CATANIA – “Non l’ho ucciso e non ho fatto scomparire il corpo di mia moglie”. Salvatore Di Grazia, dal carcere, ribadisce la sua innocenza. Il marito di Mariella Cimo’, la donna scomparsa misteriosamente il 25 agosto del 2011 dalla villa di San Gregorio, è stato arrestato lunedì scorso con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere. Un lungo interrogatorio quello del gip Alessandro Ricciardolo, a cui ha assistito il pm Angelo Busacca, titolare dell’inchiesta. Il primo interrogativo a cui la magistratura ha cercato di dare una risposta è stato il perché del ritardo di 11 giorni per denunciare la scomparsa. Il 76enne spiega che quel giorno aveva litigato con la moglie ed era convinto che questo l’avesse spinta ad allontanarsi, e poi conoscendo il carattere riservato di Mariella aveva preferito aspettare, per evitare altre reazioni. Ipotesi questa che non ha mai convinto gli inquirenti, in quanto poi è stato scoperto che la vera ragione della lite erano i presunti tradimenti dell’uomo. Su questo argomento sembrerebbe che l’uomo non abbia voluto rispondere. Il difensore di Di Grazia presenterà richiesta per far ottenere al suo cliente gli arresti domiciliari vista l’età avanzata.
E' stato interrogato dal Gip il marito di Mariella Cimò, la donna scomparsa il 25 agosto 2011 da San Gregorio. Salvatore Di Grazia, arrestato lo scorso 26 novembre, con l'accusa di omicidio e soppressione di cadavere, ribadisce la sua innocenza. I legali chiederanno i domiciliari.
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