioranza. Se la maggioranza farà lo stesso, la valuteremo. La nostra proposta tutelerà i cittadini, il decoro della città e i commercianti che hanno il diritto di lavorare, conciliando gli interessi di tutti. Qualcuno ovviamente dovrà fare un passo indietro”.
“Vista la totale confusione e la mancanza di programmazione da parte dell’amministrazione, le dimissioni dell’assessore Di Marco saranno certamente gradite – dice Giulio Cusumano dell’Udc – la città e i suoi commercianti non possono più aspettare. Di Marco aiuti il sindaco e tolga dall’imbarazzo la “sua” maggioranza: si dimetta. L’Udc proporrà i suoi emendamenti al tavolo delle minoranze”.