Di Mauro: "Basta diatribe e auto candidature: voltiamo pagina" - Live Sicilia

Di Mauro: “Basta diatribe e auto candidature: voltiamo pagina”

Il deputato autonomista chiede un cambio di passo.
L'INTERVISTA
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PALERMO – “Musumeci ha amministrato, Schifani governerà”. Il deputato autonomista Roberto Di Mauro si dice “speranzoso” e non vede l’ora di voltare pagina. Dal risultato della formazione lombardiana alle regionali passando dalle insidie dell’election day Di Mauro si toglie qualche sassolino dalla scarpa. 

Onorevole, il Movimento per l’autonomia è vivo e lotta insieme a noi, pare di capire. Partiamo dal risultato delle regionali.

Un risultato assolutamente positivo rispetto al clima che si era ingenerato in Sicilia al netto della comunicazione che ci dava sotto la soglia di sbarramento (addirittura tra l’uno e il tre per cento) per via di sondaggi condotti in maniera sbagliata e questo ha creato diffidenza. Devo aggiungere che a questo hanno concorso tanti candidati di altri partiti che ci davano fuori e hanno condotto una campagna dicendo ai nostri: “che peccato, state facendo un bel lavoro ma non supererete lo sbarramento”. In questo clima i nostri elettori ci hanno comunque sostenuto, certo abbiamo perso qualcosa ma quando la comunicazione tempesta così…ma non c’è solo questo.

Che cos’altro? 

Inoltre, venivamo da dieci anni difficili che avevano posto il nostro movimento politico nel silenzio tanto da mettere da parte il nostro simbolo e l’acronimo stesso, un altro elemento che certamente non ci ha aiutato. 

Si riferisce alla vicenda processuale di Raffaele Lombardo?

Certo. Lombardo è il nostro capo politico oltre che il fondatore del Mpa.  E come in tutti i partiti che hanno una forte caratterizzazione personale, quando il capo va in crisi c’è un riverbero nel sistema politico e c’è un riverbero anche nell’elettorato. Abbiamo resistito. Potevamo raggiungere anche il 7% o l’8% se avessimo avuto più tempo, ma le elezioni anticipate hanno determinato qualche difficoltà.

Immagino legata al fatto che non correvate alle politiche

Questa è la terza questione. Non c’è stato l’effetto trascinamento. Faccio un esempio partendo dal territorio dell’agrigentino.

Prego. 

La lista del Pd su 19000 voti ne ha presi 7000 di lista. Fratelli d’Italia su 19000 voti ne ha presi 6000 di lista. Ma anche Forza Italia che su 25000 voti ne ha totalizzati più di 5000 di lista. Era già successo tempo fa quando nel 2008 avevamo presentato la lista alle regionali e la lista alle politiche e c’era un disvalore di due terzi. Non c’è dubbio che l’election day è stato un ulteriore tentativo di volere creare difficoltà ai soggetti politici non nazionali. 

Adesso vi dovrete sedere al tavolo con il presidente Schifani. Che cosa chiederete?

Guardi più che avanzare richieste servirà un confronto perché nell’ultimo anno non c’è stata una legislatura ordinata, coerente ma un muro contro muro tra Parlamento e governo, per cui abbiamo necessità di chiarirci le idee sulle cose che vogliamo fare. Sui progetti da portare avanti. Noi vogliamo dare una mano d’aiuto. E poi tutte queste autocandidature non hanno senso. Ogni giorno sui giornali leggiamo che Tizio o Caio si candidano perché si sentono all’altezza di un ruolo piuttosto che di un altro. Il regista della coalizione, cioè il presidente Schifani, avrà il buonsenso di comprendere quali persone debbano guidare la coalizione. E poi questa diatriba continua con Forza Italia non credo che giovi qualcuno.

Soprattutto al centrodestra…

Siamo appena all’inizio e ci sono polemiche. Non ho elementi precisi di valutazione. Vedremo il presidente Schifani la prossima settimana e in quella sede parleremo, a mio modo di vedere, delle cose urgenti da portare avanti. 

Atteniamoci alle dichiarazioni fatte finora rispetto al metodo. Pensa che ci sia un cambio di passo Un confronto tra Schifani e Musumeci lo possiamo già fare?

Il presidente non si è ancora insediato e chissà quando lo farà. Sta cercando di incontrare le persone, per lui è un mondo nuovo e sta tentando di comprendere le cose. Io non so di cosa si sia parlato in questi colloqui con i partiti. Quando ci incontreremo con il presidente vorrei sapere la sua opinione su diverse questioni importanti per dare un taglio a questa legislatura. 

E mettere in soffitta la vecchia…

Noi per esempio abbiamo fatto delle norme che bloccavano la fiscalità dei comuni. La Regione si era fatta carico di preoccuparsi della fiscalità dei comuni. Mi pare una cosa incredibile: una Regione che non riesce portare avanti Riscossione Sicilia, anzi fallisce, trova il supporto dello Stato, che gli dà 300 milioni e fa i debiti, senza che ci sia stata mai un’azione legislativa in questo senso o un’azione amministrativa del governo per cercare di occuparsi della fiscalità dei comuni. Parliamo di cose importanti. Bisogna capire questa fiscalità se crea problemi di ritorno al passato, tanto per capirci. Io voglio scordare l’ultimo periodo di legislatura e sono speranzoso, sono convinto che il presidente farà ragionamenti nuovi per andare avanti. Tenuto conto che ci sarà un’assemblea diversa rispetta a quella precedente in cui ci sarà l’organizzazione di un’opposizione che metterà in campo qualsiasi strumento, al di là delle frasi sul governo ombra, per fare una ferrea opposizione. Il presidente sa cosa significa il parlamento, sa che il parlamento deve aiutarlo nell’attività legislativa e quindi a lui spetta compito (al di là delle indicazioni dei partiti) di fornire le giuste indicazioni per ogni settore del governo. Dobbiamo passare dall’amministrazione Musumeci al governo Schifani. Due cose completamente diverse. Ieri abbiamo soltanto amministrato, oggi dovremo amministrare e governare

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